Dopo aver festeggiato nel 2024 cinquant’anni di onorato servizio, durante i quali è stata venduta in
oltre 37 milioni di esemplari, di cui 2,7 milioni in Italia, la Volkswagen Golf è pronta a nuove sfide. Per restare sulla cresta dell’onda si è data di recente una sistemata al look e si è aggiornata dal punto di vista tecnico e tecnologico. Emblema di questa evoluzione è la Golf eHybrid, nome commerciale della variante plug-in. Con le vendite delle elettriche che stentano a decollare, a Wolfsburg puntano molto sul suo apporto per sfuggire alle famigerate multe sulle emissioni.
In incognito
La nuova Volkswagen Golf eHybrid non fa molto per distinguersi dalle sorelle mild hybrid o da quelle che viaggiano solo a benzina o a gasolio. Con loro condivide la nuova forma dei fari, la diversa firma luminosa creata dai LED. Sulle versioni alto di gamma ci sono gruppi ottici posteriori 3D e la tecnologia LED Matrix IQ.Light. Questi vantano animazioni personalizzabili e abbaglianti ad alte prestazioni, con una portata fino a 500 metri.
La proverbiale ciliegina sulla torta non è rossa ma stavolta bianca: mi riferisco al logo VW sul muso, che può essere illuminato. La sagoma resta inconfondibile, con lunghezza, larghezza e altezza rispettivamente di 428, 179 e 146 cm.
A tutto schermo
Passando rapidamente all’interno, anche qui la Golf eHybrid non si discosta dal resto della gamma ristilizzata. Le modifiche più evidenti riguardano l’infotainment. Ora in mezzo alla plancia c’è un nuovo schermo da 12,9 pollici con alla base uno slider retroilluminato. Il sistema sfrutta la piattaforma MIB4 e può essere gestito anche con comandi vocali. La strumentazione digitale, o Digital Cockpit che dir si voglia, ha uno schermo da 10,25 pollici che può essere configurato con diverse grafiche. A completare l’ambiente hi-tech ci può essere un eventuale head-up display.
Due livelli di potenza
Descritto doverosamente – anche se per sommi capi – il quadro generale, riflettori puntati sul powertrain, che con le novità introdotte vanta ora caratteristiche di assoluto rilievo. Le Golf eHybrid sono ora equipaggiate con un sistema ibrido di seconda generazione. Questo vede il motore 1.5 TSI Evo2 con turbina a geometria variabile e ciclo Miller abbinato a un motore elettrico alimentato da una batteria da 19,7 kWh netti, che mantiene peso e dimensioni del vecchio accumulatore da 10,6. Le configurazioni disponibili del sistema sono due. Nella versione d’accesso, il motore 1.5 TSI sviluppa 150 CV e quello elettrico 115 per una potenza di sistema pari a 204 CV. La versione top vede l’unità termica salire a 177 CV e la potenza complessiva raggiungere i 272 CV. I picchi di coppia sono nell’ordine di 350 e 400 Nm. Per la cronaca gli intervalli di manutenzione sono sempre fissati ogni 30.000 km o ogni due anni.
Molto, molto bene…
Tecnicismi a parte, è la filosofia a cambiare, con la parte elettrica che diventa protagonista della scena. Finché la batteria può fornire energia, la Golf eHybrid viaggia tendenzialmente in elettrico, a meno che non sia il pilota a decidere altrimenti. I risultati a livello di autonomia parlano, con la percorrenza in EV che può arrivare fino a 144 km. Quando la carica finisce questa Volkswagen inizia a comportarsi come una vettura full hybrid, mentre la ricarica può essere da 11 kW da Wallbox e da 50 kW dalle colonnine veloci
… pure troppo
Cosa curiosa, la Volkswagen Golf eHybrid è così efficiente da essere penalizzata dagli schemi previsti per gli incentivi statali. Le sue emissioni sono infatti sotto la soglia dei 20 g/km di anidride carbonica e ricade nella fascia delle auto elettriche, quella per cui l’ecobonus è esaurito. Vedremo cosa accadrà in seguito, ma al momento il listino prezzi parte dai 42.250 euro della versione base Life. L’allestimento da comprare è però quello Edition Plus, che per soli 200 euro aggiunge alla dotazione – tra le altre cose – vetri privacy, vernice metallizzata, sistema keyless, retrocamera e antifurto volumetrico. In Italia, la Golf eHybrid è disponibile anche negli allestimenti Style e GTE, quest’ultimo riservato alla motorizzazione più potente. L’esemplare delle foto e della serie speciale 50 Years, derivata da Golf Style e in esaurimento scorte.
Come va la Volkswagen Golf eHybrid
All’interno della Volkswagen Golf eHybrid si respira un’aria familiare. Fin tanto che non si dà contatto e il quadro non mostra una schermata con una grafica dedicata, nulla tradisce il fatto che la vettura sia ibrida plug-in. L’unica differenza sostanziale si nota a livello del bagagliaio, la cui capacità si riduce a causa dell’ingombro della batteria. Il volume utile standard passa infatti da 381 litri a 273, mentre quello a sedili posteriori reclinati scende da 1.237 litri a 1.129. In ogni caso, una cosa è certa: ogni tanto fa piacere ritornare su una normale compatta a due volumi dopo aver guidato una sfilza di SUV e crossover, spesso pure elettrici. Magari non si dominerà il traffico dall’alto, ma con il bacino più vicino all’asfalto le sensazioni di guida sono più genuine.
Comandano gli elettroni
Vista la natura della Golf eHybrid, è impossibile non mettere il sistema ibrido al centro della prova. Questa Volkswagen mantiene le promesse fatte dai tecnici. Agendo con piede felpato sull’acceleratore, il quattro cilindri dorme sonni beati.
In modalità EV si possono raggiungere anche i 140 km/h orari, con bielle e pistoni che si destano dal loro letargo solo se il pilota entra a gamba tesa sull’acceleratore, in una sorta di kick down. Impostando la funzione Hybrid il turbobenzina 1.5 TSI si fa più partecipe della guida ma il suo ruolo resta sempre quello di attore non protagonista, con la macchina che avanza in grande scioltezza.
Un temperamento tranquillo
Se ci si vuole togliere qualche prurito al piede destro si può sempre optare per la modalità Sport e smanettare con le palette del cambio DSG, selezionando le sei marce a disposizione. Francamente, però, la Golf eHybrid non mi pare molto a suo agio nei panni della hot hatch, anche se la scheda tecnica parla di un rispettabilissimo tempo di 7,2 secondi nello 0-100 e di una velocità massima di 220 km/h per la versione da 204 CV della prova. Chiamata a gestire la staffetta e il gioco di squadra dei due propulsori, oltre che della trasmissione, l’elettronica fatica un po’ a rendere la guida fluida. La brillantezza non manca, insomma, ma il coinvolgimento nella guida un po’ sì.
Ciò non toglie che vada fatto un plauso all’assetto con Dynamic Chassis Control Pro di serie. Questo sistema sfrutta ammortizzatori a doppia valvola per migliorare la risposta sia in compressione sia un estensione. Si tratta di una scelta molto azzeccata, dato che riesce a trovare un buon compromesso tra comfort e tenuta di strada, nonostante la Golf eHybrid pesi circa tre quintali più della omologa versione 1.5 TSI priva di elettrificazione.