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Subaru Outback, perché scegliere una SW “diversa”

Benzina, aspirata, non ibrida. E solo 4x4, con cambio CVT. Un’auto più unica che rara, con parecchi punti di forza

La tentazione, quando si parla di Subaru Outback, è quella di contrapporla ai SUV. Di esaltarne le doti offroad e di ridicolizzare gli Sport Uitlity a trazione anteriore. Un ragionamento secondo me abbastanza inutile. Primo perché il partito dei favorevoli ai SUV e quello dei contrari non arriveranno mai a un punto di incontro. Un po’ come accade con cani e gatti, con mare o montagna o, per stare un po’ di più sull’attualità, Green Pass sì o Green Pass no.

C’è anche un secondo motivo per cui la prova di una Subaru fa storia a sé e che i confronti lasciano il tempo che trovano. Sapete qual è? Il fatto che si tratti di una Subaru. Pochi marchi come questo, infatti, riescono a fidelizzare i propri clienti. Tendenzialmente, chi compra una Subaru non la lascia più. Lo so, le conosco le battute dei “no Subaru”. Cose tipo: “certo che rimani lì, chi te la compra più?” Falso, perché grazie alla loro fama di robustezza e affidabilità, e anche per il fatto che non se ne trovino molte, ok, l’usato Subaru ha un buon mercato.

Ma perché Subaru crea tanta fidelizzazione? I motivi sono tanti ma leggendo qua e là la robustezza e l’affidabilità sono ai primissimi posti, insieme alla sensazione di sicurezza regalata dalla trazione integrale. Punti di forza che valgono molto di più dei consumi, sui quali l’opinione è unanime, anche da parte dei sostenitori più sfegatati: e cioè che non siano il lato migliore delle Subaru. Ma su questo arriveremo dopo. C’è soprattutto un fatto identitario, un riconoscersi in un certo senso diversi dagli altri a rendere orgoglioso chi guida una Subaru. Le strade sono piene di Sport Utility tedeschi? Io guido una giapponese. Ma non una giapponese che hanno tutti, troppo facile, ne guido una rara.

Design e caratteristiche tecniche principali

A quanto scritto sopra non si può non aggiungere un discorso sul design, tutto suo, e uno sulla meccanica particolarissima (oltre a un passato glorioso nei rally). L’utilizzatore  sai che gusto quando qualcuno chiederà esattamente su che oggetto sto viaggiando? Un’auto con motore boxer e Symmetrical All Wheel Drive. Partendo dal boxer, regala innegabili vantaggi in termini di abbassamento del baricentro. Al motore è poi collegata la trasmissione integrale simmetrica. Se infatti immaginate di dividere la Outback lungo l’asse longitudinale, tutto quello che c’è a destra della linea lo trovate, specularmente, a sinistra. Anche in questo caso, a tutto vantaggio della distribuzione dei pesi e, dunque, del comportamento stradale.

Equilibrio dinamico

Simmetrica, la Outback – ma il discorso vale per le Subaru in generale – lo è anche nel suo modo stare in strada. Non c’è qualcosa che spicchi sul resto; piuttosto, è l’equilibrio a spiccare. Quello tra l’agilità nelle curve e l’assorbimento delle asperità, per esempio. Nonostante una luce a terra di ben 21 centimetri, che sulla carta dovrebbe portare a irrigidire l’assetto per contenere il rollio, qui ogni strada sembra piatta, o quasi.

Il tutto, con una discreta agilità nei cambi di direzione, appoggi sempre molto sicuri e una motricità che non richiede mai, se non sui fondi a bassa aderenza, l’intervento dell’elettronica. Lo sterzo? Non è dei più pronti, ma anche in questo caso siamo nel pieno di un equilibrio dinamico che porta – volutamente – a guidare senza strappi.

I sistemi di assistenza alla guida

Senza strappi, a proposito, è il funzionamento dei sistemi di assistenza alla guida. In particolare, il mantenimento attivo della corsia è molto meno invasivo rispetto alla media delle auto più moderne, su cui spesso si è portati a disinserirlo. Probabilmente, il merito di questa calibrazione azzeccata è dell’esperienza del marchio giapponese in materia. Non a caso è molto fluido anche il funzionamento del cruise control adattivo, con il risultato che viaggiare in autostrada con la Subaru Outback rilassa e rassicura guidatore e passeggeri. 

In città

In città? Beh trovare posto a 4 metri e 87 di carrozzeria, per 1 e 88 di larghezza non è cosa semplicissima, detto che i sistemi di ausilio al parcheggio facilitano la vita e che le abbondanti protezioni in plastica nera alleviano parecchio il timore di far danni. A rendere poco urbana la Outback, piuttosto, sono le percorrenze: 11,5 chilometri con un litro. A proposito di consumi, 11 km/l in autostrada, 14,9 in extraurbano per una media totale di 12,2. E visto che siamo in tema di numeri, ecco gli angoli di attacco, dosso e uscita: 19,7, 21 e 22,6 rispettivamente.

Abitabilità e capacità di carico

In quanto station wagon, per quanto “diversa”, lo spazio è una delle voci fondamentali. Sui sedili posteriori ce n’è davvero tanto in tutte le direzioni, mentre il bagagliaio non è da record, con i suoi 470 litri in configurazione 5 posti, che diventano 1822 abbattendo gli schienali posteriori. Detto questo, il vano della Subaru Outback è molto ben rifinito, non mancano soluzioni per organizzare il carico e il fondo è piatto. Ah, se si parla di soluzioni furbe, non posso non citare le barre sul tetto che alla semplice pressione di un tasto passano da longitudinali a trasversali, per ancorare bauli e portabici, e del portellone ad azionamento elettrico che si apre avvicinando la mano o il gomito al marchio.

subaru outback bagagliaio

Infotainment

Come Subaru solo Volvo, Renault e pochissime altri marchi. Sto parlando dello schermo verticale, soluzione secondo me più azzeccata, se si pensa banalmente che lo smartphone lo utilizziamo soprattutto in questo modo. Posizione dello schermo a parte (che misura 11,4” reali), l’infotainment Subaru mi ha convinto sia per facilità di navigazione tra i vari menu sia per la grafica. Mi piace molto anche il fatto che diverse funzioni, quelle più frequentemente utilizzate, siano accessibili tramite comandi fisici. Peccato invece che Android Auto e Apple CarPlay, sulla Subaru Outback, siano solo via cavo.

subaru outback infotainment

Il motore: come risponde su strada

Vi ho parlato tanto del motore, ma come va su strada? Per descriverlo, devo tornare ancora una volta al concetto di equilibrio. Con 169 CV di potenza, 252 Nm di coppia e nessun aiutino elettrico, questo 2.500 aspirato non è certo un campione di reattività. Coerentemente con la messa a punto di sterzo e assetto, però, invita a una guida morbida, efficiente, distesa. Complice di questo carattere è anche il cambio CVT, che porta il motore nella fascia alta del contagiri solo se proprio si preme a fondo il gas. Per il resto, tiene il regime in zona 1.500 – 2.500 e assicura assoluta fluidità.

I prezzi

Rimanendo nel presente, ciò che rimane di questa prova è che tutto è esattamente Subaru, nel bene e nel male, con tre punti di forza innegabili in cui questa macchina è superiore alle media: gli ADAS, la praticità e la capacità di adattarsi a tutti i tipi di percorso. Con una qualità convincente e un listino che parte da 42.750 euro e tocca i 48.750.

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