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Toyoda, il n°1 più “atipico” del mondo auto, lascia il timone di Toyota

Ha consolidato il processo di elettrificazione del marchio, riportandolo però anche sulle sportive “vere”, quelle da guidare. La speranza è che non ci mancherà

Affermare con coraggio le proprie idee non è da tutti, a maggior ragione quando, in base alle parole che si pronunciano, possono “ballare” miliardi di dollari. Solo per una dichiarazione. Beh, questo coraggio non è mai mancato ad Akio Toyoda, che più volte negli ultimi anni ha manifestato perplessità rispetto all’elettrico; o meglio, ha sempre criticato l’adozione della tecnologia elettrica come unica alternativa al motore endotermico. Uno scetticismo reso pubblico ripetutamente negli ultimi anni, nel corso dei quali ha più volte sostenuto un approccio improntato alla neutralità tecnologica. In altre parole, Toyoda ha sempre sostenuto che le aziende dovessero avere la libertà di perseguire la riduzione delle emissioni nel modo che, tecnicamente, ritenevano più opportuno. Senza diktat da parte della politica.

L’impegno nell’elettrico

Detto questo, non ci si deve dimenticare che il Gruppo giapponese ha presentato recentemente un piano molto dettagliato che la porterà (Toyota e Lexus) a vendere 3,5 milioni di auto 100% elettriche entro il 2030, andando dunque ben oltre la bZ4X. Solo, a differenza di altri Costruttori che hanno canalizzato i propri investimenti solo su una tecnologia, Toyota ha continuato a credere per esempio anche nell’idrogeno: non solo per alimentare powertrain a celle di combustibile ma anche come carburante in “normali” motori a combustione interna.

Eppure, evidentemente, tutto questo non basta, almeno secondo le indiscrezioni della stampa giapponese. Stando a queste voci, infatti, a spingere Toyoda verso l’abbandono della guida di Toyota ci sarebbe stata la tensione con gli investitori, proprio a causa della sua non totale adesione all’elettrico come dogma.

La passione per la guida

A rendere Toyoda un n°1 del mondo dell’auto più unico che raro è la sua passione viscerale per le quattro ruote. Se pensate che stiamo esagerando, andate in fondo alla pagina e guardate il video. Ecco, di uno così sarà facile sentire la mancanza: vere e proprie gemme come la GR Yaris, la GR Corolla, la GT86 (ora GR86) e la Supra (per quanto in collaborazione con BMW) sono nate in virtù della sua convinzione nel voler affermare il marchio Toyota sì come brand all’avanguardia nell’elettrificazione, in particolare con la tecnologia full hybrid, ma anche come marchio per chi le auto, nonostante tutto, le ama ancora. In ogni caso, Akio Toyoda lascia l’incarico di amministratore delegato del gruppo dopo 14 anni. Al suo posto arriverà, dal 1° aprile di quest’anno, Koji Sato (in mezzo nella foto qui sotto), attuale chief branding officer e presidente di Lexus International e Gazoo Racing. 

toyoda sato

Il nuovo corso Toyota

E ora, cosa aspettarsi da Toyota? No, nessuna rivoluzione. Qualche cambiamento è ragionevole aspettarselo, ma non è nello stile giapponese quello di cambiare improvvisamente rotta. Non ci si deve dimenticare, peraltro, che Akio Toyoda non abbandona l’azienda: rimane infatti come presidente del consiglio di amministrazione, prendendo il posto di Takeshi Uchiyamada. A detta dello stesso Toyoda sono state proprio le dimissioni di Uchiyamada a spingerlo al passaggio di consegne con Sato (che entrerà in carica ufficialmente l’1 aprile 2023): “Gli ultimi sviluppi sono stati propiziati dalle dimissioni del presidente Uchiyamada. Il modo migliore per favorire la trasformazione della Toyota era quello di diventare presidente a sostegno di un nuovo numero uno”. 

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