Google Maps, Co-Pilot, Sygic, TomTom o… Waze. Croce e delizia di quanti amano le applicazioni di navigazione interattive. L’app gratuita di Google, basata sul concetto di crowdsourcing, consente di localizzare le forze dell’ordine, segnalare gli incidenti, mettere in guardia dai lavori in corso o da problematiche viarie di ogni tipo nonché di accumulare punti, socializzare con altri utenti e calcolare realisticamente le tempistiche per raggiungere una destinazione grazie ai dati raccolti dai “Wazers” alla guida. Una sorta di Grande Fratello.La funzione più controversa è il police tracking, vale a dire la possibilità di segnalare la presenza di una pattuglia, localizzandola. Per gli automobilisti una risorsa anti autovelox, per i tutori dell’ordine una minaccia alla sicurezza. La ragione del contendere prende spunto dai tragici fatti di New York, quando lo scorso 20 dicembre due poliziotti vennero freddati all’interno dell’auto di servizio da Ismaaiyl Abdullah Brinsley. L’omicida, prima dell’insano gesto, aveva postato sui social lo screenshot d’una mappa Waze, evidenziando la presenza della vettura della polizia.
Il dipartimento di polizia di New York chiede a Google di rimuovere la funzione di police tracking, ma a sostegno del colosso di Mountain View si sono mossi i gruppi per la difesa delle libertà civili. Questi sostengono che la localizzazione di una vettura della polizia equivalga alla pubblicazione di notizie notorie e pubblicamente verificabili. Pertanto non limitabili o censurabili. Al contempo, l’amministrazione Obama, che intrattiene numerose partnership informatiche con Google, prende tempo. La battaglia (legale) è solo agli inizi…