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Continental al Giro-E, tagliare il traguardo di Crans Montana con Damiano Cunego

Il divertimento è alla base del Giro-E, dove si pedala su bici elettriche lungo le strade del Giro d’Italia, in compagnia di ex campioni e influencer: per vivere una giornata da “professionisti”

Da Verbier a Crans Montana, due tra le località più esclusive delle Alpi, nella Svizzera francese. 66,3 chilometri e 1.800 metri di dislivello: è questo il programma della tredicesima tappa, che venerdì 19 maggio attende gli ospiti del Giro-E, l’iniziativa di RCS Sport che raccoglie sempre più adesioni anno dopo anno. L’idea è semplice: offrire l’emozione di percorrere in bici le strade del Giro d’Italia, in particolare il finale di tappa, con auto della giuria, scorta tecnica, cameraman e fotografi (manca solo l’elicottero!). Per rendere l’esperienza alla portata di quasi tutti – basta avere un minimo di allenamento e di familiarità con la bici – le bici sono a pedalata assistita.

Damiano Cunego, capitano della squadra Continental al Giro-E.

In squadre da cinque

Suddivisi in squadre, i 5 ospiti per tappa possono contare sul supporto di un capitano, che è quasi sempre un ex professionista. Tanti i nomi di prestigio: Andrea Tafi, eroe delle classiche; Giovanni Visconti, l’uomo delle imprese impossibili; Igor Astarloa, campione del mondo 2003 a Hamilton; Davide Cassani, ex ct della nazionale di ciclismo e commentatore Rai; Sasha Modolo, professionista dal 2010 al 2022 e vincitore di due tappe al Giro 2015; Daniele Colli, professionista fino al 2017 e apprezzatissimo gregario. Il grande Sonny Colbrelli, vincitore nel 2021 del campionato italiano, di quello europeo e della Paris-Roubaix. Il capitano della squadra Continental, Damiano Cunego, è il più titolato, con un palmares davvero eccezionale: primo al Giro d’Italia 2004, tre volte vincitore del Giro di Lombardia (2004, 2007 e 2008), trionfatore all’Amstel Gold Race (2008). Un ex corridore ancora giovane – è nato a Verona il 19 settembre 1981) e in perfetta forma. Tra i capitani non mancano profili legati al mondo social, come Lello Ferrara, ex agonista amato dal pubblico per l’indiscutibile simpatia, la seguitissima Elisa Scarlatta e lo youtuber Andrea Ziliani, Sono proprio i capitani a dettare il ritmo, nel corso delle tre prove di regolarità previste ogni tappa: aggiungono un pizzico di agonismo a una manifestazione, il Giro-E, che è soprattutto una grande festa. 

Continental e Olmo per il Giro-E

Per la sua avventura nel Giro-E, Continental ha scelto la Olmo E-Bro 2.0 equipaggiata con il cambio Shimano Ultegra a 11 velocità. Il peso dichiarato è di 15,6 kg, con batteria da 500 Wh e motore EP3, entrambi di produzione Polini. La guarnitura 50-34 e le ruote Fulcrum Racing R900 DB completano il quadro di una bici ben rifinita, dotata di un comodo display per visualizzare tutte le informazioni utili e gestire il livello di supporto da 0 a 5. La geometria è classica ed equilibrata, con un buon comfort e allo stesso tempo un’apprezzabile efficacia nella pedalata. La bici, ammantata del perentorio arancione Continental, è equipaggiata con i copertoncini Grand Prix 5000. Caratterizzati dalla mescola BlackChilli, un mix ben riuscito tra aderenza e scorrevolezza, sfruttano la Active Comfort Technology, che ha l’obiettivo di assorbire le vibrazioni e rendere più comoda la pedalata. Lungo la spalla il Lazer Grip assicura la massima tenuta in curva. Si tratta di pneumatici per tipologie d’uso decisamente ampie, nel nome della versatilità. Ampia la disponibilità di misure, con pesi compresi tra 200 e 285 grammi e pressioni di gonfiaggio da 102 a 123 PSI.

Tra la folla

Pedalare sulle strade del Giro poco prima dei professionisti – che sfrecciano a velocità ben superiori nonostante non dispongano del motore -, dà l’idea dell’eccezionale visibilità che offre questa corsa. Sono migliaia i tifosi a bordo strada anche quando, come per la tredicesima tappa, le condizioni meteorologiche consiglierebbero di rimanere a casa al caldo. È il giorno dello sciopero minacciato dai corridori, che dopo aver ottenuto nei giorni precedenti di saltare il passaggio sul Colle del Gran San Bernando, prima della partenza da Borgofranco d’Ivrea hanno imposto agli organizzatori il drastico accorciamento della tappa. Di pioggia non si vedrà l’ombra fino a pomeriggio inoltrato ma nel frattempo la partenza è spostata appena sotto Verbier, pochi chilometri a valle rispetto all’inizio del nostro percorso. 

Foto Alessandro Garofalo/LaPresse – La squadra Continental appena sopra Verbier. In maglia rossa il capitano Damiano Cunego.

Intanto al villaggio di partenza del Giro-E ogni squadra viene presentata proprio come se fosse una compagine “pro”, sul palco insieme al capitano. E Continental con Damiano Cunego può contare sul capitano più vincente tra tutti!  Dopo la bella presentazione, completata dalla foto accanto al trofeo senza fine destinato al vincitore del Giro d’Italia e su cui è incisa anche la vittoria di Cunego nel 2004, c’è tempo per scegliere l’abbigliamento: la temperatura supera di poco i 10°C e la Croix de Coeur ci attende a 2.174 metri di quota. La tappa prevede poco meno di 7 km di salita iniziale, una lunghissima discesa fino al fondovalle, un rilassante tratto di pianura e l’ascesa finale ai 1.456 metri di Crans Montana. 

Subito in salita

La tappa parte in salita, e che salita! Si punta dritti alla Croix de Coeur, che ci accoglie ancora ricoperta di neve, abbondante ai lati della strada, tra panorami suggestivi delle vette alpine. La Olmo non è così pesante come la scheda tecnica farebbe ipotizzare, o forse il merito è del motore elettrico Polini EP3+, che già al livello 1 offre un sensibile supporto, in grado di rendere la pedalata più agile e fluida. È l’occasione per guardarsi intorno e fare quattro chiacchiere con Damiano Cunego, che pedala senza assistenza e non tradisce alcuna fatica, come se fosse seduto al bar. Sono tanti gli spunti di discussione, dagli aneddoti sulla sua fantastica carriera – che a 23 anni lo vedeva primo nel ranking UCI – a un parere sul trend che vede i migliori talenti juniores passare direttamente al professionismo, senza transitare dalla categoria Under 23. Damiano ha un’opinione e un sorriso per tutti, oltre che una mano sulla schiena da assestare quando serve la spinta giusta. In perfetta forma, si allena tutti i giorni e ha intrapreso la carriera da preparatore sportivo: l’esperienza non gli manca!

La prima discesa fa dimenticare il mito dell’asfalto svizzero, che dovrebbe essere impeccabile e invece qui è pieno di rattoppi, sporco di terriccio e bagnato a causa della neve a bordo strada. Le Continental Grand Prix 5000 mettono in mostra un’ottima tenuta e ci rassicurano durante la prima parte di discesa, la più impegnativa. Più in basso la situazione cambia, con la carreggiata che si allarga e la superficie che diventa liscia e asciutta, permettendo di raggiungere velocità notevoli e di verificare ancora una volta l’ottima tenuta delle coperture Grand Prix 5000, una sicurezza su tutte le superfici, molto disomogenee, incontrate durante le tre ore di pedalata del Giro-E.

Foto Alessandro Garofalo/LaPresse. Damiano Cunego, vincitore del Giro d’Italia 2004.

La sfida tacita a usare meno batteria possibile

La prima prova di regolarità l’abbiamo affrontata in salita, la seconda ci aspetta in pianura. Con il vento che soffia a favore è un piacere percorrere la vallata in direzione di Crans Montana. Ma poi ricomincia l’ascesa, con qualche tratto ripido seguito da ampie sezioni pedalabili e la terza prova di regolarità, a 13,5 km/h di media. Comincia una tacita sfida in squadra per usare il meno possibile l’assistenza e quindi risparmiare la batteria. Cunego chiaramente è fuori classifica, visto che inserisce l’assistenza al primo livello quando noi comuni amatori siamo a due o tre… Con 15,6 kg di bici non si può fare del tutto a meno del motore, a meno di aver vinto il Giro d’Italia! Un amatore ben allenato, però, grazie all’assistenza può pedalare ore e ore senza esaurire la batteria e così estendere il raggio d’azione, che si tratti di chilometri o di dislivello in salita. 

L’arrivo a Crans Montana è indimenticabile: mentre i capitani sono davanti a confrontarsi in uno sprint utile per la classifica finale, tutti gli altri partecipanti assediano la moto del “regolateour” in attesa che si sposti per gli ultimi metri e lasci sfogo all’agonismo. Lo scenario è indimenticabile: tifosi ovunque a incitarci con entusiasmo, una delle località alpine più prestigiose e lo striscione d’arrivo del Giro d’Italia, quello vero. 

Crediti fotografici: La Presse/Giro-E

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