Friedrichshafen è un paesone che si specchia nel lago di Costanza, terra di mezzo tra Germania, Austria e Svizzera. A rendere questa località famosa in tutto il mondo è stato per primo il Conte Ferdinand von Zeppelin, che oltre un secolo fa si inventò le famose aeronavi gonfiate a idrogeno e fondò qui l’omonima azienda.
Da qualche anno, però, Friedrichshafen è famosa anche per un altro motivo: qui ogni fine estate si danno appuntamento oltre 1.200 produttori di bici e accessori provenienti da ogni parte del mondo, dai grandi brand americani ai piccoli artigiani tedeschi. E poi ci sono spettacoli, conferenze che affrontano ogni sfaccettatura del mondo del 2Senza, dalle piste ciclabili al turismo in bicicletta.E noi? Ovviamente ci siamo stati e vi raccontiamo le road e le mountain che ci sono piaciute di più.
Cresce il fenomeno delle e-bike, le bici elettriche. Lo dicono i dati delle vendite in Europa ma anche l’offerta sempre più ampia, soprattutto ora che accanto a Boschanche Shimano e Yamaha hanno fatto il loro ingresso nel settore.Anche le bici da turismo, a giudicare dal nutrito numero di espositori, sono sempre più apprezzate; così come le fat bike (le mountain con le ruotone esagerate), presenti ormai nei cataloghi di quasi tutti i costruttori, e le gravel, ossia il genere ciclocross “confortevole”, con il manubrio un po’ più alto e il carro posteriore allungato.I riflettori, però, anche quest’anno, sono stati puntati soprattutto sulle biciclette da corsa, settore in cui oggi si parla soprattutto di freni a disco e comfort, e sulle mountain bike, dove le 26” hanno lasciato definitivamente il posto alle 27,5”, anche per le discipline gravity oriented.
KUOTA KT05Partiamo dal triathlon e dall’Italia. KT05, con le sue linee essenziali e fluide, è infatti la bicicletta dell’azienda brianzola con cui Daniel Fontana – primo Italiano nella storia – ha vinto una gara del circuito Ironman. In questo tipo di competizione gli atleti devono pedalare per 180 km ed è vietato prendere la scia al corridore che precede. Ciò che conta, quindi, sono l’aerodinamicità e la reattività. Sul primo tema si può notare che telaio (in carbonio ad altissimo modulo), forcella, manubrio e sistema frenante sono completamente integrati per permettere all’aria di scivolare senza incontrare ostacoli; il telaio, inoltre, è caratterizzato dal tubo obliquo over size e questa caratteristica è proprio ciò che differenzia le bici da triathlon da quelle da cronometro: solo nelle prime l’UCI consente, infatti, di oltrepassare il rapporto 3/1 tra l’obliquo e l’orizzontale.Sul versante della reattività, oltre al materiale utilizzato che è studiato in maniera da ridurre al minimo la rigidità torsionale, si può notare il carro posteriore di dimensioni molto ridotte. Il solo telaio della KT05 costa 3.499 euro mentre la bici completa montata Dura Ace Di2 ne costa 6.999.
COLNAGO C60Rimaniamo sulla strada e in Italia per celebrare i 60 anni dell’azienda di Cambiago, di cui vi abbiamo raccontato di recente la nuova V1-r e che, con C59 Disc, è stata la prima al mondo a produrre una bicicletta da corsa con i freni a disco idraulici.Come per la C59, anche nella C60 i tubi in carbonio sono uniti tramite congiunzioni. La tecnica, che dovrebbe garantire un elevato comfort di marcia senza rinunciare alla reattività, è simile a quella utilizzata da BMC per la Impec ma l’azienda di Ernesto Colnago la adotta dal lontano 1994. L’anno dopo, nel 1995, il compianto Franco Ballerini la portò alla vittoria alla Parigi-Roubaix nonostante il patron Squinzi temesse per la tenuta della bicicletta sui terreni insidiosi della classica del Nord.Rispetto alla C59, tubi e congiunzioni hanno forme diverse e l’obliquo è molto più grande, così come più grande è la scatola del movimento centrale, per massimizzare le prestazioni di rigidità laterale.Tra le altre caratteristiche della C60, spiccano l’asimmetria del tubo sella, per lasciare spazio al deragliatore e i pregevoli forcellini il lega leggera ricavati dal pieno.Anche la Colnago C60, come già il modello precedente, è disponibile in versione Disc.
LOOK 795Chiudiamo il capitolo bici da corsa con la Look 795, la nuova arrivata nella gamma dell’azienda francese, che come al solito ci ha stupito per l’altissimo contenuto di innovazioni.Rispetto alla 695 Aerolight, la 795, a detta della Casa di Nevers, è più leggera (arriva a pesare 5,9 kg!) e più aerodinamica ma quello che ci è piaciuto maggiormente è l’attenzione ai dettagli riposta nel progetto di questa bici. Il reggisella si fissa attraverso un expander comandato da due originalissime carrucole regolabili da due viti poste appena sotto la sella; i cavi, inoltre, non avevano mai raggiunto un livello di integrazione così elevato: anziché entrare nell’obliquo lateralmente, come è normale,Look si è inventata un sistema in cui l’ingresso dei cavi avviene direttamente nel tubo sterzo, a tutto vantaggio dell’aerodinamicità e della pulizia delle linee. Intelligente e originale, infine, l’alloggiamento della centralina del cambio elettronico, ora nascosta alla vista e inserita in un pratico scomparto posto in prossimità dell’attacco manubrio.La Look 795 è disponibile sia con i freni di tipo V-brake integrati nella forcella sia con i caliper tradizionali.
BMC Alpenchallenge AC01Strada non significa solamente biciclette da corsa: ciò è vero soprattutto in Germania e in Svizzera, dove si è più abituati a spendere cifre importanti per l’acquisto di una bici da città. Ma da qualche tempo anche gli Italiani stanno cominciando a lasciare in cantina la vecchia bici della nonna e investire qualche euro in più per la mobilità ciclistica urbana. Lo dimostra l’offerta crescente sul nostro mercato, come BMC, che ha deciso di importare anche in Italia questa bella “mountain road”, come viene definita dalla Casa svizzera.Il telaio della AC01 è in alluminio, la forcella in carbonio, per un peso complessivo della bicicletta al di sotto degli 11 kg.I foderi posteriori sono quelli da 412 mm della Granfondo GF01 e lasciano spazio per parafanghi e pneumatici più grandi, da 28 a 32 mm di sezione, per garantire comfort di marcia su pavè e tombini. Come sulle BDC più attuali, la serie sterzo della Alpenchallenge AC01 è conica e il passaggio cavi interno. Tra gli accessori per la guida cittadina, oltre ai parafanghi ad aggancio rapido da Curana, ci sono le luci fisse in alluminio a LED con batterie al litio e ricarica USB Sparse. La BMC AC 01 montata Sora costa 1.099 euro; con Alfine 11v nel mozzo 1.999 mentre il top di gamma, montata X1, costa 2.699 euro.
RICHEY P-29rTom Richey è una leggenda nel mountain biking nonché uno dei padri della disciplina: l’americano, infatti, costruisce telai MTB in acciaio da oltre 40 anni. Ora che siamo abituati al carbonio per i telai d’alta gamma o al limite l’alluminio, stupisce un po’ osservare che il materiale che predilige Richey è ancora l’acciaio ma, a detta dell’americano, nessun altro materiale è altrettanto performante senza perdere in comfort e durata.E’ interessante notare come ogni pezzo di questa bici sia marchiato Richey: l’azienda è infatti nota anche per la componentistica, che comprende ruote, manubrio, pipa, reggisella e persino gli pneumatici. Offerta con tutte e tre le misure di ruote (26”, 27,5” e 29”), la nuova MTB Richey è disponibile in nero e nella storica livrea bianco-rosso-blu. Durante il Demo Day abbiamo avuto occasione di provare la 29er, di cui tra poco pubblicheremo la prova completa: per ora vi possiamo anticipare che raramente abbiamo pedalato una MTB in grado di coniugare come questa Richey comfort e precisione di guida.
GIANT GloryAddio 26”. Le ruote piccole abbandonano anche il segmento del gravity, come testimonia la nuova Glory della taiwanese Giant, che per il 2015 addotta unicamente la misura 27,5”.Il cuore tecnologico di questa DH in alluminio idroformato è la tecnologia Maestro della sospensione posteriore. Il concetto che sta alla base di questa tecnologia si sintetizza con i numeri 4-2-1, che non rappresentano uno schema calcistico, ma quattro perni collegati da due link (superiore e inferiore), che lavorano all’unisono su un unico punto di rotazione.Questo sistema permette di ridurre al minimo lo squatting durante la pedalata e, anche durante le frenate più brusche, non viene influenzato dalla pressione sui pedali.
SALSA BucksawSono arrivate dall’America un paio di anni fa e, sempre dal Nuovo Continente, ecco ora la prima fat bike full suspended. Alla proverbiale trazione di questo genere di biciclette, adatte soprattutto ai terreni innevati e particolarmente fangosi, si aggiungono quindi la stabilità e il “galleggiamento” garantiti dal lavoro della sospensione posteriore Rock Shox con escursione di 100 mm (la stessa dell’anteriore).Il telaio di questa fat è in alluminio di tipo 6066-T6, mentre i foderi verticali sono in carbonio, per aumentarne la leggerezza.Le ruote sono marchiate DT Swiss, misurano 26” di diametro e calzano pneumatici della sezione di ben 3,8”.La Bucksaw montata Sram X01-11v costa 4.999 dollari mentre ne bastano 3.999 se ci si accontenta dello Sram x9 2×10.
CINELLI Hobootleg GeoNon chiamatela mountain bike se non volete far arrabbiare il patron dell’azienda milanese, Antonio Colombo. Allo stand Cinelli ci siamo fatti raccontare la nuova arrivata, la Hobootleg Geo, che è certamente adatta al fuoristrada ma per geometrie, materiali e filosofia si va ad inserire in un segmento decisamente in crescita e in cui Cinelli ha sempre creduto, quello delle biciclette da turismo.Il telaio della Hobootleg Geo è in acciaio – i tubi sono ovviamente quelli di famiglia marchiati Columbus – ed è trattato con una tecnologia di cataforesi, che serve per proteggerlo dalla corrosione, anche interna. La scelta delle ruote è caduta sulla misura 27,5”: alla pedalabilità della 29” (approfondisci qui il nostro confronto tra 26″, 27,5″ e 29″) si è quindi preferita la reattività e la capacità di schivare gli ostacoli tipiche delle bici con ruote più piccole.Il telaio, vista la sua vocazione per i lunghi viaggi, è naturalmente predisposto per montare sia il portapacchi posteriore sia quello anteriore. I freni sono a disco mentre il gruppo è marchiato Sram X5 2×10. La forcella è anch’essa in acciaio, rigida, ma si può anche optare per una ammortizzata; lungo gli steli sono montati alcuni raggi di ricambio: in caso se ne rompa uno nel bel mezzo del vostro viaggio, e si può applicare anche un portaborraccia. Disponibilità da fine anno, prezzi ancora top secret.