Sulle strade di casa!Testo di Marco NavaLa terza granfondo con i colori di RED Ciclismo è per me un appuntamento irrinunciabile, perché la gara si svolge in parte nella Brianza che adoro e conosco. Ho l’opportunità di non sfigurare troppo rispetto ai mie capitani, Edoardo Margiotta e Fabio Banfi.Nei giorni precedenti la manifestazione ho provato due volte la salita clou del percorso, ossia il Colle Brianza da Dolzago, e inoltre ho affrontato in auto il primo tratto per coglierne i segreti. Sono pronto: so dove posso attaccare e difendermi, o soccombere…Partenza a Sesto San Giovanni alle 7.30, orario al limite delle possibilità umane, scelto perché il percorso incrocia importanti nodi stradali, che la domenica sono stracolmi di automobilisti. Nella prima edizione, lo scorso anno, si sono verificati numerosi disagi proprio a causa del traffico.
I primi venticinque chilometri sono velocissimi: attraversiamo Sesto San Giovanni e Monza in men che non si dica, mai sotto i quarantacinque orari. Il gruppo è bello folto e non manca qualche incomprensione tra i partecipanti, con tagli di traiettoria improvvisi che però non comportano incidenti. Vedo Edoardo e Fabio qualche decina di metri più avanti, quasi in testa al gruppo; sono consapevole che non reggerò a lungo il loro ritmo. La definitiva conferma arriva sotto forma di autotreno, che tra due rotonde si infila nel gruppo nel rettilineo che ci porta verso Macherio. Io e i miei compagni di gruppo, impegnati “a tutta” per riagganciarci ai primi, issiamo bandiera bianca, accumulando ulteriore distacco. Questo è stato l’unico episodio critico durante la gara, altrimenti ben organizzata.Brianza è sinonimo di salite, strappi, fatica e sudore: ora vi siamo immersi e non ci si può più nascondere. Le dolci pendenze di Agliate e Briosco fanno saltare alcuni corridori che, evidentemente, erano al limite già nella velocissima pianura. I tratti vallonati sono tra i miei preferiti perché riesco ad avvantaggiarmi su una parte dei concorrenti.Vado avanti circondato dal verde in un susseguirsi di saliscendi, occasione per studiare i compagni di gruppo. Vedo chi soffre in salita e chi può essere una potenziale locomotiva in pianura, e così, con un po’ di furbizia ed esperienza, mi accodo nei rettilinei per recuperare fiato. Colle Brianza si avvicina.Alla rotonda principale di Dolzago inizia la salita. La prima rampa è tosta, saltano in tanti, e qualcuno appare vittima di miraggi, come si intuisce dalle espressioni del viso. A breve toccherà a me, ma dopo aver attaccato e guadagnato molte posizioni. La salita è corta, quattro chilometri di cui conosco ogni centimetro. Ho una tattica in mente: consiste nell’affondare l’attacco dopo lo scollinamento, all’inizio della discesa tecnica che conosco a menadito.
Infatti a partire dallo scollinamento inizio una fuga che dura ben dodici chilometri. Passo il punto dove si divide il percorso tra lungo e medio, scegliendo il secondo; fuggo veloce, staccando tutti in discesa e godendomi un momento di gloria. Mi piacerebbe arrivare a Usmate, dove abito, da solo ma un piccolo gruppo mi raggiunge a Osnago e subito mi unisco a loro, collaborando sino al traguardo di Villasanta.Le ultime forze le tengo per dare tutto nella volata a otto che riesco a vincere, ciliegina sulla torta di questa bella granfondo. Chiudo al sessantacinquesimo posto assoluto su trecento ciclisti giunti al traguardo della mediofondo. Edoardo ottiene il quattordicesimo posto assoluto, Fabio il ventesimo, rispettivamente secondo e quarto di categoria. Appuntamento al prossimo anno, e a breve alle prossime granfondo che chiuderanno la stagione 2018.Grazie a Eleonora Arrigoni di Scott Sports ItaliaFoto Castagnoli