Chi non conosce Lightweight? Tra gli appassionati di ciclismo – e tra i Pro… – il marchio identifica immediatamente le bellissime ruote in materiali compositi, riferimento assoluto da molti anni. Emblema di prestazioni e leggerezza, oltre che di prezzo esclusivo (nel senso stretto del termine), compaiono costantemente al vertice della lista dei desideri dei ciclisti più esigenti. L’azienda tedesca – fa parte del gruppo CarboFiberTech, specializzato nella produzione di materiali compositi per l’industria aerospaziale – ha progettato un telaio nato per essere il perfetto complemento delle sue ruote. Obiettivo? Creare un sistema integrato che esalti le peculiari caratteristiche delle ruote, consentendo al ciclista di vivere un’esperienza sportiva unica. Così nelle intenzioni, decisamente ambiziose. Il risultato è il telaio Lightweight Urgestalt, che in tedesco significa “archetipo” o “forma originale”, ed è secondo Lightweight un nuovo riferimento nell’altissima gamma. Non tanto e non solo tra i telai ma come sistema integrato, perché a questo scopo è stato progettato. Peso dichiarato di 790 grammi, costa 4.500 euro, prezzo che include forcella e reggisella. L’abbiamo provato con un montaggio all’altezza: ruote Lightweight Meilenstein (3.640 euro) con profilo da 47,5 mm, manubrio Lightweight (400 euro), attacco e serie sterzo FSA, sella San Marco Aspide Superleggera (109 grammi) e gruppo completo DuraAce meccanico (Compact 50/34 con cassetta 11-28). Completa di pedali Keywin Carbon Ti la bici in prova (taglia 51) ha fermato l’ago della bilancia (elettronica) a 6 kg esatti.A scanso di equivoci va detto che il telaio è fabbricato a Taiwan, da fornitori che utilizzano materiale selezionato e manodopera altamente professionale. Tutto sotto stretto controllo della Casa madre, che verifica una prima volta la qualità del risultato finale appena dopo la produzione, per ripetere il processo in Germania, quando telaio, forcella e reggisella sono sottoposti al controllo di qualità prima della spedizione ai rivenditori. La scelta di produrre in Oriente ha suscitato polemiche, anche perché tutta la produzione LW è tedesca. Il motivo? Secondo l’azienda la complessità costruttiva: la stratificazione e la disposizione della fibra composita richiede un numero di ore di lavoro talmente significativo da rendere impossibile farlo in Europa, a meno di alzare ulteriormente il prezzo. E dato che già cosi la quotazione di listino è stellare…Decisamente inconsueto il processo di sviluppo, perché la raccolta di informazioni per progettare il telaio è partita dalle ruote. Quali forze e reazioni vengono trasmesse alla struttura principale dalle ruote Meilenstein? Che impatto hanno sul telaio? Come deve essere progettato quest’ultimo per valorizzare le forze funzionali alla prestazione e smorzare quelle che la ostacolano? Come può assecondare le ruote ed esaltarne le caratteristiche, raggiungendo l’obiettivo di massime prestazioni ed elevato comfort? Il risultato secondo LW è Urgestalt, primo “sistema integrato” telaio-ruote, costruito con fibre e resine che possono vantare compatibilità molecolare del 100%, a garanzia di stabilità delle prestazioni e durata nel tempo.Le ruote Meilenstein, nome che significa “pietra miliare” – in Lightweight tengono il profilo alto anche per i nomi dei prodotti, non solo per il profilo delle ruote… – non hanno bisogno di presentazioni: al vertice di un percorso evolutivo che già con le precedenti Standard III ha raggiunto eccellenti risultati nel rapporto rigidità-peso, sono molto versatili: la leggerezza permette di confrontarle con ruote a basso profilo, ideali in salita, mentre il profilo aerodinamico (47,5 mm) ne garantisce la resa ad alte velocità. Il peso dichiarato della versione per tubolari è molto contenuto: 475 grammi per la ruota anteriore (16 raggi), 625 per quella posteriore (20 raggi); 520 e 660 grammi per la versione che permette di montare i copertoncini. I limiti di peso (bicicletta + ciclista) sono fissati rispettivamente a 100 e 120 kg. Sulla bici in prova i tubolari, elegantemente personalizzati LW, sono i Continental Competition con sezione di 25 mm. (Foto di Simon Palfrader per RED)Non capita tutti i giorni di pedalare su una bici Lightweight, se non altro perché il conto dal ciclista, a prezzi di listino, supera quota 12.000 euro: in pratica 2.000 euro al chilo. Per dare un’idea della qualità costruttiva e dell’attenzione ai dettagli basti osservare il bloccaggio del reggisella: posto nella zona inferiore del tubo orizzontale, a ridosso del tubo piantone, è così ben nascosto da dover essere cercato. La finitura è impeccabile, i passaggi cavi ben studiati, le decalcomanie applicate con cura. Sono poche, come si conviene a un telaio che fa di sobrietà ed eleganza i tratti distintivi: la scritta Lightweight si staglia sul tubo piantone; sul tubo orizzontale, vicino al cannotto di sterzo, ecco “Frame My Wheels”, a ricordare che telaio e ruote nascono insieme, l’uno per le altre. Sul carro trova posto un altro claim, in tedesco, dal significato a grandi linee traducibile con “fatto con le mani per chi lavora con le gambe”. Infine sul tubo obliquo c’è il nome del telaio Urgestalt nero su nero, applicato mediante laser per essere indelebile.Dopo aver regolato l’avanzamento e l’inclinazione della sella agendo sull’apposita slitta a mezzaluna, controllato la corretta distanza del manubrio e applicato un filo di lubrificante alla catena ancora nuova, viene il momento di percorrere i primi chilometri. La trasmissione ha il funzionamento impeccabile che ci si aspetta dalla componentistica DuraAce: pur senza offrire la comodità totale del Di2 elettronico, svetta per facilità d’uso e precisione, oltre che per la dolcezza nel passaggio da un rapporto all’altro.Le prime frenate rivelano il sostanziale passo avanti dei cerchi Meilenstein rispetto ai precedenti Standard III: all’azione poco incisiva del modello più datato si contrappone l’attuale prontezza, cui si accompagna un’apprezzabile silenziosità, a patto di montare i pattini freno specifici forniti insieme alle ruote. La capacità decelerante non ha nulla da invidiare ai cerchi in lega di alluminio: attenzione, dunque, a non esagerare con il carico sulla leva!La risposta alle sconnessioni dell’asfalto – terribili le strade pur dopo un inverno poco rigido! – è anch’essa una sorpresa: la combinazione appositamente studiata tra telaio e ruote si traduce nella prima e più evidente qualità di questa bici, il comfort. Qualità assai rara sui telai di altissima gamma ed elevate prestazioni. Nonostante le ruote molto rigide – soprattutto lateralmente – il “sistema integrato” filtra molto bene i colpi, mettendo al riparo il ciclista da potenziali micro traumi, specie nella zona della sella; inoltre ha come risvolto positivo un ottimo controllo della bici, che in tutte le condizioni reagisce in modo intuitivo e prevedibile. Questa caratteristica non va a scapito della precisione di guida, che è buona anche in discesa. L’unica situazione critica si verifica in caso di forte vento laterale: qui il profilo del cerchio (47,5 mm) richiede attenzione soprattutto se l’intensità non è costante. Il consiglio è di impugnare bene il manubrio e lasciare qualche centimetro di spazio in più quando si viaggia a ruota in gruppo. La reattività, altro punto forte della bici, appare clamorosa soprattutto nelle variazioni di velocità, ed è senza dubbio il secondo punto forte di questa Lightweight. La leggerezza delle ruote è un ottimo punto di partenza ma si percepisce altrettanto bene come il telaio assecondi lo sforzo e consenta di variare velocità con la massima efficienza. Basta un colpo di pedale, ad esempio in salita, per avere la sensazione che la bici stia per sgusciare tra le mani… La forza trasmessa ai pedali si trasforma istantaneamente in energia cinetica e accelerazione, con un’efficacia che all’inizio sorprende e poi diventa l’arma totale a disposizione del ciclista che ama l’agonismo. Il peso complessivo molto contenuto enfatizza ulteriormente questo comportamento, che non comporta alcun effetto collaterale: la Urgestalt, infatti, non è nervosa né impegnativa: al contrario offre un inatteso livello di comfort, tanto più apprezzabile considerate le eccellenti prestazioni del binomio ruote-telaio.E il prezzo? E’ quello di un oggetto davvero esclusivo. Va detto che si tratta di uno dei pochi telai di altissima gamma non marchiato dai “soliti noti”, cioè le aziende che sponsorizzano le principali squadre del circuito World Tour. Lightweight ha osato sfidarle, forte della tecnologia che ha reso celebri le sue ruote. Il risultato supera le aspettative: chi pedalerà su questo “sistema integrato” avrà speso tanti soldi ma potrà a buona ragione sostenere di possedere una bici unica. Per l’aspetto, la qualità costruttiva, la cura dei dettagli, il peso e soprattutto il comportamento dinamico.(Foto di Simon Palfrader per RED)