Dopo il lancio negli scorsi mesi della BSA Bantam 350 e della Scrambler 650, il marchio britannico torna a far parlare di sé con un modello che segna una svolta importante: la nuova BSA Thunderbolt. Presentata a EICMA 2025, è la prima adventure bike della casa di Birmingham, un segmento mai esplorato prima dal brand che ha fatto la storia del motociclismo inglese. Detto che la moto arriverà sul mercato a metà 2026 a prezzo ancora da definire, andiamo a scoprire i suoi segreti.

Un nome che viene dal passato
Il nome Thunderbolt non è una novità assoluta per BSA. L’originale fu infatti l’ultima moto a uscire dalle linee di produzione di Birmingham nel 1972, prima della chiusura dello stabilimento. Tra l’altro, a modo suo, quella moto era già votata al touring e all’off-road, caratteristiche che oggi vengono reinterpretate in chiave moderna dalla sua erede.



La tecnica della Thunderbolt
Le sovrastrutture grintose, con un frontale di stampo dakariano e un piccolo parafango a fare da becco, nascondono un monocilindrico da 334cc DOHC, raffreddato a liquido e omologato Euro 5+. La sua potenza è di 29,2 CV e la coppia massima è di 30 Nm. Il cambio è a sei marce mentre il serbatoio da 15,5 litri promette un’autonomia generosa per quando ci si spinge oltre le classiche gite fuori porta. La ciclistica, d’altro canto, legittima le ambizioni da globetrotter. Nella scheda tecnica spiccano la forcella a steli rovesciati da 41 mm, il mono regolabile nel precarico e la frizione antisaltellamento. Il controllo di trazione, l’ABS multifunzione (Rain, Road e Off-Road) completano il pacchetto elettronico, insieme alla navigazione turn-by-turn, alla presa USB e alla connettività Bluetooth.

Una vera factotum
La BSA Thunderbolt si propone come una moto versatile, capace di destreggiarsi nel traffico in settimana e di affrontare sterrati nel weekend. Da una parte l‘altezza della sella contenuta (815 mm), il peso ridotto (185 kg) e il manubrio largo facilitano le manovre. Dall’altra la generosa luce a terra e la piastra paramotore rinforzata mettono la moto in condizione di superare indenne le situazioni più impegnative. Interessante anche l’ergonomia: il parabrezza e la strumentazione sono regolabili in altezza, pensati per chi ama affrontare i tratti più tecnici in piedi sulle pedane.





