Da ingegnere meccanico che romanticamente si lascia trasportare dal bello del componente tecnico ritengo giusto presentare il nuovo motore Ducati V2 con un bell’esploso.
Motore che, ve lo dico subito perché per Ducati è una eccezione, non ha nome. Per anni siamo stati abituati a Testastretta, Desmoquattro, Superquadro, Desmosedici, Granturismo. Questa volta l’ufficio nomi propri di Borgo Panigale ha voluto chiamarlo solo e semplicemente V2, probabilmente per rendere omaggio a un’architettura che su certe cilindrate è un po’ in via di estinzione.
Nomi a parte ben sappiamo come il motore sia da sempre al centro dell’azione Ducati, che tra l’altro è una delle aziende che negli ultimi anni di motori ne ha sfornati di più. Nell’ordine: il bicilindrico Superquadro, il V4 Desmosedici Stradale, il V4 Granturismo e, giusto lo scorso anno, il Superquadro Mono. Negli ultimi sette anni sono stati ben 4 i motori usciti da Borgo Panigale, una vitalità non comune, almeno da questa parte del mondo e su così alti livelli tecnologici.
Nuovo Motore Ducati V2 come è fatto
Il nuovo Ducati V2 entra in scena in un segmento, quello delle cosiddette “medie cilindrate”, dominato in lungo e in largo dai bicilindrici paralleli. Una scelta controcorrente e più costosa. Ducati è rimasta fedele all’angolo di 90 gradi per la V tra i cilindri, con una rotazione all’indietro di 20° per migliorare la distribuzione dei pesi. La cilindrata è di 890 centimetri cubi e sono previsti due livelli di potenza (115 e 120 cavalli) con livelli di coppia molto interessanti, visto che parliamo di 93,3 Nm a 8.250 giri nella configurazione più spinta. Interessanti i dati di alesaggio e corsa con valori che stanno a metà strada tra Superquadro e Testastretta. Indicativo il fatto che Ducati segnali come nella configurazione più potente il motore possa arrivare a 126 CV con lo scarico racing. Cosa significa? Che probabilmente vedremo presto una Panigalina o una Supersport con questo motore, per rimpolpare il segmento delle neonate Supersport insieme ad esempio alla Yamaha R9.
Notizia triste per gli appassionati del desmo: il nuovo V2 ne è sprovvisto. Notizia buona per gli appassionati di tecnica: il motore è davvero molto tecnologico e porta al debutto in una categoria “media” il sistema di fasatura variabile IVT che modifica la fasatura all’aspirazione, andando alla ricerca della massima coppia possibile. Ducati infatti dichiara che più del 70% della coppia massima è già disponibile a 3.000 giri: per dare un riferimento a 3.000 giri questo motore ha già una coppia superiore alla coppia massima di un 4 cilindri 600 di cilindrata.
Molto, molto leggero
Altra buona notizia per gli amanti della tecnica è relativa al peso. Mono esclusi, naturalmente, il V2 è il motore più leggero mai costruito da Ducati, parliamo di 54,4 kg, quasi 10 in meno del Superquadro 955, 6 in meno rispetto al Testastretta Evoluzione e altrettanti, grammo più grammo meno, rispetto al Desmodue ad aria che equipaggia la Scrambler. Ovviamente sono previsti acceleratore Ride by Wire, cambio elettronico DQS e frizione antisaltellamento. Vi chiederete quali moto arriveranno con questo motore? Una si è già vista da alcune foto spia e parlo della Multistrada V2, ma è logico che questo motore rappresenti il cuore di una nuova piattaforma destinata a dar vita alle future generazioni di Ducati medie. Un’idea più precisa? Guardate sul sito Ducati tutte le moto che attualmente montano il Testastretta e avrete un’idea di quali saranno le prossime a montarlo. Ho l’impressione che a EICMA la Multistrada V2 non sarà sola.