La sostituzione di uno scarico originale con uno “aftermarket “ è una delle decisioni più frequenti ed appaganti che molti motociclisti prendono subito dopo l’acquisto della moto. Quali sono gli accorgimenti tecnici da tenere in considerazione per fare la scelta migliore?
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a un cambiamento radicale degli impianti di “primo equipaggiamento”: ciò è dovuto soprattutto al costante adeguamento dei propulsori e dei sistemi di scarico alle normative anti-inquinamento sempre più restrittive. Gli sforzi delle Case costruttrici di moto, sotto questo profilo, sono notevoli: teniamo presente che coniugare fra di loro tutti gli aspetti tecnici diventa sempre più complicato.
Allo stesso modo anche i produttori di scarichi “after market” cercano di offrire un prodotto che riesca a rispettare le nuove normative e al contempo possa avere contenuti tecnici ed estetici nettamente superiori all’originale.Cerchiamo di comprendere in primis i vantaggi che derivano dalla sostituzione dello scarico e partiamo con il menzionare l’aspetto forse più importante, le prestazioni.Per installare uno scarico alternativo all’originale facciamo distinzione tra i vari utilizzi che si intende farne: se la moto sarà utilizzata soltanto in pista possiamo rivolgere l’attenzione all’offerta di prodotti prettamente “racing”, tenendo però presente che su molti circuiti è obbligatorio rientrare entro certi limiti fonometrici, ovvero di rumorosità dello scarico stesso.
Uno scarico racing, come dice la parola stessa, è sviluppato per ottenere il massimo delle prestazioni del propulsore, tenendo in considerazione aspetti squisitamente tecnici quali la coppia motrice, la potenza massima e possibilmente anche una certa fluidità di erogazione. Viene tralasciato l’aspetto strettamente fonometrico.
Nel caso più comune, invece, la sostituzione dello scarico riguarda l’utilizzo stradale: in tale circostanza la nostra attenzione deve essere rivolta solamente a prodotti omologati. L’offerta è ampia ma anche in questo caso occorre fare parecchie distinzioni sul tipo di omologazione che certifica il nostro nuovo impianto di scarico: ne parleremo a tempo debito.Il secondo aspetto da considerare è il peso. L’impianto di primo equipaggiamento deve necessariamente rientrare nelle normative europee sulle emissioni inquinanti e fonometriche del modello specifico di motociclo.
Questi parametri fondamentali a cui sottostare fanno sì che lo scarico originale non riesca a soddisfare pienamente le caratteristiche prestazionali, di peso, di estetica. Riguardo proprio al peso, la maggior parte degli impianti di origine sono realizzati a camere interne, facendo largo uso di materiali quali l’acciaio inossidabile (AISI 304 generalmente) ma tenendo alti gli spessori, per avere un prodotto affidabile e duraturo. Un silenziatore originale deve essenzialmente durare!Visto che abbiamo citato la conformazione interna di uno scarico originale, cerchiamo di capire, almeno in linea generale, la necessità di costruirli a camere interne: ciò consente di abbattere facilmente ma drasticamente la rumorosità e limitare le emissioni inquinanti per rispettare la normativa EURO 3. Le emissioni vengono controllate facendo largo utilizzo di catalizzatori a più celle, alloggiati internamente alle camere del silenziatore o lungo il percorso dei collettori, generalmente poco prima dell’ingresso dei gas di scarico nel corpo silenziante.
Vien da sé che l’adozione di uno scarico “after market” deve ridurre notevolmente il peso rispetto a quello di serie; l’utilizzo di materiali “nobili” quali il titanio o la fibra di carbonio per i rivestimenti esterni dei silenziatori (comunementi denominati foderi), la parte interna in acciaio inox o titanio dello spessore di 5-6 decimi di millimetro, i fondelli di ingresso e uscita dei gas di scarico in acciaio o titanio da 8 decimi di millimetro, o addirittura l’adozione di calotte in ergal o fibra composita. Molti produttori di impianti di scarico “aftermarket” utilizzano i migliori materiali in commercio proprio per offrire una valida alternativa all’impianto di serie e in modo da garantire l’aumento delle prestazioni, la riduzione di peso e di conseguenza un drastico abbattimento delle temperature d’esercizio, a beneficio della longevità del propulsore.Prendiamo in considerazione il terzo aspetto: l’estetica, o meglio il design.
Questo aspetto è spesso decisivo nella scelta del nuovo silenziatore. Ovviamente è molto difficile sostituirsi al gusto soggettivo: va detto, comunque, che lo studio estetico dei silenziatori è generalmente affidato a esperti designer, come un qualsiasi oggetto che deve risultare accattivante e “alla moda”. Molte volte, però, le cosiddette scelte estetiche si scontrano con valutazioni tecniche, così che non sempre l’oggetto del nostro desiderio è conforme alle normative in vigore o rispetta i requisiti richiesti.Questo argomento, però, lo tratteremo prossimamente, quando affronteremo un discorso più ampio e dettagliato sugli aspetti costruttivi e sulle caratteristiche necessarie per ottenere l’omologazione europea. Testo di Salvatore SiciliaTitolare della Telco dal 2000, 40 anni, si occupa di approvvigionamento materie prime, ricerca e sviluppo e produzione (fine prima parte)