Chi ha visto la superpole di sabato a Monza non potrà che aver spento la TV un po’ turbato. Vedere pneumatici che fanno un solo giro prima di perdere i pezzi in effetti fa molta impressione. Qualcuno ha pensato a colpe o difetti delle gomme Pirelli: in realtà non c’è niente di tutto questo, la questione è piuttosto differente.Ci sono molte concause che hanno portato a un comportamento così particolare delle gomme rain. La situazione a Monza era veramente anomala: una parte della pista quasi perfettamente asciutta (e purtroppo era la parte più veloce); un’altra, in particolare la parabolica, praticamente fradicia. Situazione molto ingarbugliata, quindi, cui si aggiunge la particolarità del tracciato monzese, che ha caratteristiche così anomale da obbligare Pirelli (il fornitore unico della SBK) a portare pneumatici speciali anche da asciutto. Dunque, venendo al sodo, se gli pneumatici Slick lavorano al meglio a temperature attorno ai 90-100°, le Rain sono progettate per scaldarsi subito e per dare il massimo a temperature attorno ai 50°: oltre questa temperatura su una pista bagnata non si va. Superata questa soglia il pneumatico va “fuori temperatura” e inizia il fenomeno del “blistering” ovvero la formazione di bolle sotto al battistrada, che si stacca dalla carcassa.Sabato a Monza la situazione era davvero critica: il tracciato brianzolo è molto lungo e si sviluppa dentro a un bosco, quindi ha molte zone d’ombra. Le condizioni dell’asfalto erano tutt’altro che uniformi: non era abbastanza asciutto per stare in piedi con le slick e non era abbastanza bagnato per assicurare che una rain non andasse oltre la temperatura consentita. La classica pista da gomma “intermedia”, quindi, che sarebbe progettata proprio per queste situazioni. Ma com’è fatta una gomma intermedia? Semplificando molto potremmo dire che si tratta di una gomma intagliata più vicina alla slick che alla rain. Spesso per realizzarla si parte proprio dalla gomma da asciutto (con mescole particolari più rapide nel riscaldamento) a cui si applicano intagli modesti che possano scaricare un minimo di acqua e offrire qualche “spigolo” per “attaccare” meglio sulla superficie umida.Come da dicitura, la “intermedia” ha un comportamento intermedio per cui in pratica sta nel mezzo, non eccelle in nulla. Fa “benino” un po’ tutto: se c’è troppo bagnato non ha il grip di una rain e se c’è troppo asciutto non ha il grip della Slick. Ma in condizioni di mezzo-e-mezzo questa gomma è probabilmente la soluzione migliore. Pirelli oggi (oltre a sottolineare che, a parte la spettacolarità della perdita di pezzi di battistrada, non c’era alcun pericolo per i piloti) ha consigliato a tutti i piloti di utilizzare l’intermedia ma non l’ha utilizzata quasi nessuno (nelle foto in gallery si vede che Giugliano e Hopkins l’hanno almeno provata). La cosa è quanto meno curiosa: in MotoGP si lamentano tutti perché non esiste la gomma intermedia. In Superbike dove l’intermedia esiste i piloti non la utilizzano. A detta di Giorgio Barbier, responsabile Pirelli, l’ultima volta che è stata utilizzata una intermedia in SBK è stato nel 2004, quando Frankie Chili a Misano con un asfalto mezzo asciutto e mezzo bagnato fece una gran rimonta vincendo su Laconi (che girava con le rain).Possibile che dal 2004 non ci sia mai stato nessuno che abbia preferito le intermedie alle rain o alla slick? Mi piacerebbe sentire il parere dei piloti a questo proposito, ma provo a immedesimarmi in loro (ho provato una volta le intermedie e devo dire che non mi erano piaciute granché) e a dare una mia spiegazione. Ai piloti non piace mai improvvisare, entrare in pista alla cieca. Nessuno conosce bene le gomme intermedie, anzi potremmo dire che non i piloti non le conoscono per niente, perché nessun team fa i test con le intermedie. O si prova sull’asciutto o si prova sul bagnato, quando c’è il mezzo e mezzo spesso non si prova affatto. Quindi non si hanno dati, non si conoscono assetti: probabilmente le intermedie vogliono un loro assetto specifico che nessuno conosce realmente. Troppo rigido l’assetto da asciutto, troppo morbido quello da bagnato.Normalmente le situazioni da intermedia evolvono poi molto rapidamente perché o ricomincia a piovere oppure, se ha smesso da poco, la pista, o meglio la traccia, si asciuga in fretta e si va più forte con le slick (tanto è vero che la pole sabato Guintoli l’ha ottenuta con una Slick posteriore). Per cui si capisce molto presto da che parte sta virando la situazione e ci si attrezza di conseguenza. Meglio quindi usare una gomma che dura un giro (tutti erano ben consci che le Rain avrebbero fatto pochi giri) ma un assetto sicuro che ti permette di avere ben chiari i comportamenti della moto, piuttosto che entrare al buio, dovendo imparare le reazioni della moto in pochissimo tempo. Quando c’è in ballo una pole o una vittoria a tutti piace andare sul sicuro. Voi cosa avreste fatto? Detto questo, vanno fatti i complimenti a tutti quelli che sabato hanno disputato la superpole. Gran cuore, gran gas e molto sangue freddo. Hanno lavorato in una situazione davvero difficile, anche psicologicamente. Massimo rispetto.Per dovere di cronaca alleghiamo la dichiarazione di Giorgio Barbier nell’immediato dopogara, dopo che i problemi meteorologici hanno condizionato pesantemente le due gare di Monza. Ci fa molto piacere aver anticipato di un giorno alcune spiegazioni tecniche.“Il weekend di Monza è stato sicuramente condizionato fin dal sabato dalle condizioni metereologiche che sono state sempre molto variabili con sprazzi di tempo sereno che repentinamente si alternavano a pioggia e, in alcuni minuti, addirittura grandine. Per quanto riguarda la Superbike, ci tengo innanzittutto a fare una precisazione importante sulla Superpole di sabato: Pirelli ha costantemente consigliato a team e piloti di utilizzare gli pneumatici intermedi che avevano a disposizione, consiglio questo che però è stato quasi totalmente ignorato dal momento che quasi la totalità dei piloti hanno utilizzato gomme da pioggia, chiaramente questo può essere motivato dal fatto che il tracciato in alcuni punti era totalmente asciutto, in altri era bagnato per via degli alberi che a bordo pista non permettono una rapida asciugatura dell’asfalto. Gli pneumatici da pioggia vanno bene quando lavorano a 50°-60° ma sui due rettilinei consecutivi, che erano completamente asciutti, hanno ovviamente raggiunto temperature ben oltre i 200°, cosa che ha provocato la fusione della mescola centrale. Anche su questo aspetto ci tengo a rassicurare tutti, gli pneumatici Pirelli hanno una particolare struttura con cintura di acciaio e quindi non possono assolutamente esplodere. Ciò detto, nella giornata di domenica i piloti delle classi Superstock hanno regolamente corso, in condizioni addirittura peggiori di quelle che si sono presentate durante le gare di Superbike, utilizzando all’anteriore gli pneumatici da pioggia e al posteriore le intermedie o gli pneumatici da gara. In Supersport, a riprova ulteriore che gli pneumatici da pioggia Pirelli posso sostenere assolutamente senza problemi una gara intera, i piloti hanno regolarmente svolto e terminato la gara per l’appunto utilizzando pneumatici da pioggia. E’ stato un peccato quindi che, pur avendo i piloti Superbike a disposizione due soluzioni intermedie al posteriore, abbiano aspettato soltanto di utilizzare pneumatici slick. Partita la gara si è comunque visto che si poteva fare una bella gara anche in quelle condizioni”.