Cosa comporta cadere in moto? Che conseguenze ha la caduta sul corpo di un pilota? Chi va in moto lo sa bene. Ma a parte i dolori del giorno dopo (quando va tutto bene), ai giorni nostri è la “telemetria umana” a dirci cosa ci accade quando malauguratamente incappiamo in una caduta. Sì, perché ormai le tute non sono più semplici “corazze” che proteggono dagli urti ma almeno nelle versioni top autentici concentrati di tecnologia.
Le tute dotate di airbag, infatti, contengono una gran quantità di sensori, necessari per “capire” quando il pilota sta effettivamente cadendo e di conseguenza far gonfiare il pallone salvavita al momento giusto, senza confondere una caduta con una semplice sbandata, ad esempio. In questo momento in cui la tecnologia è agli inizi sono i piloti di MotoGP e Superbike ad offrire il miglior banco prova: grazie a loro i costruttori di tute con airbag (che sono al momento solo due, Alpinestars e Dainese) acquisiscono milioni di dati su tutte le cadute possibili. Perché in moto, per modo di dire, è sempre “buona la prima”: le cadute sono tutte differenti e più dati si hanno meglio si riescono a interpretare i movimenti del pilota una volta che si stacca dalla moto. Certo, probabilmente nessuno si aspettava di poter registrare dati come questi.
Venerdì 31 maggio, Autodromo del Mugello, prove libere della MotoGP. Marc Marquez scollina a 340 orari in fondo al rettilineo, si attacca ai freni per la staccata della San Donato. Forse la sua azione è un po’ troppo violenta, chissà. Sta di fatto che del tutto inaspettatamente l’avantreno si chiude. Marquez riprende la moto ma punta il muretto laterale a velocità folle e quindi scende dalla moto in corsa per evitare il peggio. Dal momento in cui il sistema inserito nella tuta indossata da Marquez rileva l’incidente e fa esplodere l’airbag a quando tutto finisce passano 4 interminabili secondi. Sul corpo di Marquez succede di tutto, Marquez impatta per 12 volte, il tutto raccontato per bene da questi grafici impressionanti che Alpinestars ha reso pubblici.
Di seguito vi riportiamo i fatti come riportati dall'azienda di Asolo.
Velocità al momento della perdita di controllo: 337,9 km/h Primo impatto al suolo: 0,080 secondi (80 millesimi) dopo la rilevazione dell’incidente Primo impatto al suolo: 0,030 secondi (30 millesimi) dopo il completo gonfiaggio dell’airbag (tempo gonfiaggio airbag 50 millesimi di secondo) Decelerazione massima registrata durante l’incidente: 25 G (non sapremo mai se è la massima energia accumulata da Marquez durante l’impatto, 25G è il massimo registrabile dai sensori della tuta) Durata della caduta: 4″250 secondi
Marquez ringrazia, e anche noi…