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Prova Piaggio X10 500

Dopo aver presentato le versioni 350 e 125, Piaggio lancia l’ammiraglia della gamma X10. Motore 500 ma anche tanta elettronica per offrire davvero qualcosa in più. A 7.700 euro

Anche se guardando i numeri del mercato può sembrare che, oltre una certa cilindrata, gli scooter ormai debbano essere solo bicilindrici, ci sono ragioni ben precise per cui Piaggio ha deciso di lanciare la versione 500 del suo X10. Dopo numerosi test di mercato e interviste in oltre 10 Paesi, Piaggio si è resa conto che per l’X10 500 esiste ancora un cliente tipo. Sicuro di ciò che vuole, piuttosto conservatore, ha già avuto maxi scooter e sa bene ciò che cerca: “lusso” e comfort a 360 gradi.LIVEQuesto tipo di cliente, secondo Piaggio, apprezzerà senz’altro il nuovo X10 500, ultimo nato di una stirpe di maxi scooter che affonda le radici negli anni 90, quando nacque l’Hexagon. Il 500 è il completamento naturale della gamma X10, l’ammiraglia, non solo per via della cilindrata ma anche per il contenuto tecnologico che porta in dote. L’X10 500 vuole offrire, quindi, quel qualcosa in più che tanto piace al famoso “cliente tipo”. A partire dalla sospensione posteriore, che su questa versione adotta il precarico regolabile elettricamente per mezzo di due pulsanti piazzati nel retroscudo. La regolazione è in continuo (non esistono quindi i vari step comfort road sport, ma si può regolare anche di 1 mm per volta), per cui il pilota può decidere di definire a piacimento il precarico molla, secondo il carico o le condizioni del fondo stradale.Parlando di tecnologia spesso siamo ormai abituati a pensare ai produttori italiani come dei follower, dimenticandoci che, molto spesso, le primizie nascono proprio dalle nostre parti. Come per l’ASR, Piaggio è stata la prima a introdurre l’ABS su uno scooter (l’X9), a realizzare un tre ruote (MP3) e uno scooter ibrido marciante e omologato. Ora l’X10 500 aggiunge anche la possibilità di integrare uno smartphone (per ora iPhone, presto anche Android) alla strumentazione, con una soluzione che abbiamo visto su una infinità di prototipi ma che per la prima volta si traduce in realtà. L’app si chiama Piaggio Multimedia Platform e si scarica gratuitamente: 190 euro per la centralina, 30 per il supporto solidale al manubrio e avrete una strumentazione aggiuntiva che manco una Bentley.Dialogando per mezzo di un protocollo Bluetooth, smartphone e centralina (che legge i dati veicolo dalla linea CAN) offrono all’utente una serie pressoché infinita di informazioni. Ci sono gli strumenti classici (contagiri e contachilometri) ma anche l’angolo di piega (!), la coppia erogata, il consumo istantaneo e medio e altre simpatiche amenità. Il sistema svolge anche funzione di acquisizione dati, registrando i dati del percorso, e fa da navigatore, tra le altre cose in grado di guidarvi alle stazioni di servizio e ai centri assistenza Piaggio più vicini. Tutto comandato direttamente dal touch screen dell’iPhone, che per sicurezza si disattiva oltre i 5 km/h. Un gadget? Forse, ma di sicuro più utile di molti altri. Il sistema battezzato PMP (Piaggio Multimedia Platform) è disponibile come accessorio anche per l’X10 125 e 350 e lo sarà per tutti i Piaggio che verranno.In mezzo a tutte queste belle cosette il motore monocilindrico Piaggio doppia accensione da 492 cc rischia di passare quasi inosservato. Eppure resta un motore interessante, perché potente (41 cv) e poco assetato (durante la prova il consumo oscillava tra i 22 e i 27 km/litro secondo lo stile di guida).  Tra le altre caratteristiche dell’X10 500, la forcella con steli di 41 mm di diametro (su 125 e 350 è da 35 mm) più adatta alle prestazioni e al peso del maxi Piaggio. Questo modello è già in vendita nella sola versione Executive a 7.700 euro franco concessionario, 800 euro in più rispetto al 350.DRIVEMi è capitato spesso in passato di affermare che quando Piaggio sarebbe riuscita a produrre anche scooter “normali” con la qualità eccelsa della Vespa sarebbero stati tempi duri per la concorrenza. I tempi duri stanno arrivando, perché gli ultimi nati a Pontedera hanno compiuto un salto in avanti notevole, non solo per quel che riguarda la qualità percepita ma anche sul fronte della guida. Sarà per i nuovi processi produttivi che hanno interessato gli stabilimenti di Pontedera, sarà per il cambio marcia nella progettazione: fatto sta che guidare i nuovi Piaggio (Beverly ST e X10) è un piacere.Probabilmente nella famiglia dei maxi Piaggio il 300 è il mezzo più equilibrato (vi rimando alla prova di Edoardo per approfondire). Tuttavia, il 500 è stato pensato per chi vuole quel qualcosa in più anche quanto a prestazioni. Chi lo compra sappia, però, che dovrà rinunciare a un po’ di capacità di carico, perché il motore 500 ingombra di più e toglie spazio al vano sottosella, che resta comunque molto ampio ma non altrettanto profondo nella zona anteriore. Per tutto il resto l’X10 500 ricalca con la carta carbone il fratello minore: posizione in sella, comfort e protezione aerodinamica sono di alto livello. In più c’è la chicca del PMP e di tutte le sue informazioni aggiuntive, che spaziano dalla pura curiosità alla grande utilità.Il buon lavoro dei tecnici Piaggio ha interessato anche il motore: il 492 Piaggio è sempre stato potente ma anche piuttosto ruvido nell’erogare la potenza. Differenti attacchi al telaio (come il fissaggio del tutto particolare del monoammortizzatore) e, soprattutto, nuove mappature, lo hanno reso più fluido nel funzionamento a tutti i regimi. Ovvio, è sempre un monocilindrico e il pulsare tipico di questa architettura motoristica si fa sentire soprattutto attorno ai 2.500 giri. Una volta superata questa soglia, però, l’X10 diventa morbido come raramente lo è stato un 500 Piaggio.Anche la guida riesce a dare soddisfazioni, nei limiti di un maxi scooter comfort qual è l’X10. Lungo e relativamente leggero, l’X10 preferisce senza dubbio i percorsi scorrevoli a quelli molto tortuosi. La dotazione di sicurezza non presta il fianco a critiche: ABS di alto livello (i comandi sono ottimi per feeling ma le leve sono un po’ lontanucce per chi ha mani piccole) e ASR vigilano sul guidatore senza che lui si accorga di nulla, pronti a entrare in funzione in modo morbido e rassicurante quando ce ne è la necessità. Molto comoda la possibilità di regolare l’assetto in continuo e dal retroscudo, anche se in verità ho trovato la configurazione più “scarica” già piuttosto sostenuta, almeno nella guida a solo.

 

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