Maxi Naked o Midimaxi?
Maxi naked. Si fa presto a catalogare una moto in questo segmento. Motore di grande cilindrata e molto “forzuto”, assenza di carenatura, sportività intrinseca. Bastasse questo sarebbe molto semplice. Invece no, perché questo segmento viene affrontato con filosofie differenti dai costruttori che, in alcuni casi, spingono al massimo sulle prestazioni (come i principali brand europei), mentre in altri restano su canoni più normali, proponendo moto meno eclatanti dal punto di vista dei numeri e con un’indole più stradale che corsaiola.
Il giusto mezzo?
Qual è la strada giusta da seguire non è sicuro. In un mercato come quello italiano in cui i numeri della scheda tecnica sono ancora una forte motivazione all’acquisto, la seconda opzione può essere un rischio. Ma la Suzuki GSX-S 1000 potrebbe anche centrare l’obbiettivo perché ha una linea che è uscita definitivamente dall’anonimato, un motore che non è eccessivo ma gustosamente grintoso, una dotazione elettronica essenziale ma funzionale e, soprattutto, costa solo 13.190 euro, un prezzo quasi da “media” con cui portarsi a casa una maxi “tagliente”.
Look affilato
Tagliente, sì, perché è evidente che ad Hamamatsu devono aver fatto scorta di righelli. La new age della loro maxi naked parla il linguaggio aguzzo di linee tese e proiettate verso la ruota anteriore. “The Beauty of Naked Aggression” è il nome del corso stilistico che ha trasformato la GSX-S da “semplice” maxi naked a una moto che ora si atteggia a streetfighter. Impossibile non menzionare la comparsa di due piccole ali (più estetiche che funzionali, a dire il vero), che sono ormai il must anche per le nude. Un design sicuramente meno democratico di quello della moto precedente. Perché la nuova Suzuki GSX-S 1000 o piace o non piace. Vie di mezzo non ce ne sono.
Cosa cambia
Di lei abbiamo già parlato in modo approfondito nel nostro articolo di presentazione. Qui facciamo un rapido richiamo. Partiamo dall’hardware, che praticamente ricalca quello della precedente GSX-S1000. Il quattro cilindri in linea da 999 centimetri cubi deriva da quello, immortale e indistruttibile, della GSX-R K5. Un motore eccezionale sulla sportiva di quei tempi e decisamente in forma su una naked come la GSX-S 1000. Le novità sono i corpi farfallati più grossi e i nuovi alberi a camme per rientrare nell’omologazione Euro 5 senza perdere cavalli, che anzi sono aumentati, passando da 150 a 152, con una coppia di 106 Nm. Invariata la ciclistica: telaio di alluminio, sospensioni e quote vitali sono le stesse.
Software
A cambiare è il software, con un pacchetto elettronico che sulla moto precedente non c’era. Parlo di Ride By Wire multimappa, cambio elettronico bidirezionale e del controllo di trazione regolabile su 5 livelli. Tutta la nuova elettronica della Suzuki GSX-S 1000 si piazza sotto il cappello del sistema SIRS (Suzuki Intelligenze Ride System). Le mappature motore sono tre: Active, Basic, Comfort, tutte a potenza piena ma con diverse logiche di apertura delle farfalle. Active offre un’erogazione e una risposta del gas più aggressiva, ponendosi come soluzione ideale per la guida sportiva. Basic punta a garantire maggiore rotondità d’erogazione, rendendo il motore più sfruttabile in qualsiasi condizione d’utilizzo. In condizioni di scarsa aderenza, sicurezza e guidabilità l’ideale è il mode C, Comfort, in grado di restituire una risposta del gas ancora più morbida.
Nuova posizione di guida
Le novità non finiscono con l’elettronica, visto che Suzuki ha lavorato sulla posizione di guida, leggermente più eretta. Il manubrio è più largo di 23 mm e più arretrato di 20, la sella è a 810 mm da terra e il serbatoio si sviluppa maggiormente in verticale; va detto che è un serbatoio inusuale per una naked, visti i suoi ben 19 litri di capacità.
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