In viaggio e in gara con la Moto Guzzi V7
Si, viaggiare. E poi correre. Con la stessa moto. Sembra un controsenso ma si può fare e in fondo era proprio quello che accadeva in passato dove le moto erano solo moto e per trasformarla da stradale, pistaiola, o a fuoristrada era sufficiente cambiare qualche pezzo. L’idea ci è venuta lo scorso anno, quando a Vallelunga abbiamo affrontato la nostra prima esperienza con il Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance. Ci è rimasto nel cuore e ci abbiamo voluto riprovare, questa volta però vivendo entrambe le anime della V7 fino in fondo. Da una parte l’anima turistica, quella che ti inculca quello che io chiamo l’andamento lento e che ti fa gustare la moto andando piano e gustandoti le belle strade appenniniche. Dall’altra l’anima racing, decisamente più insospettabile, ma non meno interessante.
Moto Guzzi V7 come si trasforma in una moto da corsa
Ma alla fine come fa questa V7 a trasformarsi da paciosa turistica a racer mangiacordoli? La ricetta, tanto semplice quanto efficace è quella dei fratelli Guareschi, due che masticano corsa da prima del ciuccio e che le Guzzi le conoscono come nessuno. Sulla moto da trofeo cambiano scarico filtro aria e mappatura motore, il che fa guadagnare circa 9 cavalli. Ammortizzatori e cartucce forcella sono specifici per la pista e cambia anche il disco freno anteriore rimpiazzato da uno di maggior diametro. Pneumatici? Disegno retrò ma mescola moderna, di fatto quasi una SC2. Le pastiglie freno sono specifiche. Il kit prevede anche semimanubri e pedane arretrate e rialzate. Volendo si può montare anche il cambio rovesciato. Ecco come una classica riesce a girare in 1.57 a Misano, ed ecco cosa è successo nel nostro viaggio e nella nostra gara.