Sono passati quarant’anni dalla presentazione della prima GSX-R e quasi un quarto di secolo dal lancio della GSX-R1000. Suzuki, rispondendo al grido di dolore dei tanti appassionati di questo modello, ha finalmente deciso di presentare la nuova versione, aggiornata alla normativa Euro5+. Considerando l’heritage della famiglia GSX-R e il successo commerciale ottenuto in tanti anni di storia questa è sicuramente una buona notizia, anche se il mondo della moto è cambiato e le più vendute ora hanno forme e contenuti tecnici ben diversi da una sportiva 1000 con 195 cavalli di potenza.

Design inconfondibile
Lo stile resta quello che per molto tempo ha reso la famiglia GSX-R1000 riconoscibile fin dal primo sguardo. La continuità nel design, in un contesto in rapido cambiamento sulla scia delle innovazioni aerodinamiche che arrivano dalle competizioni di MotoGP e Superbike, forse è persino eccessiva. Le “alette” sulla nuova GSX-R1000 ci sono e riprendono il disegno di quelle utilizzate dal Team Suzuki CN Challenge alla 8 Ore di Suzuka del 2024. In particolare il costruttore giapponese specifica che sono in fibra di carbonio Made in Japan. Ma rispetto alla concorrenza le dimensioni sono decisamente compatte e in più si tratta di un accessorio, mentre sui modelli della concorrenza sono giudicate indispensabili per ottimizzare le prestazioni dinamiche.

Tre colorazioni
Il gruppo ottico anteriore Full LED è compatto e ben inserito in un cupolino dal disegno familiare, a sua volta parte di una carenatura di cui Suzuki rimarca l’efficienza aerodinamica. Le prese d’aria del sistema SRAD (Suzuki Ram Air Direct) si spalancano intorno al faro, dove la pressione è massima. Compatto il codino e del tutto inedito il lungo terminale di scarico. Tre le colorazioni proposte, a partire dalla classica versione bianca e blu, che sarà certamente la più richiesta. Elegante la combinazione bianca e rossa, grintosa e di chiara ispirazione racing quella gialla e nera.

Al di là degli aspetti stilistici, decisamente conservativi, la nuova GSX-R1000 è stata rivista nel motore e nella ciclistica, pur senza radicali cambiamenti, mentre la gestione elettronica è stata arricchita per potersi inserire in un segmento che su quel fronte ha investito molto negli ultimi anni.

Motore silenziosamente rinnovato
Il quattro cilindri in linea di 999,8 cc eroga 195 CV a 13200 giri, mentre la coppia massima di 110 Nm è ottenuta a 11000. Aspirazione e scarico sono stati completamente rivisti, al pari dei pistoni. Differente lo schema degli iniettori, con l’ugello principale che ha ora 8 fori invece che 10; sopra di esso è montato un iniettore secondario (Suzuki Top Feed Injectors S-TFI) che spruzza carburante soltanto ad alto numero di giri, migliorando secondo i tecnici sia l’efficienza complessiva sia la risposta al gas. I corpi farfallati passano da 46 a 48 mm di diametro. Sempre per migliorare l’efficienza sono stati ridisegnati i condotti di aspirazione e di scarico, mentre la nuova forma dei pistoni ha permesso di alzare il rapporto di compressione da 13.2:1 a 13.8:1, anche per ospitare nuove valvole di scarico maggiorate, da 24 a 25 mm di diametro. Modificati gli alberi a camme, non nell’alzata ma nel disegno, la cinghia che li muove e i bilancieri di controllo delle valvole. Il Suzuki Racing Variable Valve Timing (SR-VVT), ossia il sistema di alzata variabile delle valvole, è stato reso ancora più compatto: permette di ottimizzare il rendimento a tutti i regimi.

Tutto nuovo il sistema di scarico, con schema 4-2-1 e catalizzatore avvicinato al motore per ridurre i tempi necessari a raggiungere la temperatura ottimale. La riprogettazione ha permesso di ridurre il volume del silenziatore in titanio da 8,3 a 5,5 litri, compattando il volume a beneficio dell’impatto estetico.
Ciclistica da scoprire
Le informazioni su telaio e forcellone sono ancora poche. Il telaio ha il classico disegno a doppia trave discendente ed è realizzato in alluminio, con un’asola anteriore per agganciare il motore e la mensola reggisella smontabile. In alluminio è naturalmente anche il forcellone. La scelta per gli pneumatici è caduta sulle Bridgestone Battlax Racing Street RS11 in misura 120/70 anteriore e 190/55 posteriore. L’interasse è contenuto in 1.420 mm, il serbatoio ha 16 litri di capienza. Il peso dichiarato in ordine di marcia è di 203 kg. L’impianto frenante arriva dall’Italia ed è di produzione interamente Brembo, con pinze radiali a quattro pistoncini (32 mm di diametro) su dischi da 320 mm davanti e disco da 220 mm dietro dietro.

Pacchetto elettronico completo
Il pacchetto elettronico è piuttosto ricco, a partire dal Suzuki Drive Mode Selector che permette di scegliere tra le modalità Active, Basic e Comfort, in ordine decrescente di prontezza nella risposta del gas. Cambia cioè l’erogazione ma non la potenza massima, che resta sempre pari a 195 cavalli.
Il controllo di trazione regolabile su 10 livelli e disinseribile riceve informazioni dell’IMU Bosch a 6 assi, oltre a considerare l’angolo di apertura dell’acceleratore, la posizione dell’albero motore (e i giri motore), i sensori sulle due ruote e sul cambio. Quando necessario il controllo di trazione interviene sul corpo farfallato, sull’iniezione e sull’accensione.
Il controllo dell’impennata (Lift Limiter), oltre ai parametri citati sopra, monitora l’azione sulla frizione. Il Roll Torque Control gestisce l’erogazione considerando l’angolo di piega della moto, per evitare un’eccessiva disponibilità di coppia in condizioni potenzialmente critiche.
Non potevano mancare il Launch Control, azionato da un tasto sul blocchetto destro, e il quickshifter bidirezionale. L’ABS Cornering è presente e Suzuki lo chiama Motion Track Brake System, mentre per evitare il sollevamento della ruota posteriore c’è lo Slope Dependent Control System. Per rendere più facile la gestione della moto è stata introdotto l’assistenza a basso numero di giri, mentre l’Easy Start permette di avviare il motore con la semplice pressione del tasto, senza tirare la frizione ma ovviamente soltanto in folle.

Infine prezzo e disponibilità: dovremo attendere perché per ora non si sa nulla in proposito!