Prova off-road – Federico Faccioni
“Per capire la filosofia che sta dietro alla Moto Morini X-Cape occorre partire dal fuoristrada”. Queste le parole che Stefano ha scelto per introdurre l’adventure di Morini. Fare una prova solo in off road non avrebbe avuto molto senso dato che questa moto verrà usata principalmente su strada. Una volta arrivato il venerdì e terminata la prova su strada però ci siamo resi conto che sarebbe stato un vero peccato lasciare la moto in redazione per tutto il weekend. Così abbiamo pensato di portarla su un tracciato a lei poco congeniale: un fettucciatone di enduro, completo di buche naturali e sentieri nel bosco. Le aspettative non erano altissime: va bene il look dakariano, va bene l’impostazione fuoristradistica, ma andiamo, come può una moto così “semplice” divertire in fuoristrada, e invece…
Ergonomia
Tutti gli aspetti riguardanti l’ergonomia che Stefano ha evidenziato durante la prova su strada si ritrovano anche quando si mettono le ruote lontano dall’asfalto. In questo caso però il manubrio appare meno lontano dalla sella, complice la posizione di guida in piedi. Su strada non avevo apprezzato particolarmente il fatto che il manubrio fosse anche un po’ troppo alto rispetto alla sella, ma una volta che ci si alza in piedi si nota con piacere come questo si trovi in una posizione (quasi) perfetta. Le pedane si confermano invece poco ergonomiche sia per via del fatto che sono vincolate al telaio tramite un supporto che tende ad allargare i piedi rispetto alle gambe, sia perché essendo un tutt’uno con le pedane passeggero si fatica a trovare la posizione dei piedi ideale, che restano sempre larghi nella zona dei talloni. Due aspetti che ho apprezzato molto sono invece l’altezza sella di 845 mm che permette di mettere sempre bene i piedi a terra (sono alto 180 cm) e la seduta molto piatta che permette di spostarsi durante la guida con estrema facilità.
Motore
Il motore si conferma un po’ “addormentato” anche in fuoristrada, ma va riconosciuta l’estrema linearità dell’erogazione. Chi ha intenzione di cimentarsi in qualche traverso non dovrà fare altro che giocare con il gas senza preoccuparsi troppo del regime di rotazione del motore, basta non scendere sotto ai 2.500 giri. La potenza non è molta, è vero, ma chi si approccia al mondo del fuoristrada troverà sicuramente molto vantaggioso avere un comando del gas meno sensibile e una salita di regime leggermente più lenta. L’unico aspetto che non mi ha fatto particolarmente impazzire è il comando della frizione che non brilla per reattività.
Ciclistica
Quelli che pensavo essere i grandi limiti della Moto Morini X-Cape (oltre al motore) si sono invece rivelati i suoi pregi più grandi. La ruota anteriore da 19″ rende la moto abbastanza reattiva nei cambi di direzione, mitigando il peso da vera maxi enduro. Le sospensioni mi piacciono, soprattutto la forcella che su strada si era dimostrata un po’ rigida nell’assorbimento delle buche in rapida successione, evita che l’avantreno “sbacchetti” quando si affronta la classica serie di buche.
Buono anche il comportamento del monoammortizzatore, nonostante l’assenza del leveraggio renda l’azione smorzante un po’ troppo secca. Quando si esagera e si prova ad affrontare tratti molto sconnessi a velocità eccessive si evidenzia la scarsa luce a terra, che ha come aggravante la presenza dei collettori sotto al basamento del motore. Situazione molto “delicata” almeno in apparenza, che consiglia di inserire come optional obbligatorio, oltre ai paramani, il paracoppa in alluminio. In apparenza, dicevo, perché poi di fatto quando alla fine del giro si fa il classico check dei danni si scopre che di danni in realtà non ce ne sono. Il merito è delle sospensioni che, come si può osservare dallo sporco presente sugli steli della forcella, non arrivano mai a fondo corsa.