Ride
Forse in Royal Enfield devono aver pensato: “se hai una moto con carattere e stile da vendere, perché farla andare fortissimo in modo che nessuno possa guardarla?”. In effetti non fa una piega, chi ama farsi guardare non si mette a correre per strada, meglio una bella camminata disinvolta che metta in risalto i propri pregi. Un sound riconoscibile, un accostamento di colori azzeccato e dei dettagli degni di nota, come i badge posti sotto il serbatoio. Siamo tutti d’accordo, ma una moto, per quanto tranquilla deve pur funzionare, no?
Prima di partire…
Che la Royal Enfield Scram 411 discenda dall’Himalayan lo si capisce anche una volta saliti in sella: posizione di guida eretta, gambe abbastanza piegate (almeno per me che sono alto un metro e ottanta) e una sella che è morbida e larga il giusto. Vista l’attitudine prevalentemente stradale i tecnici della Casa hanno pensato di abbassare leggermente il manubrio, ma hanno riprogettato anche la zona posteriore, nonostante le tabelle laterali continuino a interferire con le gambe una volta che ci si alza in piedi sulle pedane. Toccare a terra, neanche a dirlo apposta è un gioco da ragazzi. I 5 mm di seduta in meno rispetto alla cugina che porta il nome di una delle montagne più famose del mondo non si avvertono, ma faranno sicuramente comodo a chi è di gamba corta.
Sotto agli occhi di chi guida non c’è niente, o quasi. I due strumenti circolari appoggiati davanti al manubrio assolvono alle funzioni di tachimetro e navigatore. Esatto, classica e semplice, ma comunque al passo con i tempi. La Scram 411 è dotata dell’ormai noto navigatore turn by turn sviluppato in collaborazione con Google. Per utilizzarlo basta scaricare l’applicazione “Royal Enfield App”, connettere lo smartphone al piccolo display TFT e il gioco è fatto.
Ascoltami
Il monocilindrico che equipaggia la Scram 411 è identico in tutto e per tutto a quello della Himalayan: 411 cc, 24,3 CV e 32 Nm. Inutile dire che non stiamo parlando di un concentrato di potenza, ma nel suo essere così ruvido, lento a salire di giri, con il cambio dagli innesti secchi, passeggiare tra le vie del centro è un vero piacere. Passare dalla seconda alla terza in città, mentre si viene accompagnati dagli scoppiettii, anche se molto blandi, dello scarico ti fa sentire in un’altra epoca, dove la velocità è relativa, il bello è gustarsi ogni singolo metro e ogni colpo di gas in scalata.
I rapporti disponibili sono “solamente” cinque e la velocità di punta è limitata a 120/130 km/h; se a questo si aggiunge l’inesistente protezione aerodinamica, è facile rendersi conto di come l’autostrada non sia il terreno di caccia preferito dalla scramblerina di Royal Enfield. Se poi non potete proprio farne a meno, sappiate che volendo si fa tutto, basta non aspettarsi il comfort di una maxi enduro.
Senza fretta si sta più comodi
Usate un po’ di immaginazione: uscite dal classico bar in centro dopo l’altrettanto classico Spritz rigorosamente con il Campari (scherzo, prima di salire in moto non si beve alcol), dovete tornare a casa e vi aspettano svariati km di pavé. Nessun problema, la Scram 411 offre sempre una buona dose di comfort, grazie alla spiccata capacità di assorbimento della forcella; dietro invece va detto che, per quanto orientato a ritmi di guida tranquilli, il monoammortizzatore rimanda qualche colpo sulle sconnessioni più pronunciate. Più in generale la Scram si comporta bene tra le curve, non aspettatevi un carattere da motard, sia chiaro, ma con questa potenza mettere in crisi la ciclistica è davvero difficile. Infatti una volta in sella si riesce a fare un po’ quello che si vuole, la parola d’ordine è semplicità.
Capitolo freni: come la maggior parte delle Royal Enfield, anche la nuova arrivata frena poco davanti e frena il giusto dietro. Credo sia importante specificare che la scarsa potenza frenante anteriore è frutto di una precisa scelta dei tecnici di Royal Enfield, che hanno sviluppato l’impianto in modo tale che un neofita non si debba confrontare con un freno troppo aggressivo e difficile da gestire. Sta di fatto che, secondo noi, un po’ di mordente in più non avrebbe guastato.
Polvere, non ti temo
La ruota anteriore è da 19″ e non da 21″, ma sia davanti sia dietro ci sono i raggi. La forcella è più corta di quella della Himalayan, 190 mm di escursione al posto di 200 mm, ma parliamo comunque di una corsa generosa. L’ergonomia viene un po’ penalizzata dalla forma delle tabelle laterali, ok, ma la zona dove le ginocchia stringono la moto è comunque molto stretta. Avete capito di cosa stiamo parlando? Esatto della guida in offroad. Per quella c’è l’Himalayan direte voi, ma non tutti necessitano di qualcosa di così “specialistico”, c’è chi potrebbe preferire una moto più orientata alla strada, comunque in grado di affrontare la classica strada bianca.
E per questo la Royal Enfield Scram 411 è perfetta: leggera nei cambi di direzione, merito della ruota anteriore da 19″, semplice da guidare anche in piedi e con una potenza giusta per permettersi di spalancare il gas senza il terrore di girarsi al contrario. Senza dimenticarsi delle sospensioni, che pur non essendo il massimo della sportività sono in grado di assorbire (quasi) qualsiasi asperità, a patto di non andare troppo forte. Ma per quello, forse, non c’è problema.