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Prova Moto Guzzi Audace e Eldorado

Si allarga la gamma basata sulla piattaforma con il “Big Block” bicilindrico da 1400 cc. Audace ed Eldorado interpretano la cruiser all’italiana in due modi completamente differenti. Gran bel motore, ottima guida e finiture impeccabili. Obiettivo: andare a caccia di nuovi Guzzisti

Via Parodi 57, Mandello del Lario. Passeggiando tra queste mura si respira la storia della motocicletta. Un luogo mitico, unico, in cui sono nate moto incredibili, geniali. Un luogo che ancora oggi continua a sfornare nuove Moto Guzzi. Una storia che i vertici del Gruppo Piaggio vogliono salvaguardare attraverso importanti investimenti – il sito produttivo di Mandello diventerà la sede futuristica della Moto Guzzi, secondo le dichiarazioni di Colaninno ci sono già progetti pronti a partire – ma soprattutto attraverso prodotti che siano in grado di reggerne il peso. Probabilmente gli appassionati del marchio, tantissimi nel mondo, hanno fretta: vorrebbero tante moto, subito, per vedere la Moto Guzzi tornare ai livelli che le competono per storia e blasone. Ma già in passato la fretta è stata cattiva consigliera. Ora Moto Guzzi sa che deve trovare una collocazione tra i marchi aspirazionali, in quel mondo “premium” di cui tutti si riempiono la bocca ma che non a tutti è accessibile. Lo fa aumentando la gamma e creando servizi e “community” come il Moto Guzzi Clan, cioè il primo Club ufficiale. Lo fa stimolando la voglia di personalizzazione con linee di abbigliamento specifiche e tramite il Guzzi Garage, un catalogo che conta ben 450 accessori originali, destinati a crescere inesorabilmente di numero.LIVEV7 a parte, la bestseller del marchio aggiornata di continuo e giunta a definitiva maturazione, è stata la California a indicare la strada che vuole prendere Moto Guzzi. Un mix tra tradizione e innovazione, condito con soluzioni ciclistiche pregiate e un’elettronica avanzata, con tre mappature (Turismo, Veloce e Pioggia), Traction Control regolabile e la possibilità di interfacciarsi con lo smartphone attraverso l’app MG-MP (Moto Guzzi Multimedia Platform). La California è l’interpretazione moderna della cruiser europea. Eldorado e Audace aggiungono due tasselli alla famiglia basata sul grande bicilindrico 1.400 raffreddato ad aria (il più grande bicilindrico ad aria europeo) che punta a soddisfare le molteplici aspirazioni dei tanti amanti del mondo cruiser. Non si tratta di due versioni della California, e lo sottolineano in Guzzi, bensì di due modelli che pur partendo da quella base hanno caratteri e impostazione fortemente personali.Moto Guzzi Eldorado - 013La Eldorado (18.990 euro) attinge all’immaginario collettivo e alla storia stessa di Moto Guzzi, proiettandoci negli Stati Uniti del desiderio: panorami, natura selvaggia, strade che si perdono all’orizzonte, sole a picco e chilometri da percorrere con la musica giusta come accompagnamento. Ispirata alla GT 850 del 1971, modello che sul finire degli anni Sessanta segnò l’inizio del “sogno americano” di Moto Guzzi – e diventata anche la moto che poliziotti USA -, guarda al passato, come si evince in tanti dettagli: pedane ampie, comando cambio a bilanciere, ruote a raggi, serbatoio con elementi laterali cromati, sella ampia e comoda, parafango posteriore con faro a gemma, manubrio a corna di bue e maniglione d’appiglio per il passeggero. Gli pneumatici con fascia laterale bianca, avvolti da nuovi parafanghi, nascondono un’importante variazione ciclistica: davanti, infatti, il cerchio da 18 pollici lascia spazio a uno da 16 pollici, abbassando il baricentro . Cambia leggermente l’avancorsa, che passa da 145 a 144 mm a parità di inclinazione (cannotto 32°) e interasse (1.695 mm), e pure la sella, piazzata a soli 724 mm da terra. Misure che fanno della Eldorado una moto su cui – parole degli uomini Guzzi – non ci si siede ma ci si accomoda. Corretto, perché grazie al manubrio che si protende verso il pilota la Eldorado promette un comfort da vera ammiraglia, anche come conseguenza della taratura specifica delle sospensioni. Il bicilindrico a V di 90° trasversale da 1.370 cc ha la stessa configurazione di quello della California ed è capace di 96 cv a 6.500 giri e 120 Nm a 2.750 giri.Moto Guzzi Audace - 006Altra declinazione, altre suggestioni: se da una parte la Eldorado è cromata e paciosa, l’Audace (18.690 euro) esplora un sentiero opposto a quello delle power cruiser.Bandite le cromature, tanto nero per una moto molto “dark” (ma c’è anche in un bel rosso matt), che sfrutta materiali pregiati (il parafango anteriore è in fibra di carbonio) e resta sotto i 300 kg di peso, (299 in ordine di marcia per l’esattezza), non male per moto del genere. In ossequio alla sportività la forcella non ha elementi di copertura ma gsteli “nudi”; il gruppo ottico anteriore è un semplice faro tondo, il puntale sottocoppa dona grinta a un componente tecnico come il radiatore, mentre il terminale di scarico è più corto, ha un sound più deciso e migliora leggermente le prestazioni del motore, che in questa configurazione eroga 121 Nm a 3.000 giri, tutto ciò rientrando nei limiti imposti dalla normativa Euro 4, primo motore del Gruppo Piaggio a farlo. Questo significa, che come spiegato nel servizio “mi manca l’aria”, questi motori per certe applicazioni hanno ancora vita molto lunga.I fianchetti laterali hanno un design più leggero, al pari del supporto delle pedane del passeggero. Le sospensioni sono dedicate e spariscono i supporti a piattaforma delle pedane del pilota, per lasciare posto a elementi più sportivi, avanzati e rialzati (l’Audace è la moto di questa gamma con la maggiore luce a terra) e a comandi tradizionali. La sella in Alcantara sfoggia cuciture rosse a vista, è ribassata e può essere completata da un appoggio di fortuna per il passeggero. Inedito il manubrio di tipo drag bar disegnato per ottenere una posizione di guida allungata. Cambia la misura dello pneumatico posteriore, sempre da 16 pollici ma 200/65 invece che 200/60 per cercare di aumentare la luce a terra.RIDELa prova si svolge sulle strade che si srotolano sinuose lungo le sponde del lago di Como e si inerpicano su salite mitiche del triangolo lariano. A dimostrare ancora una volta come non occorra andare in capo al mondo per trovare posti belli da godersi in moto. Soprattutto con moto come le due Guzzi in prova, che amano dondolare e lasciarsi trasportare sull’infinita serie di curve che disegna il confine tra acqua e terra. Parto con l’Audace: la posizione di guida offerta dal drag bar è tipica delle power cruiser, le pedane sono avanzate ma non troppo ed evitano la classica posizione “a portafogli” che spesso ci si ritrova ad avere con questo genere di moto. Insomma, non è il massimo del comfort ma non ci si sta nemmeno male. Ogni volta che guido una Guzzi 1400 mi ritrovo a chiedermi come abbiano fatto i tecnici a rendere così guidabile una moto dalle dimensioni cosi importanti. La guardi, la Audace, e con il suo metro e settanta di interasse sembra in grado di affrontare al massimo la rampa d’uscita dell’autostrada. Invece una curva dopo l’altra si scopre (fin dai tempi della California, in realtà) che questa moto si guida, reagisce e frena al di sopra di qualsiasi aspettativa. È una cruiser e non una MotoGp, questo non va dimenticato, ma nel suo segmento è sicuramente la moto con la guida più attiva che conosca.Moto Guzzi Audace - 19In più l’Audace rispetto alle sorelle 1400 mette sul piatto anche una luce a terra decisamente superiore, che consente pieghe di un certo livello prima che le pedane inizino a strisciare al suolo. L’anima “nera” della Audace emerge nella guida e anche nel motore, che con questa posizione di guida “muscolare” si apprezza anche nella mappatura Veloce, quella più reattiva al gas. Tutta nera e cattiva – in rosso, però, non è affatto male – l’Audace è la perfetta show bike da parata sul lungomare, ma non soltanto: se c’è da guidare non si tira indietro perché la frenata è all’altezza della situazione e l’assetto tutt’altro che “dondolone”, anzi tendenzialmente è rigido, con gli ammortizzatori che non lesinano qualche colpo sulla schiena del pilota in presenza di sconnessioni marcate.Moto Guzzi Eldorado - 26Di tutt’altra pasta l’Eldorado: appena ti ci siedi ti senti a casa, il grande manubrio cromato ti corre incontro e arriva proprio dove tuvorresti, il baricentro è bassissimo, il motore più silenzioso. L’Eldorado è una di quelle moto che inietta il morbo dell’”andamento lento”, da godere viaggiando con un filo di gas in sesta, ascoltando il “pum pum” del bicilindrico a ogni apertura del gas e gustando i colpi di pistone, gli unici “colpi” che arrivano al pilota. Solo “good vibrations” per la Guzzi; le vibrazioni fastidiose sono filtrate dal sistema di montaggio del motore che tramite giunti elastici isola il bicilindrico dal telaio, consentendo di mantenere la rigidezza del telaio. Se l’Audace quasi istiga, l’Eldorado rilassa: va assaporata con la mappatura Turismo, che ha una risposta al gas più “morbida” della Veloce. L’abbassamento del baricentro e le ruote da sedici pollici la rendono la più guidabile in assoluto delle 1400 Guzzi, quella che meglio nasconde il peso della moto tra le curve. Il motore sfodera prestazioni ottime, le stesse della California, ed è tutt’altro che addormentato: mantiene fede alla regola che stabilisce come le cruiser Guzzi siano sempre state e siano tutt’ora le più prestanti e guidabili nel panorama mondiale. Ed è davvero un bel guidare.

 

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