fbpx

Prova Suzuki V-Strom 1000 ABS

La nuova V-Strom cresce leggermente di cilindrata e di potenza, ma non punta al trono delle potenti maxi-enduro: piuttosto guarda alle origini del segmento, proponendosi come sintesi equilibrata tra peso, potenza, versatilità. Costa 12.500 franco concessionario e sarà in vendita da metà gennaio 2014

Una mossa coraggiosa, il ritorno alle origini: Suzuki spiazza la concorrenza con un modello che non segue l’ormai consolidato filone delle grosse cilindrate e dei 150 cv di potenza. La nuova V-Strom 1000 ABS, infatti, è una enduro stradale relativamente leggera (228 kg in ordine di marcia con il pieno di carburante), caratterizzata da ingombri ragionevoli e da una pregevole facilità d’approccio, che la avvicina a modelli di cilindrata inferiore. La famiglia V-Strom nasce nel lontano 2002 con la prima 1000, articolata intorno a un affidabile bicilindrico a V di 90°; nel 2004 viene presentata la versione 650, che contribuisce al grande successo commerciale di questa serie, capace di totalizzare 197.300 unità vendute, includendo i restyling del 2007 per la 1000 e del 2011 per la 650. Numeri molto significativi, che Suzuki vuole almeno in parte replicare con la nuova V-Strom 1000 ABS. Negli ultimi anni, però, il segmento delle enduro stradali è molto cambiato, con il generale incremento di cilindrate e potenza. Ora le regine arrivano alla soglia dei 150 cv: si chiamano KTM 1190 Adventure e Ducati Multistrada, degne sfidanti dell’inarrestabile BMW R 1200 GS (qui il test dall’alba al tramonto). In Suzuki hanno pensato di tracciare una strada in parte alternativa a quella battuta dalla concorrenza: invece di seguire il trend sono tornati all’idea che ha dato vita alle prime enduro stradali, moto che facevano della versatilità il loro baluardo, potendo affrontare quotidianamente la città e nel week-end i lunghi viaggi.LIVELa cilindrata del motore, dunque, è cresciuta, ma di pochi cc: da 996 a 1.037; anche la potenza è simile, dato che passa da 72 a 74 kW (101 cv), con la coppia su di 2 Nm, da 101 a 103. Molto rumore per nulla? Non esattamente, perché la Suzuki V-Strom 1000 ABS condivide con il precedente modello l’impostazione generale e nulla più: il motore, infatti, è stato ridisegnato nella maggior parte dei suoi componenti, a partire dai pistoni con alesaggio maggiorato di 2 mm, da 98 a 100 mm. Sono nuovi i cilindri, le testate, le bielle, l’albero motore, il volano, l’alternatore, la frizione, l’ingranaggio della sesta marcia e l’accensione, ora con due candele all’iridio e altrettante bobine per ciascun cilindro. Il noto sistema di iniezione con doppia valvola a farfalla (SDTV-Suzuki Dual Throttle Valve) si avvale di nuovi iniettori a 10 fori; il consumo dichiarato nel ciclo WMTC è del 16% inferiore rispetto alla vecchia V-Strom e si attesta a 20,9 km/l. La superiore efficienza del radiatore (da 19,8 a 22,7 kW) ha permesso di eliminare il pannello dedicato al raffreddamento dell’olio, mentre la frizione dispone di anti-saltellamento e assistenza per ridurre il carico sulla leva. Tra le novità che hanno anche un impatto estetico segnaliamo l’impianto di scarico, che abbandona lo schema 2 in 2 e diventa 2 in 1, con terminale sul lato destro e peso complessivo ridotto di 4,7 kg.  Sulla nuova Suzuki V-Strom 1000 ABS c’è spazio anche per il controllo di trazione su due livelli, disinseribile. Tramite il blocchetto sinistro si cambia livello o si disattiva il controllo, anche in movimento, a patto che l’acceleratore sia chiuso. Il sistema sfrutta 5 sensori: marcia inserita, ruota anteriore, ruota posteriore, posizione dell’albero motore e apertura dell’acceleratore. Interviene sull’anticipo di accensione e sulla valvola secondaria di iniezione, in modo da garantire maggior sicurezza in tutte le condizioni di guida. La vecchia V-Strom sarà ricordata anche per il telaio indovinato, che le donava una notevole facilità di approccio: la nuova continua sulla stessa strada, anche se il doppio trave in alluminio non ha nulla in comune con il precedente, a parte ovviamente lo schema, ed è più rigido e leggero (-13%). L’interasse cresce di 20 mm, da 1.535 a 1.555, mentre si riduce l’angolo del cannotto di sterzo, da 26°30’ (avancorsa 111 mm) a 25°30’ (avancorsa 109 mm). Passo avanti anche per le sospensioni, completamente regolabili sia davanti sia dietro, e per i freni, con pinze anteriori Tokico monoblocco ad attacco radiale su dischi flottanti da 310 mm di diametro. L’ABS Bosch, ormai uno standard per questa tipologia di dispositivo, è di serie. La posizione di guida cambia in modo significativo, grazie al manubrio avvicinato al pilota di 34,2 mm e alle pedane anch’esse arretrate di 15 mm; nuova collocazione anche per le pedane del passeggero, rialzate di 33,1 mm e avanzate di 7,7. RIDEManubrio apprezzabilmente stretto, sella comoda ma dall’imbottitura sostenuta, sezione centrale molto snella: la V-Strom 1000 ABS non richiede adattamenti, perché sembra già pronta per assecondare il pilota. I primi chilometri evidenziano, infatti, una facilità di guida persino superiore alle aspettative: sull’asfalto freddo del mattino, grazie anche agli ottimi pneumatici Bridgestone Battle Wing montati su cerchi con disegno a 10 razze e diametro rispettivamente di 19” davanti (110/80R19) e 17” (150/70R17) dietro, colpisce la rapidità nei cambi di direzione, merito anche dello sterzo reattivo e leggero. Il primo impatto, dunque, è largamente positivo, fatta eccezione per la forma del serbatoio, convessa e quindi senza incavi già nella sezione a immediato contatto con le gambe; nel complesso, comunque, si crea subito un bel feeling, che si rafforza man mano che la strada scorre sotto le ruote. A suo agio sulle curve a medio e largo raggio, la V-Strom 1000 ABS non si fa intimorire nemmeno dalle svolte secche, dove molte concorrenti non riescono a essere altrettanto efficaci. L’ingresso in curva vede un moderato trasferimento di carico, più marcato in uscita per via della sospensione posteriore dalla taratura standard abbastanza soffice (ma è regolabile). L’avantreno “si sente” e concede fiducia, con i freni che aiutano in questo senso: quello anteriore è potente ma facilmente gestibile, quello posteriore si presta alle correzioni in percorrenza. Il rigore direzionale merita un ottimo voto, al pari della possibilià di rimediare a qualche piccolo errore nell’impostazione della traiettoria: sono tutte qualità che concorrono a fare della Suzuki V-Strom 1000 ABS un’affidabile compagna di viaggio persino in contesti non sempre facili per le maxi enduro come quelli cittadini. La protezione dall’aria è più che discreta: il plexiglas permette la regolazione su tre altezze e conseguenti inclinazioni (standard, +15 mm, +30 mm) tramite un ingegnoso sistema a molla che si aziona facilmente con una sola mano. Le vibrazioni sono abbastanza contenute, anche se avvertibili sulle manopole.E il motore? 101 cv di potenza e 103 Nm di coppia, senza la possibilità di optare per diverse mappature. L’erogazione risulta sempre molto dolce, anche a freddo e nonostante l’assenza del Ride By Wire, dispositivo montato sui principali modelli del segmento. Ai bassi e medi regimi la risposta all’apertura dell’acceleratore è pronta, vivace seppur mai rabbiosa: è agli alti regimi, però, che l’entusiasmo viene un po’ meno. Assuefatti (o viziati?) a motori “infiniti” come i bicilindrici Ducati e KTM di Multistrada e Adventure, ci si aspetta dal V2 di questa Suzuki qualcosa che non può dare, cioè un allungo sportivo. Poco male: anche a velocità del tutto incompatibili con il Codice della Strada non è difficile trarsi d’impaccio, semplicemente scalando una marcia. A proposito del cambio va detto che la spaziatura dei rapporti permette di utilizzare molto nei tratti guidati la seconda e la terza marcia; si nota qualche saltuaria resistenza nel passaggio dalla quinta alla sesta, ma le moto in prova avevano pochi chilometri al loro attivo.Ritorno alle origini, l’abbiamo detto. La nuova V-Strom 1000 nasce per chi desidera una moto affidabile, facile da guidare, adatta all’uso in città come ai viaggi – ben riusciti gli accessori originali, che includono le valigie – e con una dotazione interessante (ABS e controllo di trazione sono di serie); il motore oltre a consumare poco (7,2 l/100 km dopo una giornata a gas costantemente aperto…) è pronto e generoso ai bassi e ai medi regimi. Gli attuali possessori della V-Strom 650 sembrano essere i primi candidati a trovare nella 1000 la loro moto dei sogni: si parla di diverse migliaia di potenziali clienti solo in Italia… La V-Strom 1000 non è la scelta giusta, invece, per chi brama l’emozione che soltanto la potenza e l’esuberanza delle maxi 1.200 sanno regalare, oppure per chi esige una dotazione particolarmente ricca, con mappe motore multiple, sospensioni elettroniche e sofisticati controlli di trazione. Il prezzo giocherà un ruolo fondamentale nel determinare il successo della V-Strom 1000 ABS, insieme alla capacità di Suzuki di raccontare l’essenza di questa moto – lo ripetiamo: versatile, amichevole, facile ed essenziale – ai tanti motociclisti in cerca del modello giusto per abbandonare la propria enduro di media cilindrata e fare un salto in avanti, andando a guidare una “maxi” a misura d’uomo. Certo, una mappa motore sportiva non sarebbe stata di troppo, perché avrebbe soddisfatto anche gli insaziabili, alla ricerca dell’allungo che potenza e coppia in più avrebbero concesso. Disponibile in bianco, nero, rosso e Desert Khaki, la Suzuki V-Strom 1000 ABS sarà nelle concessionarie italiane a partire dalla metà di gennaio 2014.

 

Scopri gli articoli speciali

Articoli correlati
Rothewald, le nuove rampe in alluminio by Louis Moto
Acerbis Rider, il modulare per l'Adventouring
BSA presenta la nuova Scrambler 650