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Prova Yamaha MT-09 Tracer

Prezzo aggressivo (9.590 euro), dotazione completa e tanto gusto: è questa la crossover giapponese che scalerà le classifiche di vendita. Da marzo 2015

Sette. Come i modelli della gamma MT. La Tracer (Leggi qui tutte le informazioni e i dati tecnici), erede della TDM che ha creato nel 1991 quello che sarebbe diventato uno dei più importanti segmenti di mercato, punta in alto: 115 cv, controllo di trazione e ABS di serie, tre mappature, Ride By Wire. A 9.590 euro franco concessionario. Un pacchetto che replica per completezza e prezzo competitivo quanto proposto per MT-09 e MT-07, moto che hanno imposto nuovi parametri di valutazione. La sola MT-09 vanta 12.000 unità vendute in Europa da settembre 2013 ad agosto 2014, di cui 1.800 in Italia.

Il motore CP3 da 847 cc, lo stesso della MT-09 (leggi la prova), quindi con fasatura di distribuzione a 120°, è incastonato nel telaio pressofuso in alluminio, anch’esso immutato fatta eccezione per la mensola reggisella più lunga. Sono identiche anche le ruote (entrambe da 17”), l’impianto frenante con tre dischi – gli anteriori da 298 mm di diametro hanno le pinze radiali – qui con l’ABS di serie, le sospensioni. Queste ultime, regolabili nel precarico della molla e nell’idraulica in estensione, beneficiano di una taratura specifica. La dotazione elettronica include il Ride By Wire, che Yamaha chiama YCC-T e che affianca al potenziometro un comando a cavo, che chiude i corpi farfallati anche in caso di guasti di tipo elettronico. Il controllo di trazione TCS (Traction Control System), disinseribile, è di serie.Le tre mappe del D-Mode mantengono la già nota denominazione (Standard, A più brillante, B più dolce) e la potenza piena di 115 cv, ma sono state del tutto ridefinite. Il serbatoio cresce fino a 18 litri di capacità, e sono specifici il cruscotto, il plexiglas regolabile su tre posizioni per un’estensione totale di 45 mm, la presa 12V a lato della strumentazione, il cavalletto centrale. Interessante la possibilità di variare l’altezza della sella (845-860 mm), in pochi secondi e senza attrezzi. Le borse laterali e il bauletto sono proposti come optional: il fissaggio delle prime avviene su appositi supporti vincolati al codino. La MT-09 Tracer arriva in tre colori: il classico Matt Grey, il grintoso Lava Red e un originalissimo Race Blu con gli steli forcella anodizzati per l’appunto blu. Andalusia, terra magica per i motociclisti. Antequera si trova al centro di una vasta pianura, meticolosamente coltivata e ricca di scorci pittoreschi, specie al mattino. Verso nord le prime colline si adagiano tra gli uliveti, mentre a sud il profumo del mare pervade l’atmosfera. A perdita d’occhio campi, minuscoli borghi dalle case bianchissime, colori ancora caldi seppur tenui, sfumati dal rigore dell’inverno, che qui significa un primo mattino pungente, affilato. Affilato come il muso della Tracer, dai tratti marcati, netti. Il faro interamente a LED, i paramani ridondanti nelle loro forme angolate, il plexiglas che disegna un poligono dalla trasparenza assoluta. Il colpo di colore degli steli forcella, che in particolare nella versione Race Blu regalano un’intensa emozione. La sezione posteriore è meno armonica, più simile ad altri modelli giapponesi. Nel complesso, comunque, il solo rischio che corre questa Tracer è di piacere esteticamente più al pubblico giovane che agli over 40, che di solito apprezzano linee più classiche.

La sella è ospitale, comoda senza essere cedevole, lunga quanto serve per muoversi avanti e indietro senza problemi, in base all’abitudine o all’estro del momento. Il manubrio, più alto di 45 mm rispetto alla MT-09, è largo e quasi dritto: si può spostare in avanti di 10 mm girando i supporti. Il cruscotto (il medesimo della nuova Super Ténéré) ha un aspetto quasi militare, tanto è squadrato: ispira robustezza ed è ben leggibile con la sua matrice LCD. Un primo pannello è dedicato alle informazioni sulla guida (tachimetro, contagiri, livello del carburante, rapporto inserito), un secondo alle voci ulteriori che il menu mette a disposizione: ad esempio i contachilometri (totale e parziale) e i consumi. Intuitivi i comandi al manubrio, identici a quelli della MT-09. 

Temperatura inferiore ai 10°C, asfalto lucido, scivoloso e velato di polvere: le condizioni della prova sono critiche, i panorami indimenticabili. La Tracer offre di primo equipaggiamento tre coppie di pneumatici, nelle misure 120/70-ZR17 anteriore e 180/55-ZR17 posteriore: sull’esemplare in prova abbiamo trovato i Dunlop Sportmax D222. In manovra, il peso tutto sommato contenuto (190 kg a secco, 210 in ordine di marcia) aiuta a divincolarsi con facilità in ogni situazione. Il primo tratto, su una veloce superstrada, ha evidenziato innanzitutto il buon rigore direzionale della moto, che è anche poco sensibile al vento laterale. La protezione dall’aria è discreta: ottima per le mani, ben riparate, meno efficace per le spalle. Sul casco, infatti, la pressione è mitigata dal plexiglas, ma non altrettanto si può dire per le zone laterali del busto. Il comfort di marcia, voce fondamentale per un modello che ambisce a sintetizzare divertimento di guida e attitudine turistica, è comunque buono, sia grazie alla posizione di guida ben riuscita, sia per le vibrazioni molto contenute, avvertibili solo sulle pedane ai medi e alti regimi.

Le tre mappe (Standard, A e B) sono state ridefinite totalmente rispetto alla MT-09, com’è giusto dato che qui gli obiettivi da raggiungere sono ben diversi. Il risultato è un motore che offre tanta coppia fin da subito, mantenendo le aspettative anche dei più sportivi, grazie alla “schiena” molto robusta e al discreto allungo. La prontezza di risposta al gas resta un punto qualificante, che contribuisce a determinare il carattere di questo tre cilindri in linea. Ma l’esuberanza talvolta eccessiva della naked non trova spazio sulla nuova Tracer, in nome di un approccio che è allo stesso tempo spensierato e sportivo.

Ed è così anche tra le curve: rapida nei cambi di direzione, la Tracer è rassicurante in percorrenza, in particolare quando il raggio di curva aumenta, al pari della velocità. Rigorosa e precisa, permette piccole correzioni di traiettoria senza scomporsi, nonostante la taratura delle sospensioni – rivista completamente rispetto alla MT-09 – consideri anche le legittime esigenze di comfort. Nello stretto la Tracer si dimostra reattiva senza mai dare l’idea di precarietà che pure l’asfalto terribile della prova avrebbe potuto trasmettere. Le condizioni critiche del test, tra l’altro, hanno permesso di verificare a fondo il funzionamento del controllo di trazione e dell’ABS. Il primo in uscita di curva agisce con progressività anche quando la superficie stradale è scivolosissima, senza tagliare di netto l’erogazione e quindi evitando improvvise variazioni di assetto. L’ABS mette al riparo dalle possibili conseguenze della classica frenata d’emergenza, frequente nei 230 km della prova a causa della comparsa di chiazze umide o addirittura brinate, brecciolino e tratti d’asfalto a bassissima aderenza.

Tra gli appunti da muovere a questo modello, di cui Yamaha conta di vendere in Italia almeno 2.000 pezzi nel 2015 – ricordiamo che le consegne scatteranno all’inizio di marzo – citiamo il sistema di fissaggio e movimento del plexiglas, macchinoso al punto da richiedere di scendere dalla moto per la regolazione; le maniglie del passeggero, con le estremità dal profilo quasi appuntito; la mancanza di un pratico pomello per la regolazione del precarico del monoammortizzatore. 

Yamaha MT-09 Tracer 045

Più vicina alla dimensione fun che a quella prettamente turistica, la MT-09 Tracer mantiene molte delle caratteristiche che hanno portato il modello standard a un indiscutibile successo commerciale, a partire dal motore brillante e dalla facilità di guida. Qui, però, i tratti più spigolosi sono stati efficacemente smussati, senza rinunciare al carattere ma ampliando sia le situazioni d’uso ideali, sia i potenziali clienti. D’altra parte le ricerche di mercato in mano a Yamaha dicono che molti degli acquirenti di crossover arrivano dalle supersportive ed esigono allo stesso tempo comfort e divertimento. Nel frattempo è cambiata anche la tradizionale utenza turistica, che chiede minor peso, maggiori prestazioni e tanta maneggevolezza. Stando così le cose, il richiamo della Yamaha MT-09 Tracer, considerato anche il prezzo di 9.590 euro f.c., rischia di essere davvero irresistibile.

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