RIDE
Duecento chilometri su strada, quattro sessioni in pista, un test nell’area handling e quattro sessioni sulla pista allagata di Mireval, centro prove Dunlop. Un giorno intenso quello dedicato al test della nuova Roadsmart IV. A fare da damigelle una lunga schiera di moto sport touring di ultima generazione tra cui ho scelto Suzuki GSX-S1000GT, Kawasaki Ninja1000 SX (entrambe con il 190/50 posteriore), BMW R1250RS (190/55 GT) e BMW S1000XR (190/55 SP) e infine Kawasaki Z650 (160/60). Insomma ho cercato di variare il più possibile tra prestazioni, pesi, tarature, larghezze manubri ed escursioni delle sospensioni. Ma il risultato è stato sempre lo stesso: feedback assoluto e anteriore a mio parere eccezionale. Proprio il feeling, la grande confidenza che il pilota riceve quando la moto è calzata con le Roadsmart IV, è il punto di forza delle nuove Dunlop.
Su strada
Partiamo con la prova stradale su un percorso di oltre 200 km, trasformato in una sorta di “giochi senza frontiere” a causa del maltempo che ha flagellato questa parte di Francia i giorni precedenti il nostro arrivo. Non piove ma le strade sono un’incognita, a tratti a chiazze, a tratti bagnatissime, a tratti asciutte. Non mancano i “jolly” sottoforma di rami, foglie, ghiaia e simpatici torrentelli che attraversano quando meno te lo aspetti. Va tutto male? No, va tutto bene, questa è la situazione perfetta per provare una gomma come la RoadSmart IV. Che infatti dimostra di trovarsi suo agio come un gattino nella bambagia.
Come anticipato, a colpirmi in modo particolare è stato l’anteriore. Ho apprezzato l’assoluta assenza di effetto stand-up, cioè la tendenza a raddrizzare la moto quando si frena a moto inclinata, e la capacità di spinta laterale che consente di chiudere la linea e di portare la moto letteralmente dentro la curva. Non c’è mai il minimo sottosterzo e bastano impercettibili movimenti della testa per aiutare la moto a disegnare una traiettoria più stretta. Tutto questo su strada si traduce in piacere di guida, perché senti sempre la moto in mano, ma anche e soprattutto in sicurezza, perché non hai mai la sensazione che la moto allarghi.
I profili si “parlano” molto, la discesa in piega è forse un pelo meno rapida rispetto a quella della RS III, ma in compenso le gomme restituiscono – pur restando nell’area Dunlop, quindi di una carcassa più rigida di alcuni competitor – un feeling ottimale e un comfort migliorato. Il merito secondo me va attribuito al già citato JLB a corda singola che fa lavorare meglio la gomma e aumenta l’impronta a terra. Lo avevo già apprezzato sulle SportSmart MK3, ma sulle RoadSmart IV il suo impatto a mio parere è ancora più evidente. Questo potrebbe far passare in secondo piano l’ottima performance del posteriore, che su strada non ha certo problemi quanto a grip. Da vera Dunlop resta sicuramente il carattere, la velocità di esecuzione, quel filo di kickback in più rispetto ad alcune concorrenti. Ma certo è che le capacità di assorbimento e il comfort sono migliorati. E poi le strade si bagnano, a tratti poco, a tratti molto. E qui, su strada, le RoadSmart IV mi hanno realmente impressionato, offrendo un feeling assoluto al punto che a volte si viaggiava così spediti e in sicurezza che c’era da chiedersi se l’asfalto fosse bagnato per davvero…
Sul bagnato
Bagnato che abbiamo potuto approfondire nel tracciato allagato di Mireval, e lì sì che c’era acqua per terra! Uno strato di 2 centimetri continuamente allagato. In questo caso Dunlop ci ha offerto la possibilità di un confronto diretto tra il nuovo RS IV e il precedente RS III. Stessa moto, stesse pressioni, 4 giri e cambio veloce. Tutto per dimostrare che quanto dichiarato da Dunlop, ossia oltre 2 secondi in meno nel tempo sul giro su wet track, non è una sparata da cartella stampa ma corrisponde alla realtà. Appena scesi dalla moto gommata con le RS III, bastano pochi metri con RoadSmart IV per ricevere immediatamente una confidenza superiore, soprattutto sull’anteriore (una costante) che ti fa guidare immediatamente meno contratto; le RoadSmart IV perdono quei micro-scivolamenti che caratterizzavano il predecessore (che sul bagnato comunque va ancora un gran bene, intendiamoci), che poi sono quelli che tolgono confidenza, e il posteriore guadagna molto grip, al punto che lo devi proprio ingaggiare forzando l’acceleratore per fare entrare il controllo di trazione. Di fatto il punto è che non solo vai più veloce ma ti senti anche più sicuro. Ottimo.
In pista
Sì, siamo andati anche in pista: una forzatura? Solo in parte. Dunlop voleva farci toccare con mano fino a dove possono arrivare le RoadSmart IV e soprattutto dimostrare che, anche quando sono messe sotto stress termico, queste gomme sono in grado di mantenere la performance. Perché realizzare una gomma che va forte con il freddo e sul bagnato non è difficile, la riempi di silice. Ma poi che succede quando l’asfalto si scalda? I numerosi run da 5 giri sul tracciato di Mireval, decisamente impegnativo sia per l’anteriore causa curve in discesa e in contropendenza, sia per il posteriore nella parte delle ripartenze in salita a moto piegata, confermano come la stabilità prestazionale sia un dei punti di forza della nuova RoadSMart IV. Anche in questo caso i limiti dell’anteriore sembrano essere molto alti: per iniziare a far lavorare l’ABS (e parliamo di ABS stradali, non racing) devi forzare le steccate e anche il posteriore subisce volentieri i maltrattamenti di moto certo non prive di cavalli e coppia, con le spie del controllo di trazione che si accendono solo sporadicamente.