Mentre dai massimi vertici del Motomondiale arriva l’annuncio di volere staccare la spina al Campionato della MotoE, considerata un’eterna incompiuta, Ducati parte in contropiede e annuncia di voler continuare lo sviluppo di un’alternativa alle moto a combustione interna. Nei tre anni in cui ha monopolizzato la griglia di partenza della MotoE, la Casa di Borgo Panigale ha saputo ridurre il peso del pacco batterie del prototipo V21L di 8,2 kg. Il risultato è senza dubbio notevole. Ciò non è stato però sufficiente a rendere la MotoE abbastanza performante in termini di handling e di autonomia. Grazie tuttavia alle sinergie interne al Gruppo Volkswagen di cui fa parte, Ducati dichiara di essere determinata “a studiare e testare nuove tecnologie per realizzare pacchi batterie più performanti dal punto di vista della densità di energia“. La prova concreta? Il prototipo V21L presentato questa settimana all’IAA Mobility di Monaco. Del mezzo si sa francamente pochino. Tuttavia dal quartier generale precisano che è “equipaggiato con batterie allo stato solido di QuantumScape e realizzato in collaborazione con Audi e PowerCo“.

Quale futuro per le moto elettriche?
Le batterie allo stato solido sono per le moto elettriche la proverbiale luce in fondo al tunnel? Oppure, per usare un altro modo di dire, si può parlare di accanimento terapeutico? Ci vorrebbe davvero la sfera di cristallo per azzeccare la previsione giusta. Certo, autonomia ridotta e schiavitù dalla ricarica stridono molto con l’idea di libertà cui è legata la moto in generale. Tuttavia, per il cummuting quotidiano i mezzi elettrici a due ruote sono già oggi molto più di un progetto campato in aria. E l’avvento di tecnologie con una maggiore densità energetica potrebbe aprire nuovi scenari.


