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Prova Hyundai Inster – Non chiamatela “piccola”

La Hyundai Inster è un’auto capace di strappare consensi prima ancora che le ruote pensino a girare. Il posto di guida rasenta infatti la perfezione e se non si merita la lode è solo per la relativa vicinanza del pannello porta al gomito sinistro. Per il resto tutti i comandi restano a portata di mano e appaiono anche ben fatti. La vera sorpresa viene però accomodandosi dietro e scoprendo che lo spazio per le gambe e la testa è più generoso di quello che si ha su tante auto di segmento C. I posti saranno anche solo quattro ma sono tutti di prima classe.

posto guida Hyundai Inster

Digerisce tutto

Una volta in movimento, la piccola coreana mette in mostra una grande agilità. Il diametro di sterzata contenuto e la buona visibilità in tutte le direzioni permettono di capitalizzare bene le dimensioni compatte della carrozzeria, consentendo di sgusciare nel traffico con grande disinvoltura. La taratura della sospensioni si dimostra indovinata. Anche in presenza di cerchi da 17 pollici e gomme ribassate la Inster digerisce bene il pavé e solo i tombini o i rallentatori più pronunciati posso turbare la quiete dei passeggeri. In ambito urbano si apprezza anche l’efficacia della regolazione della frenata rigenerativa. Sul minimo garantisce un’ottima scorrevolezza, mentre sul massimo permette di guidare modulando il solo acceleratore. Attenzione comunque a non pensare che la Inster sia solo una city car e che lontano dai centri storici si senta un pesce fuor d’acqua.

Hyundai Inster

Una versatilità inattesa

La piccola Hyundai si disimpegna infatti bene anche quando gli orizzonti si allargano. Io ho provato la versione con motore da 115 CV e batteria di 49 kWh e posso certificare che anche sulle strade urbane l’impressione è di guidare un’auto di sostanza. La scheda tecnica parla per lei di una massa di circa 1,4 tonnellate, di un tempo di 10,6 secondi per lo 0-100 e di una velocità massima di 150 km/h.

Hyundai Inster

Al di là degli aridi numeri, la Inster si rivela brillante, pronta nei rilanci e pronta a imboccare anche l’autostrada mantenendo un buon rigore direzionale. Il baricentro basso compensa poi nella stragrande maggioranza dei casi il fatto che le carreggiate siano più strette della media, anche quando si affronta qualche rotonda con piglio sportivo.

Hyundai Inster

Promesse mantenute

Da ultimo, una rapida considerazione su consumi e autonomia. Il dato WLTP dichiarato dalla Casa è di circa 15 kWh/100 km e guidando tra Milano e il lodigiano ho visto la macchina fare anche di meglio. La media è peggiorata solo dopo un tragitto autostradale, salendo poco sopra i 16 kWh/100 km.

Hyundai Inster

Tanto di cappello, dunque, alla Inster, che riesce meglio di tante rivali ad avvicinarsi su strada ai dati teorici di omologazione. Esaurita la carica, la macchina si può allacciare a corrente alternata con il caricatore di bordo da 11 kW, mentre alle colonnine rapide è in grado di assorbire fino a 120 kW.

Il verdetto

Nel complesso sono tante le voci che vedono la Inster svettare come prima della classe tra le elettriche tascabili. Forse un prezzo un po’ più aggressivo le consentirebbe di conquistare ancor più automobilisti, ma è fuor di dubbio che abbia tante frecce al suo arco per dare un impulso all’avanzata dell’elettrico in Italia.

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