Cosa hanno in comune una maxi enduro, una enduro media e una scrambler? Se si parla di Triumph la ruota anteriore da 21”, la rivelazione, se così vogliamo chiamarla, degli ultimi anni. E visto che a Hinckley di solito la moda non la seguono, la fanno direttamente e sono abituati a coccolare i propri appassionati con mezzi molto personali, di inglesine con il 21″ ce ne sono addirittura tre.
C’è chi dice che le moto con questa soluzione, al netto delle specialistiche, non siano ne carne ne pesce: su strada non brillano e in off road sono troppo pesanti per divertirsi. Ma c’è anche chi la pensa in modo diverso… Chi? Ovviamente Triumph che al momento con Scrambler 1200, Tiger 900 Rally e Tiger 1200 Rally Pro è l’unico costruttore, per certi versi, ad avere in gamma tre moto completamente diverse tra loro, che promettono di portavi tra asfalto e polvere, senza dover mai scendere dalla sella. Insomma, diciamo che ce n’è per tutti i gusti.
Per capire a quali esigenze risponde ognuna di queste moto abbiamo deciso di salire in sella e partire per un’avventura tra asfalto e fuoristrada! Curiosi di sapere dove siamo andati e soprattutto come si sono comportate le Triumph più avventurose di tutte? Infondo all’articolo il video della nostra prova.
Come sono fatte le protagoniste della nostra prova?
Prima di lasciarvi al video vi raccontiamo velocemente come sono fatte le protagoniste della nostra prova. Pesi, altezza selle, capacità serbatoio e, ovviamente, i prezzi delle versioni che ci hanno accompagnato. Per chi volesse entrare nel dettaglio di come va ogni singolo modello, trovate la prova nei rispettivi paragrafi.
Triumph Tiger 1200 Rally Pro
Tiger 1200 Rally Pro, fresca fresca di rinnovo. La novità più importante per il 2022? Manco a dirlo apposta, la ruota anteriore da 21″ che, insieme alla trasmissione a cardano, fa della Tigerona una moto unica nel suo genere.
Il motore, ovviamente tre cilindri, è preso in prestito dalla cugina Speed Triple 1200 e per l’occasione è in grado di erogare 150 CV a 9.000 giri e 130 Nm a 7.000 giri. Curiosità: la frizione antisaltellamento, pur essendo a cavo è dotata di un comando idraulico, pensato per rendere la leva più morbida. Le sospensioni semiattive, con 9 settaggi di smorzamento, sono marchiate Showa, forcella da 49 mm di diametro con 220 mm di escursione e monoammortizzatore con regolazione automatica del precarico che garantisce sempre 220 mm di escursione ruota. Da sottolineare la presenza della pompa del freno anteriore Magura HC1 con interasse regolabile, che fa lavorare le pinze Brembo M4.30 Stylema su dischi flottanti da 320 mm. Le mappature motore sono sei e, oltre a cambiare il carattere del tre cilindri, modificano anche l’intervento del traction control e dell’ABS.
Triumph Tiger 900 Rally Pro
Con l’arrivo della 1200 la Tiger 900 è diventata la sorella minore della famiglia, ma non dimentichiamoci che è stata proprio lei, quando il suo tre in linea era ancora un 800, a introdurre la ruota anteriore da 21″ nella gamma inglese.
Ad accompagnarci in questa prova c’è la versione Rally Pro, il top del top per l’off road. La forcella firmata Showa, da 45 mm di diametro, è completamente regolabile e offre 240 mm di escursione; il monoammortizzatore, sempre Showa, si regola invece nel precarico e nell’estensione e ferma l’escursione della ruota posteriore a 230 mm. Giusto due numeri per il tre cilindri da 888 cc? 95,2 CV a 8.750 giri e 87 Nm a 7.250 giri. Trattandosi di una Triumph non poteva che esserci un impianto frenante anteriore di riferimento: dischi flottanti da 320 mm con pinze Brembo Stylema e pompa radiale. Dietro, sul disco da 255 mm, lavora invece una pinza Brembo monopistoncino. Chiaramente non manca l’ABS Cornering con varie modalità di utilizzo, offroad compreso. Le mappe motore sono invece sei.
Triumph Scrambler 1200 XE
Ed eccoci alla più particolare delle tre, la Scrambler 1200, una moto che ancora più della Tiger 1200 non ha rivali. Questa è l’unica vera classica con ruota anteriore da 21”, a dimostrazione che per Triumph lo stile è una cosa seria, anche quando non finisce l’asfalto.
La versione della nostra prova è la XE, la più raffinata, grazie alla forcella marchiata Showa da 47 mm di diametro e agli ammortizzatori posteriori firmati da sua maestà Öhlins con serbatoi separati. Estensione, compressione e precarico; le sospensioni della XE sono completamente regolabili e regalano alle ruote 250 mm di escursione, uno dei valori più alti nel mondo dual road. Se per voi fosse troppo non preoccupatevi, in gamma c’è anche la XC con “soli” 200 mm di escursione per le ruote, a voi la scelta. Il bello però non sono solamente le sospensioni: la pompa del freno anteriore, che lavora su pinze Brembo M50, è la MCS 19.21 a interasse variabile, roba da supersportive. Il motore, bicilindrico in linea raffreddato a liquido è capace di 90 CV a 7.250 giri e 110 Nm a 4.500 giri. È vero la Scrambler 1200 è una classica a tutti gli effetti, ma nonostante questo l’elettronica è più che completa: display TFT, sei mappe motore e possibilità di disattivare l’ABS posteriore nella mappatura Offroad PRO. Serve altro?