La gamma Mercedes si divide fondamentalmente in due grandi famiglie (come del resto quella di Audi e BMW): quella delle auto con motore anteriore trasversale e trazione di base anteriore e quelle con motore anteriore longitudinale e trazione di base posteriore; oltre alle supercar, ovviamente, che vivono di vita propria. Nel listino della Stella a tre punte, al momento, ci sono ben sette modelli su base MFA2 (quindi con motore trasversale): Classe A, Classe B, Classe A berlina, CLA coupe, CLA station wagon, GLA (più EQA EV) e GLB (più EQB EV). Un po’ tante, effettivamente.
Da sette a quattro
Il piano, anche se non si hanno ancora conferme ufficiali in tal senso, è di ridurre da sette a quattro il numero di varianti della famiglia delle “piccole”. Questi quattro modelli nasceranno su una nuova architettura, denominata MMA, progettata per ospitare sia motorizzazioni endotermiche (e ibride), sia elettriche. Il tutto, con un minimo comune denominatore: se è vero che si tratta di Mercedes di accesso alla gamma, l’obiettivo è di posizionarle come “entry luxury”: dovranno cioè assicurare un margine di guadagno il più possibile vicino all’obiettivo del marchio, vale a dire il 14%.
Auto globali
Insomma, il rischio di veder sparire le varie Classe A e Classe B pare proprio essere scongiurato, dal momento che nei giorni scorsi è stato proprio il CEO del Gruppo tedesco, Ola Kallenius, a spiegare che le compatte avranno un futuro, sebbene leggermente diverso. La differenza principale, al di là degli aspetti tecnici, sta nel fatto che un’auto, per poter esistere, dovrà essere di interesse globale. L’Europa dunque da sola non basta più (ma nemmeno gli Stati Uniti) per dare il disco verde alla produzione di un veicolo: il suo apprezzamento dev’essere globale.