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Amarcord: sette motorini che hanno fatto la storia

Negli anni Ottanta e Novanta i cinquantini hanno raggiunto numeri record, era l’epoca d’oro dei motorini e le Case facevano a gara per produrre modelli in grado di attirare l’attenzione dei quattordicenni. Ecco i magnifici sette secondo noi

I dati di vendita dei cosiddetti motorini – i ciclomotori 50 cc che si possono guidare con patente AM a partire da 14 anni – si attestano ormai da qualche tempo intorno alle 20.000 unità all’anno. Nulla a che vedere con l’epoca d’oro degli Anni 80 e 90, quando le vendite ammontavano a centinaia di migliaia di pezzi. Il picco si è avuto nel 1980 con addirittura oltre 800.000 cinquantini venduti. I numeri si sono però mantenuti alti fino alla fine del secolo.

Ai tempi i ragazzi aspettavano con impazienza di compiere i fatidici 14 anni per poter saltare in sella e assaporare le prime libertà. È vero, non c’erano i monopattini elettrici o le bici a pedalata assistita, ma i numeri erano ben diversi. Quali erano i motorini più in voga? Noi ne abbiamo selezionati sette, ma abbiamo avuto l’imbarazzo della scelta: i modelli che hanno fatto epoca sono stati davvero tanti.

Piaggio Ciao

Il Ciao è stato presentato nel 1967 ed è rimasto in produzione fino al 2006. Non era solo un motorino, ma una rivoluzione culturale! I numeri parlano chiaro: nel corso degli anni Piaggio ne ha venduti oltre 3,5 milioni e qualcuno, a dispetto dell’età, è ancora in giro.

Motorini 50 cc anni '80 e anni '90, Piaggio Ciao

Il Ciao era pensato per il pubblico femminile, la forma richiama infatti una bicicletta da donna, ma divenne subito un cult anche tra i maschietti, che impararono subito come era facile da impennare… Progettato per contenere peso (solo 40 kg a secco) e costi (in vendita al lancio da 54.000 lire), il Ciao aveva il telaio in lamiera d’acciaio stampata e nella prima versione base era privo di sospensioni. Il comfort era demandato alle molle sotto l’imbottitura della sella. La versione più ricca poteva contare sulla sospensione anteriore con molle. Nel 1971 arrivò il Ciao SC (Super Comfort) che – rullo di tamburi – aveva la sella montata su un supporto molleggiato. Il motore due tempi raffreddato ad aria del Ciao erogava una potenza di 1,4 CV a 4500 giri/minuto e naturalmente era alimentato da miscela (nel 1996 arrivò il miscelatore automatico). La trasmissione era affidata a una cinghia trapezoidale e il Ciao si metteva in moto a pedali: l’avviamento elettrico ai tempi non era contemplato. I pedali permettevano anche a tornare a casa se, dopo aver girato il rubinetto della riserva, si rimaneva a definitivamente a secco.

Piaggio Sì

Il Sì era il fratello maggiore (e di lusso) del Ciao, erede anche di un altro motorino Piaggio: il Boxer. Il motore 50 cc 2 tempi era un’evoluzione di quello del Ciao: sviluppava 1,5 CV a 4.500 giri. Il telaio, più solido, poteva invece contare sulla forcella telescopica e su un ammortizzatore al posteriore. A dare un tocco elegante in più c’erano anche i cerchi in lega a 4 razze.

Motorini 50 cc anni '80 e anni '90, Piaggio Sì

Il Sì inizialmente era disponibile con la sellino monoposto e con sella lunga, quest’ultima di gran lunga la più apprezzata perché più comoda. Sotto di essa c’era un vano per i documenti e poco più. Il Piaggio Si è rimasto in vendita dal 1978 al 2001, declinato in tre serie e diverse edizioni speciali. Il prezzo partiva inizialmente da circa 320mila lire.

Piaggio Vespa 50 Special

Dammi una Vespa e ti porto in vacanza”, così cantavano i Lùnapop in 50 Special. Forse è un po’ troppo ma non si può negare che la Vespa 50 Special era un po’ più di un semplice motorino. Sulla sua sella volendo ci si stava in due, anche se non si poteva.

Motorini 50 cc anni '80 e anni '90, Vespa 50 Special

Certo, il monocilindrico due tempi non faceva volare la 50 Special, ma era affidabile. Aveva le marce a manubrio, tre nella prima serie, quattro nei modelli successivi. Il telaio monoscocca era in lamiera stampata. Qualche numero: la Vespa 50 Special è stata in prodotta in oltre 700.000 esemplari dal 1969 fino al 1983, quando è stata sostituita dalla Vespa PK 50. Prezzo? La Vespa 50 Special nel 1969 costava 132.000 lire, ma oggi le quotazioni volano: si parte da circa 2.500 euro per arrivare a più di 5.000 per un esemplare in ottimo stato.

Garelli VIP

Altro best seller tra i motorini Anni 80 e 90. È stato prodotto dal 1978 al 1991 in diverse versioni: Vip 1V, monomarcia; Vip 2V, a due marce con cambio automatico; Vip 3V con tre marce al manubrio; Vip 4V, con cambio a pedale a 4 rapporti, come una vera moto… Anche il telaio offriva soluzioni da grandi, con forcella e due ammortizzatori al posteriore.

Motorini 50 cc anni '80 e anni '90, Garelli VIP

Il Garelli VIP era apprezzato per la robustezza e amato dagli smanettoni in erba per le possibilità di elaborazione. Il motore monocilindrico 2 tempi raffreddato ad aria sviluppava 1,5 CV a 4.800 giri e la velocità era limitata ai classici 45 km/h, ma lo si poteva far andare correre anche a oltre 70 km/h, fuorilegge ovviamente!

Malaguti Fifty

Il Malaguti Fifty è stato prodotto dal 1974 e fino al 1997, in diverse versioni: Fifty 50, HF, Evolution e Top, solo per citarne alcune. E si contano più di 250.000 esemplari venduti. È considerato il re dei tuboni, cioè quei motorini con telaio tubolare monotrave di ampio diametro, sfruttato anche come serbatoio.

Motorini 50 cc anni '80 e anni '90, Malaguti Fifty

Il Fifty era in cima alla lista dei desideri dei quattordicenni, grazie al look e alle prestazioni. Il suo motore 2 tempi 49,8 cc raffreddato ad aria sviluppava 1,5 CV, nel rispetto dei limiti di legge, ma poteva essere sbloccato (perdendo la garanzia) ed erogare una potenza superiore. Di ottimo livello la componentistica, che attingeva al meglio delle aziende italiane specializzate nel settore, tra cui Marzocchi, Minarelli, Morini e Grimeca. Non a caso il prezzo di vendita era tra i più elevati tra i cinquantini dell’epoca. Le ultime versioni potevano contare anche sul raffreddamento a liquido ed erano dotate di cambio a quattro rapporti e monoammortizzatore posteriore.

Fantic Motor Caballero

Il fascino del cross in versione 50 cc. Motorino? La cilindrata dice di si ma ha più l’aspetto di una moto. Per andare alle origini del Caballero bisogna tornare al 1969, quando venne svelato al Salone del Motociclo di Milano come moto da regolarità, con ruote tassellate, telaio alto da terra e parafanghi ben distanziati rispetto alle ruote.

Motorini 50 cc anni '80 e anni '90, Fantic Motor Caballero

Piacque subito ai quattordicenni che lo utilizzavano su strada, senza farsi mancare qualche escursione nei campi e sui dossi. Il motore era firmato Minarelli, abbinato al cambio a 4 o a 6 rapporti, a seconda della versione. Nel tempo arrivarono diverse serie. Quella di maggior successo è la terza del 1973, con la marmitta a sogliola sul lato destro e la protezione antiscottatura. Gli ultimi Caballero derivati dal primo modello furono prodotti nel 1981. In seguito arrivarono tempi difficili e Fantic chiuse i battenti nel 1997. Il resto è storia recente, il marchio passa di mano un paio di volte fino a giungere ai giorni nostri. E il Caballero diventa una scramber, con cilindrata a partire da 125 cc.

MBK (Yamaha) Booster

Ruote cicciotte tassellate, scudo e due occhioni tondi: con il suo look il Booster ebbe un successo immediato tra i quattordicenni negli anni ’90 e inventò un nuovo stile per i motorini. Eppure non furono tutte rose e fiori: pensato per il mercato americano e le spiagge californiane, non ebbe successo da quelle parti.

Motorini 50 cc anni '80 e anni '90, MBK Booster

L’idea prese piede nel quartier generale di Yamaha nel 1985 e lo Zuma, come si chiamava, venne svelato al Motor Show di Tokyo del 1988. Per fortuna Yamaha decise di sondare il terreno anche in Europa, presentando il suo scooter anche al Salone di Parigi. I più entusiasti per furono proprio i francesi e … gli italiani. La diffusione dell’MBK Booster nelle città italiane fu velocissima, grazie alle sue doti di agilità nel traffico cittadino. Il Booster, o Yamaha BW’s che dir si voglia, poteva contare su un telaio monotrave in tubi di acciaio, motore 49 cc con variatore CVT e trasmissione a cinghia, il tutto per un peso di 69 kg. Le prime consegne risalgono al 1990 e nel 1999 dalla fabbrica uscì il milionesimo esemplare, mentre in Italia nei primi dieci anni ne furono venduti ben 350 mila. Nel tempo arrivarono anche le versioni 100 e 125 cc. La produzione venne infine interrotta nel 2018, a causa del calo delle vendite.

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