fbpx

Prova Metzeler Racetec RR

Ultima generazione degli pneumatici supersportivi tedeschi, i Metzeler Racetec RR coniugano al meglio alte prestazioni e facilità di guida. Offrono tanto grip ma anche tanta confidenza soprattutto davanti, con uno pneumatico che vorremmo soltanto un po’ più rapido

Il problema è capire quanto potranno andare avanti, quanto potranno migliorare. Ogni volta che ci troviamo al cospetto di una nuova generazione di pneumatici sembra impossibile fare meglio. Eppure… eppure fare meglio si può. Perché quel mix tra ingegneria e chimica che dà vita a queste cose tonde e nere che chiamiamo volgarmente “gomme” non finisce mai di evolversi. Parlare con Salvo Pennisi, Deus ex Machina di ogni prodotto Metzeler di evoluzione tecnica è come aprire un libro pieno di “formule segrete”. “Riceviamo di continuo stimoli a migliorare” conferma Salvo “perché le moto migliorano, l’elettronica ha trasformato il modo di guidare e anche il modo in cui lo pneumatico deve interfacciarsi con la moto stessa. Inoltre riceviamo di continuo proposte di polimeri innovativi da chi lavora nel mondo della chimica: uno di questi è protagonista sui nuovi Racetec RR”.LIVECredo che pochi altri elementi tecnici (di fondamentale importanza, tra l’altro) di una moto siano ancora figli di una vera e propria alchimia come gli pneumatici. Un’alchimia che alla fine si traduce in “feeling”. Parola che dice tutto e niente ma che è più facile “vivere” guidando la moto piuttosto che spiegare.Perché la moto può essere bellissima e velocissima, potentissima e piena di elettronica. Ma se quando la guidi non ti “parla”, non ti dà feeling, allora puoi star certo che non andrai mai forte. In questo gli pneumatici hanno un ruolo fondamentale ed è proprio sul feeling di guida che il test team Metzeler stressa gli ingegneri e i chimici di Metzeler.La performance assoluta è ovviamente il target delle Racetec RR, soprattutto nelle mescole K1 (la più morbida) e K2 (intermedia), quelle da utilizzare in pista e in gara, da scaldare con le termocoperte e che consentono di tirare fuori il meglio delle prestazioni di moto come Yamaha R1, Ducati Panigale, BMW S 1000 RR, le protagoniste della nostra prova. Poi c’è la K3, la versione “stradale”, con una mescola più “stabile”, che può essere utilizzata normalmente anche su strada, non va scaldata con le termocoperte (e ha un tempo di riscaldamento molto rapido) e si presta a un utilizzo più all round.

Questo tipo di pneumatico (il K3) è quello che definisco “racing-street”, perché riprende disegno e misure degli pneumatici racing, nasce per girare (molto forte) in pista ma consente di essere utilizzato anche su strada, pur mantenendo caratteristiche supersportive. Per Metzeler, marchio percepito più come turistico che sportivo, questa nuova gamma di pneumatici Supersport sviluppata in collaborazione con i piloti delle Road Racing (di cui Metzeler è partner) rappresenta un manifesto tecnologico importante. Il messaggio è chiaro: siamo bravi con i prodotti turistici, ma anche con quelli sportivi non scherziamo affatto.Tra le caratteristiche specifiche delle Metzeler Racetec RR risaltano le mescole completamente nuove, il disegno inedito e la struttura bimescola del posteriore, che sfrutta la tecnologia “cap and base” in cui la mescola centrale (più rigida e longeva) si infila sotto la mescola laterale (più morbida), sostenendola ed evitando discontinuità di comportamento nella discesa in piega.RIDEAlcarras è una delle pista che Metzeler usa per sviluppare i suoi pneumatici. Dopo che ci hai girato per un po’ capisci anche il perché. È un toboga con tante curve lunghe in appoggio, quelle in cui se l’anteriore non dà fiducia proprio non vai avanti, un paio di frenate secche (una anche a moto inclinata), un discesone in cui a un certo punto imposti un curvone a sinistra mentre la pista sparisce da sotto le ruote. E poi buche, tante, e un asfalto piuttosto abrasivo. Niente di meglio per sviluppare uno pneumatico che deve andare veloce, dare fiducia, smorzare bene le asperità e non ultimo offrire una certa costanza di rendimento.Tutte qualità che ritroviamo nei Metzeler Racetec RR. “Equilibrio” è la prima parola che mi viene in mente per descrivere il Racetec K3, il primo che proviamo. Il nuovo prodotto dell’elefantino spicca, infatti, proprio per l’eccellente bilanciamento tra anteriore e posteriore, bilanciamento che si rileva sia se la moto è equipaggiata con il 190/55 posteriore (come nel caso della R1) sia con il 200/55 utilizzato dalla Ducati Panigale. Il bilanciamento dei profili rende la discesa in piega rapida e prevedibile, omogenea. Un comportamento, questo, tipico degli pneumatici tedeschi che da sempre hanno questa caratteristica. È un comportamento che rassicura, che porta a spingere forte, e con il K3 si può fare dopo sole tre curve.La mattina ad Alcarras è freschina, temperatura sotto i 10° C e asfalto di conseguenza, ma il tempo di warmup delle Racetec RR K3 è eccellente: bastano davvero due curve per “sentire” il grip dell’anteriore (il posteriore si scalda addirittura prima) e basta chiudere il primo giro per sentirsi a proprio agio e iniziare a spingere. Se all’anteriore si chiede feeling nella delicata fase di frenata-ingresso curva, al posteriore – soprattutto se montato su moto con tantissima coppia come nel caso dei modelli in prova – si chiede grip, gestione dell’accelerazione e durata. Doti che non mancano al K3, che si interfaccia con l’elettronica sofisticata delle moto di ultima generazione e riesce a gestire senza problemi le bordate di coppia che moto come Panigale e R1 scaricano sullo pneumatico posteriore. Abbiamo girato per un’intera mattinata senza rilevare decadimenti degni di nota dal punto di vista delle prestazioni e del consumo. Anche su moto molto impegnative per gli pneumatici come R1 e Panigale, che hanno assetti e ciclistiche iper rigidi e che “spingono” molto sulle gomme, la costanza di rendimento del posteriore è stata ottima.Il bello è che nonostante sia uno pneumatico supersportivo (quindi inevitabilmente rigido di carcassa), il K3 non si dimentica che deve funzionare anche su strada, “copiando” le buche senza manifestare comportamento come quello che in gergo viene chiamato “kickback” (il rimbalzo sulle buche). In questo probabilmente lo sviluppo nelle gare road racing ha dato i suoi benefici.Lo pneumatico perfetto? La perfezione non esiste, lo dicono anche i ragazzi Metzeler, e se qualcosa dovessi chiedere in più agli RR sarebbe una maggiore velocità di ingresso in piega, situazione in cui qualche concorrente mostra più rapidità di azione – di questo vi parlerò a breve in occasione del confronto tra tutti gli pneumatici Racing Street -, senza però vantare lo stesso bilanciamento della Metzeler. Già, noi motociclisti siamo incontentabili.Il passo successivo è arrivato con le K2. Dopo un’ora di termocoperte abbiamo potuto vivere sensazioni autenticamente racing. Il grip sale, i tempi scendono (mediamente di un paio di secondi al giro), non viene meno la sensazione di bilanciamento tra anteriore e posteriore e la sensazione di “presenza” dell’anteriore in ogni fase della piega. Con le K2 si entra nell’olimpo del racing, e lasciatemelo dire ci si sente tanto piloti, anche guidando una moto strettamente di serie. Logico che le prestazioni siano migliori, ma se nella vostra vita motociclistica la pista è solo una attività collaterale, se non volete complicarvi la giornata con termocoperte e pressioni (il K3 funziona senza problemi anche a pressioni stradali o poco meno), la Racetec K3 è la scelta giusta.

 

Scopri gli articoli speciali

Articoli correlati
KTM 790 Adventure, il 2025 è arrivato
Prova Honda NT1100, la Touring che diverte
Prova SYM ADX TG 400 - Fuga dalla città