Percorrono decine di km con un litro di carburante. Anche se, sino a ieri, erano considerate delle idrovore. Vetture che un tempo avevano i 10 km/l come obiettivo, ora beneficiano “miracolosamente” di una riduzione dei consumi nell’ordine del 30-40%. Prodigio della tecnica? In parte sì, dato che i sistemi Start&Stop, i pneumatici a bassa resistenza al rotolamento, la tecnologia SCR con iniezione d’urea per i motori Diesel Euro 6 , l’ottimizzazione del rendimento termico dei propulsori, l’aerodinamica attiva e i coefficienti di resistenza aerodinamica (Cx) sempre più curati favoriscono l’aumento delle percorrenze. In parte, però, risultati tanto eclatanti sono legati a un “aiutino” targato UE…Il ciclo NEDC, croce e delizia di ogni costruttore, è divenuto protagonista grazie alla direttiva UE 91/441/CE che ha imposto una procedura comune per la misurazione dei consumi reali e delle emissioni inquinanti di ogni veicolo adibito al trasporto di persone. Procedura che, in linea teorica, dovrebbe replicare le condizioni di guida tipiche per ogni automobilista. Tutto ciò è vero… quanto il decollo degli asini volanti da Malpensa. I rilevamenti vengono infatti effettuati mediante un banco a rulli anziché su strada, rendendo di fatto impossibile replicare gli effetti della resistenza al rotolamento degli pneumatici ed edulcorando i valori d’inerzia legati alla massa dell’auto. Per non parlare dell’aerodinamica, tenuta in considerazione quanto una bistecca d’Angus da un vegano. In secondo luogo, la metodologia di prova è lontana dalla realtà. Durante i test, acceleratore, cambio e freni sono gestiti da un computer…Il rilevamento urbano si compone di tre sessioni con punte di velocità massima degne di uno scooter (15, 32 e 50 km/h), frammentate da brevi tratti a velocità costante (rispettivamente 8, 24 e 25 secondi), lunghe soste a motore acceso e accelerazioni da brividi (!): da 0 a 15 km/h in 4 secondi, da 0 a 32 km/h in 12 secondi e da 0 a 50 km/h in 26 secondi. Tempi degni di un bradipo nel traffico di Roma. Il ciclo completo si chiude in 195 secondi per una distanza di poco meno di 1 km e viene ripetuto quattro volte. In sostanza, in 13 minuti e 4 km, a una media di 18,25 km/h, viene definito il consumo in città di ogni modello. La prova extraurbana è lievemente più realistica – si toccano i 120 km/h e le fasi a velocità costante avvengono a 50, 70, 100 e 120 km/h – anche se i periodi a vettura ferma e motore acceso non sono marginali. Gli scatti, in ogni caso, evocano auto degli Anni ’30: da 0 a 70 km/h in 13 e 41 secondi! Dopo 400 secondi e 7 km a una media di 62,6 km/h viene definita la percorrenza extraurbana di ciascuna vettura. Il consumo medio, infine, è dato dall’intreccio dei valori urbani ed extraurbani. Ne deriva una velocità media di ben 40,4 km/h.In sintesi, a meno di avere un metronomo incorporato nei piedi e dosare l’acceleratore con la delicatezza di un neurochirurgo – sperando che nessuno vi pianti un piccone negli stop mentre procedete baldanzosi a 15 km/h – nessun essere umano è in grado di replicare i risultati ottenuti in laboratorio. I rilevamenti, del resto, avvengono al banco a rulli, con temperatura costante di 25°C, aspirazione favorita da un ventilatore, serbatoi pressoché vuoti, accessori disattivati, dotazioni ridotte al minimo e zavorra di 75 kg a replicare la presenza del guidatore. Il ciclo NEDC ha pertanto una valenza comparativa tra veicoli, ma non può essere assunto a cartina di tornasole del reale consumo di una vettura. Utile come un ghiacciolo allo strutto. Rinfresca sì, ma il sapore…