Sentite il richiamo del lato “sporco”? quello delle gomme tassellate, boschi e vallate da esplorare? Che siate “Giessisti” con poca esperienza o maghi delle mulattiere, non dovreste lasciarvi sfuggire l’occasione di un raid insieme ai ragazzi di Fuoritraccia, associazione che ha sede nel cuore della Riviera dei Fiori, a Imperia, e si dedica a tutti gli aspetti dell’organizzazione di un viaggio, oppure di una semplice giornata in off road, dall’entroterra ligure fino alle dune del deserto sahariano.LIVEL’attività dell’associazione abbraccia diverse discipline: motociclismo, mototurismo, 4×4, quad e side by side ma è l’enduro quella principale, e la Liguria è la terra ideale per praticarlo: ci sono temperature miti tutto l’anno, un’infinità di percorsi adatti a tutte le esigenze e paesaggi mozzafiato sospesi tra il mare e le montagne, costellate di piccoli borghi ricchi di storia. La moto la fa da padrona e a muovere i fili dell’organizzazione è Alberto Mancuso, ex agonista e grande appassionato di enduro di grossa cilindrata; i corsi di guida con le moto “oversize” sono una delle attività principali di Fuoritraccia.Le attività, però, sono tantissime: le trovate tutte su www.fuori-traccia.com e www.o2riders.com. Si va dal corso di avviamento al fuoristrada per neofiti fino all’organizzazione di raid africani di molti giorni, passando per i corsi di primo soccorso e navigazione motorally, il tutto anche con noleggio moto.Tra i tanti raid che partono regolarmente da Imperia c’è la “Via del Sale Classic”, due giorni su una delle vie militari più belle di tutto l’arco alpino nord occidentale nell’anello Imperia-Monesi-Limone-Imperia. Oppure la “Via del Sale ed Occitania”, quattro giorni di avventura con percorsi che si snodano tra Italia e Francia, entrambi anche in versione maxienduro.La meta più gettonata fuori dai confini nazionali è la Spagna, specialmente la regione di Aragona, e poi Marocco, Tunisia, Sud America, Namibia. Insomma ce n’è davvero per tutti i gusti. I viaggi all’estero prevedono assicurazione, trasporto bagagli, assistenza medica, meccanica e recupero del mezzo in avaria.Per quanto riguarda i costi, che comunque si trovano sul sito di Fuoritraccia, giusto per fare qualche esempio il corso di due giorni “Maxienduro weekend” costa 240 euro con sistemazione in guest house. 240 euro anche per un fine settimana di enduro accompagnati da una guida del posto, con due giorni di raid (gruppo max 10 persone), vitto e alloggio.Il bello di affidarsi a un’associazione del genere è che se siete pigri e non volete sentir parlare di ingrassaggio catena e filtro, spostamenti con il carrello e pratiche burocratiche, o semplicemente non ne avete il tempo, non dovrete far altro che presentarvi a Imperia o nel luogo stabilito e saltare in sella, proprio come abbiamo fatto noi.Aperta la serranda del garage di Fuoritraccia ci troviamo davanti le cinque fiammanti KTM sixdays EXC M.Y. 2014 a disposizione dei clienti: una 250 2t, due 350 4t e una 450 4t. Visto che sono un po’ arrugginito sul fronte off-road scelgo una delle 350, immaginandola meno scorbutica della 2e ½ e meno impegnativa della 450. Si parte per il raid e dopo pochi metri di asfalto comincia una carrabile sterrata tra gli uliveti. Ad aprire il gruppo e a dare il ritmo c’è Alberto(ne), che qui è nato e pratica l’enduro per questi sentieri da quando era uno sbarbato. Non bisogna preoccuparsi della strada, e allora non resta da fare altro che concentrarci sulla guida, concedendosi uno sguardo verso il mare e i panorami della Liguria, tanto belli in questa giornata tersa da togliere il fiato.La poesia dura poco perché dopo qualche chilometro percorso sento gli avambracci talmente indolenziti da far fatica persino a schiacciare la frizione, oltre ad aver perso sensibilità nella gestione del gas. L’indolenzimento delle braccia è un problema tipico degli enduristi alle prime armi, in parte per la mancanza di muscolatura specifica, ma soprattutto perché si tende a caricare eccessivamente il peso sulle braccia, stancandole molto.Alberto si accorge del mio problema di postura e mi consiglia di “abbassare i talloni”. Lo faccio diligentemente e mi accorgo che in questo modo il peso del corpo si concentra sulle pedane, scaricando le braccia che non si affaticano e possono agire meglio sui comandi. Risultato? Con questo piccolo accorgimento è tutta un’altra cosa: si riesce a direzionare con maggior precisione la ruota anteriore e a “sentire” di più la moto. In poche parole, ci si affatica meno e ci si diverte di più. Ci infiliamo nei boschi (la Liguria è la regione italiana che ne ha di più) e percorriamo creste di colline e mulattiere che sboccano qualche volta in piccoli e affascinanti villaggi antichi, dove, se non avete l’ansia da prova speciale, vale la pena fermarsi per un caffè.Sui saliscendi da terza di una strada carraia in mezzo a un bosco, ho modo di apprezzare l’efficacia strepitosa della EXC 350: basta fare una leggera pressione sulla pedana interna e la moto imbocca con una facilità impressionante la traiettoria desiderata, che riesce a mantenere nonostante le buche, i sassi e le radici più insidiosi.Il motore quattro tempi, grazie alla regolarità dell’erogazione della potenza sin dai regimi di rotazione più bassi, conferisce un tale controllo della ruota posteriore attraverso il gas da essere rassicurante e da farvi sentire un endurista vero. A un certo punto del percorso, ai piedi di una mulattiera che appare insidiosa, galvanizzato dai progressi nella guida, sento che è il momento di provare la 250. La curva dell’erogazione della potenza del 2t è più appuntita e richiede un po’ di “manico” per essere gestita efficacemente: la 2t, però, è più leggera della 350 4t e, anche se la differenza di peso si riduce a pochi chilogrammi, nei tratti particolarmente tecnici affatica sensibilmente meno.Manca qualcosa? Certo, potrei provare anche la 450. Però, dopo sei ore di enduro immersi nelle meraviglie dei paesaggi liguri, dopo molti miglioramenti nella guida e un paio di innocue scivolate, sento che forse non è il caso di chiedere di più a questa splendida giornata.