Mirai, in giapponese, significa futuro. E il futuro, per Toyota, è legato all’idrogeno. Ecco allora che la Casa costruttrice leader nella tecnologia ibrida punta sulle fuel cell per gli anni a venire. Con, manco a dirlo, la berlina Mirai, un tempo nota come FCV.Potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’intera industria automobilistica. Promette infatti un’autonomia in linea con una vettura tradizionale – quasi 500 km –, può essere ricaricata in meno di 5 minuti ed emette esclusivamente vapore acqueo. La quadratura del cerchio! Dopo 10 anni di sperimentazione, la Toyota Mirai debutterà a primavera 2015 sul mercato nipponico e a settembre in Europa, a un prezzo di circa 80.000 euro. Sfrutta il sistema TFCS (Toyota Fuel Cell System), vale a dire la combinazione della tecnologia ibrida e delle fuel cell, così da poter contare su 155 cv e 335 Nm di coppia. Come funziona? La reazione chimica dovuta alla combinazione dell’idrogeno con l’ossigeno all’interno delle pile a combustibile produce energia elettrica che, dopo essere passata da un apposito “booster”, viene utilizzata dal motore a zero emissioni. Quest’ultimo collocato all’avantreno e attivo sulle ruote anteriori. Nella parte posteriore della vettura è presente una batteria in grado d’immagazzinare carica, da utilizzare qualora il guidatore richieda maggiori prestazioni o, mediante un dispositivo esterno, per trasferire energia alla propria abitazione. Una sorta di generatore!L’acqua prodotta dalle pile a combustibile viene gestita grazie a un sistema di circolazione interna che non richiede un umidificatore per mantenere sotto controllo i liquidi sulle membrane elettrolitiche. In aggiunta, come accennato, un convertitore-potenziatore (booster) innalza la tensione generata dalle fuel cell sino a 650 volt, permettendo di ridurre le dimensioni del motore elettrico e le pile a combustibile necessarie ad alimentarlo, a tutto vantaggio del ribassamento del baricentro e, conseguentemente, del piacere di guida. Nonostante dimensioni non eccessive – è lunga 489 cm, larga 181 e alta 153 –, la sicurezza non è in discussione. L’idrogeno, immagazzinato sotto al pianale a una pressione di 700 bar, è contenuto all’interno di due serbatoi plastici (da 60 litri l’anteriore, 62 il posteriore) con un rivestimento a triplo strato in carbonio. In caso di perdite, specifici sensori interrompono immediatamente il flusso.