Una vettura in kit. Da montare come se fosse un mobile Ikea. Da sviluppare e personalizzare a piacimento, giocando con i componenti “di serie” oppure… inventandoseli! OSVehicle Tabby è il primo veicolo open source, ovvero – prendendo spunto dal mondo software – ideato da progettisti che permettono e favoriscono tanto lo studio quanto le modifiche da parte di tecnici indipendenti.
Sotto il profilo tecnico si tratta essenzialmente di una piattaforma del tipo a traverse e longheroni assemblabile in meno di un’ora, disponibile in configurazione a due o quattro posti. I propulsori abbinabili si caratterizzano per le ridotte cubature e le diverse strategie d’alimentazione: tradizionale, elettrica oppure ibrida. La prima “declinata” nelle cilindrate di 50, 125 e 250 cc con potenze comprese tra 4 e 20 cv. L’unità a zero emissioni è proposta in tre step da, rispettivamente, 5, 11 e 20 cv, mentre il propulsore ibrido, caratterizzato da Start&Stop, recupero dell’energia nelle fasi di frenata e possibilità di ricarica delle batterie mediante il modulo endotermico – trasformandosi così in un sistema ad autonomia estesa stile Chevrolet Volt o Fisker Karma – può contare su 14, 16 o 20 cv. Al motore elettrico viene sempre abbinato un monocilindrico quattro tempi di 125 cc. La velocità massima è, in ogni caso, inferiore a 80 km/h, così da rispettare l’omologazione per i quadricicli “pesanti”, ovvero con massa a vuoto non superiore a 400 kg e potenza sotto i 15 kW.
E la carrozzeria? Libera. Chiunque può disegnare e condividere il proprio progetto. I costi di realizzazione sono decisamente contenuti, dato che il telaio è fornito a 1.990 euro – senza sedili (80 euro) – e porta in dote freni a disco da 220 mm di diametro tanto all’avantreno quanto al retrotreno. Le ruote da 13 pollici abbinate a pneumatici 165/55 sono optional. Optando per la propulsione ibrida o a zero emissioni il pacco batterie, dal peso di 24 kg, costa 698 euro. L’unico propulsore al momento disponibile (1.520 euro) è elettrico nello step da 11 cv, 6,1 kgm di coppia e circa 100 km d’autonomia. In estrema sintesi, il prezzo finale si attesta a poco più di 4.600 euro. Non si entra in possesso, beninteso, di una supercar full optional, bensì di un “trespolino” da completare a proprio gusto, tenendo presente che dispositivi di sicurezza quali ABS, ESP e air bag sono alieni quanto lo sbarco su Marte.
L’auto in kit non è una novità. Gli Inglesi, in special modo, da decenni ne hanno fatto una religione. Non si contano le repliche della mitica Lotus Seven, in grado di spaziare da propulsori d’origine motociclistica a cavallerie degne del Generale Lee. Un esempio? Robin Hood Zero. La factory britannica trae ispirazione dal “principe dei ladri”, rubando il divertimento ai ricchi e donandolo ai meno abbienti. Zero è offerta in “scatola di montaggio” a circa 10.000 euro e il pacchetto comprende telaio, carrozzeria in fibra di vetro/alluminio, sospensioni, impianto frenante, roll bar, parabrezza, sedili, strumentazione, sterzo e kit luci. Per quanti desiderassero la vettura già montata, il prezzo sale a circa 22.000 euro ma non include, anche in questo caso, ruote, cambio e motore. In base alle geometrie del telaio è consigliabile adottare propulsori Ford a 4 cilindri in linea Zetec 2.0 da 170 cv oppure, modificando la carrozzeria, V8 4.6 da 304 cv.
Kit car non fa rima solamente con Lotus Seven. Basti pensare a Ultima GTR 800, supercar britannica forte di telaio in tubi di alluminio, carrozzeria in fibra di vetro e peso inferiore a 1.000 kg. Il “cuore” è il V8 di 7,0 litri di derivazione Corvette Z06 Coupé, portato da 513 a 811 cv e da 64,9 a 92,0 kgm di coppia grazie a un impianto di scarico più “aperto”, un albero a camme maggiormente spinto e la sovralimentazione mediante compressore volumetrico che permette ai 990 kg di GTR di passare da 0 a 100 km/h in 2,6 secondi e toccare i 370 km/h. Cambio manuale Getrag di tipo transaxle a 6 rapporti, trazione posteriore, impianto frenante AP Racing e sospensioni pluriregolabili dell’americana Intrax completano il set pronto montaggio.
Mostri della strada difficilmente assemblabili e gestibili? Tutt’altro. Spesso le kit car derivano da vetture esistenti. La factory inglese Mevster, ad esempio, propone un intervento radicale sulla spider Mazda MX5, portando in dote una “cura dimagrante” da 1.085 a 665 kg di peso. La meccanica non cambia, mentre la scocca originale viene accantonata in favore di un telaio a traliccio in tubi d’acciaio realizzato artigianalmente e abbinato a una striminzita carrozzeria in fibra di vetro. Un giochino costoso? L’intero pacchetto – inclusi parabrezza, roll bar e sedili a guscio – è offerto a un prezzo di poco inferiore a 5.000 euro. Avete già la chiave inglese in mano?