È nata l’auto matrioska: estetica da crossover, abitabilità da piccola monovolume, guidabilità da compatta e finiture da berlina che s’affaccia al mondo premium. La nuova Kia Soul abbina un unico corpo ad anime diverse. Costringerla entro un’unica categoria sarebbe come scegliere tra Coppi e Bartali: una forzatura.Efficace, sbarazzina, pratica e divertente da guidare. In America è una best seller; in Italia ha sinora riscosso un successo inferiore al meritato. Ora, però, torna alla carica forte di un moderno cambio automatico a 6 rapporti, di un aspetto più aggressivo, di una maggiore capacità di carico e, soprattutto, di sospensioni meno granitiche che in passato. A tutto vantaggio del comfort e della fruibilità quotidiana. È diventata ordinaria? Come un quadrifoglio in un campo di trifogli…
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La seconda generazione della compatta coreana non tradisce l’impostazione estetica del precedente modello, da tradizione a metà strada tra una classica due volumi a 5 porte e una piccola sport utility. Le differenze principali rispetto alla vecchia Soul consistono nei paraurti ristilizzati e nei gruppi ottici posteriori radicalmente ridisegnati, forti ora della tecnologia d’illuminazione a LED. Debutta inoltre il SUV Styling Pack forte d’inserti in nero lucido lungo paraurti, minigonne, passaruota e tetto.
Personalizzabile
Quest’ultimo una novità, in quanto disponibile in tre diverse varianti cromatiche.L’hanno rapita gli alieni! Le plastiche rigide e piuttosto austere del passato sono un lontano ricordo. L’abitacolo appare anzi decisamente moderno, persino ricercato in alcune finiture come, ad esempio, il rivestimento in pelle della palpebra del cruscotto. E se da un lato continua a non entusiasmare la regolazione a scatti, anziché la più precisa soluzione progressiva, dell’inclinazione degli schienali anteriori, dall’altro chiunque trova rapidamente la corretta posizione di guida grazie alla possibilità d’adattare lo sterzo in profondità e altezza. E il supporto lombare? Fisso. Una piccola smagliatura compensata dalla generosa visibilità garantita dalle sedute rialzate in stile crossover.
Il cambiamento più grande
La vera rivoluzione è sottopelle: Soul 2014 adotta infatti la medesima piattaforma della più recente generazione di Kia cee’d. Una mutazione (genetica) che porta in dote una rigidità della scocca (in acciaio) superiore del 29% rispetto al passato e una rumorosità in abitacolo inferiore di circa 3 decibel. Caratteristica, quest’ultima, sulla quale influisce positivamente la presenza del telaietto ausiliario anteriore – una novità – al quale vengono vincolate le sospensioni con schema McPherson.
Crescono lievemente il passo (+20 mm) e l’ampiezza delle carreggiate (+15 mm), a fronte di una riduzione (-10 mm) dell’altezza. Cambiamenti cui consegue una maggiore disponibilità di spazio sia anteriormente sia posteriormente; proprio gli occupanti del divanetto, nel dettaglio, beneficiano di una superiore libertà di movimento a livello degli arti inferiori, mentre non si registrano – coerentemente con il vecchio modello – contatti indesiderati tra capo e padiglione. Condizione, quest’ultima, favorita dal ribassamento delle sedute della seconda fila.
Il bagagliaio
Il vano di carico raggiunge una capacità di 354 litri con cinque persone a bordo: vale a dire 14 litri più del precedente modello, andando così a porre parziale rimedio a una delle principali smagliature della prima generazione. Un valore, in ogni caso, non da record, visto che una vettura di dimensioni e fattezze simili quale Citroën C3 Picasso può contare su 500 litri, laddove Fiat 500L si attesta a 455 litri e Mini Countryman a 450 litri. In compenso debuttano accessori di pregio quali l’accesso hands free all’abitacolo, l’avviamento a pulsante, la ventilazione e il riscaldamento delle sedute anteriori, il tetto panoramico in cristallo e il sistema di navigazione satellitare con schermo touchscreen a colori da 8 pollici.ABS, ESP e 6 air bag sono di serie. Come in passato.
Un tempo, però, pensare a una Soul dotata della gestione automatica dei fari abbaglianti avrebbe avuto senso quanto immaginare che l’imperialismo russo sarebbe tornato a ruggire. Ah, già… è accaduto. E infatti la crossover coreana può contare non solo su tale tecnologia, ma anche su di un sistema di parcheggio assistito sia in perpendicolare sia in parallelo, sull’avviso di superamento involontario della linea di corsia e, considerando l’aspetto puramente estetico, sulla disponibilità di ben undici tinte di carrozzeria e quattro finiture bicolore. Un vero e proprio arcobaleno!
DRIVE
Hanno usato la carta vetrata! Se in passato il 4 cilindri 16V common rail di 1.582 cc denotava una discreta ruvidità ai bassi regimi, ora l’erogazione risulta più fluida sebbene a fronte di valori immutati sia di potenza (128 cv a 4.000 giri/min) sia di coppia (260 Nm – 26,5 kgm da 1.900 a 2.750 giri). Influisce positivamente, a tal proposito, l’inedita trasmissione automatica a 6 rapporti del tipo mediante convertitore di coppia che pensiona l’antidiluviano cambio automatico a 4 marce appannaggio del precedente modello.
Un’unità garante di passaggi di marcia pressoché impercettibili – pur se affetta da un discreto slittamento –, al punto da non far rimpiangere i più complessi e pesanti sistemi a doppia frizione. In aggiunta, specie optando per la modalità manuale, gli innesti sono rapidi ed è possibile scattare da 0 a 100 km/h in 12,2 secondi toccando una velocità massima di 177 km/h e percorrendo mediamente 16,7 km/l con emissioni di CO2 nell’ordine dei 158 g/km.Contribuiscono al feeling con la vettura sia la possibilità di optare per tre livelli di servoassistenza elettrica dello sterzo (Normal, Comfort e Sport) sia la taratura delle sospensioni meno rigida che in passato.
Sospensioni che, nel dettaglio, mantengono la tradizionale configurazione McPherson all’avantreno e ad assale semirigido al retrotreno, portando però in dote una maggiore capacità d’assorbimento delle imperfezioni dell’asfalto, a tutto vantaggio del comfort nonostante l’adozione – nel caso dell’esemplare in prova – di cerchi in lega da 18 pollici abbinati a pneumatici dalla spalla abbastanza ribassata (235/45). È forse diventata un budino? No. O meglio ni. Rollio e beccheggio sono superori al precedente modello, ma comunque contenuti entro livelli più che accettabili e tali da non pregiudicare l’agilità nel misto e la rapidità d’inserimento in curva.
Caratteristiche dinamiche sulle quali influisce positivamente il peso contenuto in 1.331 kg; nettamente inferiore a una concorrente quale Fiat 500L 1.6 16V Multijet Trekking (1.486 kg con cambio manuale) e sostanzialmente in linea con Citroën C3 Picasso 1.6 e-HDi CMP-6 (1.313 kg) sebbene superiore di circa 40 kg al precedente modello. Degna di nota la stabilità del retrotreno, scarsamente incline al sovrasterzo anche in caso di brusco rilascio dell’acceleratore in percorrenza di curva. Condizione nella quale, in ogni caso, la sicurezza non è mai in discussione grazie al rapido intervento del controllo di stabilità (di serie). In estrema sintesi, è una fun car? Anche. Non solo. Non del tutto. Kia Soul si conferma una “spremuta” di mondi: un po’ crossover, un po’ monovolume, un po’ compatta. Senza dubbio diversa dalla massa.