Si chiude un’era. SLS AMG va in pensione. I Saloni di Tokyo e Los Angeles, la cui apertura è prevista per il 20 novembre, da un lato saranno teatro del debutto dell’ammiraglia più potente al mondo, ovvero S 65 AMG, dall’altro metteranno fine alla saga di una delle supercar più affascinanti di Stoccarda. Final Edition, tiratura celebrativa di 350 esemplari, rappresenta l’ultima possibilità per entrare in possesso di una SLS AMG, prima Mercedes-Benz dotata di scocca interamente in alluminio.
Nulla cambia sotto il profilo meccanico e telaistico rispetto alle versioni GT. Sono confermati lo schema delle sospensioni a ruote indipendenti a doppi bracci trasversali sia all’avantreno sia al retrotreno, così come il V8 6.2 collocato anteriormente, adottato sino ad alcuni anni fa da numerose vetture Made in Affalterbach e ora appannaggio solamente di C 63 AMG (berlina, wagon e coupé). Unità modificata per SLS GT onde raggiungere una potenza massima di 591 cv e una coppia di 66,3 kgm. A tal fine sono stati riprogettati il sistema d’aspirazione, di distribuzione e scarico, mentre la lubrificazione a carter secco ha consentito da un lato d’abbassare il baricentro della vettura, dall’altro di garantire l’afflusso d’olio agli organi vitali della meccanica anche in caso di forti accelerazioni. Completano la rivisitazione meccanica i pistoni forgiati e i supporti dell’albero motore rinforzati.
V8 6.2 32V a fasatura variabile che, secondo tradizione, lavora in abbinamento a una trasmissione a doppia frizione a 7 rapporti montata posteriormente, così da favorire il bilanciamento delle masse lungo gli assali (47% all’avantreno e 53% al retrotreno), e collegata al motore mediante un albero in fibra di carbonio. Lanciata nel 2009, SLS AMG è divenuta un’icona di sportività sia grazie all’apertura delle portiere ad ali di gabbiano (coupé), sia per la declinazione nelle configurazioni roadster, GT, Black Series ed Electric Drive a zero emissioni. Ora è pronta per entrare nei libri di storia.