Lo avevamo già detto nel nostro servizio “tornano le 3 e 1/2?” che il mondo si sarebbe presto popolato di moto di cilindrata medio/piccola. Non che sia una novità, quelle moto ci sono sempre state ma, almeno negli ultimi anni sono sempre state, per i nostri mercati, ai margini degli interessi degli appassionati. Ma il mondo cambia, e cambia molto in fretta e se si vuole avere in mano le carte giuste occorre giocare su tutti i tavoli. Il tavolo dei Paesi emergenti è quello, al momento, più redditizio, ormai lo hanno capito tutti. Un tavolo in cui si gioca una partita importantissima. Perché fare i numeri in questi mercati significa avere risorse per sviluppare prodotti premium da vendere poi negli altri.
È altrettanto un dato di fatto che ormai stiamo raggiungendo un “punto di equilibrio” tra i due mondi. Da una parte i Paesi emergenti chiedono di più, hanno voglia di crescere e modelli come KTM 390 Duke e Honda CB500 (ma anche Kawasaki Ninja 300) sono li a dimostrarlo. Dall’altra ci siamo noi, un po’ decadenti, con meno soldi e più attenzione alla spesa, ma con la stessa voglia di spostarci in moto. Inoltre l’arrivo delle nuove regole sulla patente A2 hanno dato un ulteriore impulso a questo genere di moto. Il risultato è che questi modelli di cilindrata medio piccola sono destinati a diventare davvero modelli “globali” un po’ come le world car che i grandi Marchi automobilistici producono ormai da un po’.
Insomma se vuoi crescere devi uscire dal tuo giardino e BMW Motorrad che un marchio globale (ma premium) lo è sempre stato ora ha intenzione di buttarsi nella mischia. L’annuncio è di oggi, BMW entrerà nel segmento delle moto sotto i 500 cc e lo farà con un partner indiano la TVS Motor Company, aziendina da 2 milioni di pezzi all’anno, con cui ha siglato un accordo di cooperazione a lungo termine per sviluppare progetti che sfruttino i punti di forza di entrambi i costruttori. La Casa di Monaco segue quindi la strada tracciata da KTM (che però ha molto più che un partner Indiano, la Bajaj è un importante azionista della Casa di Mattighofen) che ha sviluppato una serie di modelli (ultima in ordine di tempo la 390 Duke che proveremo nei prossimi giorni) che si sono imposti come modelli globali. La strategia di attacco ai mercati è cristallina: un marchio “pesante” con know how tecnico elevatissimo, può progettare e supervisionare modelli costruiti poi in India. Con KTM ha funzionato, BMW farà lo stesso?
Abbiamo raggiunto telefonicamente Andrea Buzzoni, direttore BMW Motorrad Italia, per una intervista “volante”, ovviamente la sua bocca è poco meno che cucita, ma sono chiare le sue opinioni in proposito.
“Il mercato italiano sta calando sempre più, quello europeo va un po’ meglio ma è comunque abbastanza saturo. Ovviamente c’è uno spostamento strategico delle multinazionali europee che stanno guardando con attenzione e il futuro per l’Europa è un po’ nebuloso. I mercati emergenti sono molto interessanti per le quantità, noi in alcuni di questi Paesi stiamo facendo bene anche con le moto di grossa cilindrata. In Brasile oggi vendiamo quasi 10.000 moto, 10 anni fa ne vendevamo 500. Sono tutte F800 R o G 650 GS monocilindriche.. Queste economie emergenti sono quindi molto interessate anche ai prodotti premium che restano il nostro Core Business, ma al tempo stesso c’è la necessità a soddisfare un cliente che ha bisogno di qualcosa di piccolo ma comunque più grande di quanto sta guidando oggi.” Le grosse aziende europee si pongono il problema sulla sostenibilità del futuro, la crescita commerciale o la compensazione del calo dei mercati europei, va cercata su larga scala. BMW è un player mondiale e come tale si deve porre l’obbiettivo di allargare gli orizzonti. Del resto da anni anche nel mondo auto accade lo stesso, questo è un trend di carattere mondiale come sta accadendo con le city car. È una strategia di ampio respiro che qualsiasi produttore globale dovrebbe avere.”
Che moto produrrà BMW? Di che cilindrata? Costruirà anche 125 che potranno essere interessanti anche per i nostri giovani? Ovviamente tutte queste domande sono rimaste senza risposta. Attendiamo.