Mai film fu più profetico: la DeLorean DMC 12, protagonista della pellicola “Ritorno al futuro”, tornerà a vivere. In futuro, appunto, e al tempo stesso con lo sguardo rivolto al passato, dato che non muterà esteticamente rispetto alla vettura originale degli Anni ‘80.Dal 1983, anno in cui la DeLorean dichiarò bancarotta, non sono mancati i piani di rilancio della vettura, culminati con il progetto elettrico del 2011, conclusosi con un nulla di fatto. Ora, però, sembra che Stephen Wynne, proprietario del brand, sia deciso a sfruttare una legge recentemente approvata negli States, e denominata Low Volume Motor Vehicle Manufacturers Act, che agevolerebbe la commercializzazione di auto vintage, ma con componenti meccanici di nuova generazione, sottraendole all’obbligo di rispettare le recenti normative in materia di sicurezza e tutela ambientale.Al momento non sono trapelati dettagli precisi in merito alle caratteristiche dell’auto, ma rumors recenti danno per scontata la produzione di un primo lotto di 300 esemplari nel corso del 2017, proposti a un prezzo compreso tra i 70 e 90 mila euro – tutt’altro che bruscolini – ed equipaggiati con un propulsore moderno che, secondo voci di corridoio, potrebbe essere il V6 24V di 3.456 cc alimentato a benzina e sovralimentato mediante compressore volumetrico realizzato da Toyota e attualmente (ampiamente) utilizzato da Lotus Exige S ed Evora negli step da 280, 350 e 405 cv.Quanto al profilo storico, la DMC 12 è stata l’unico modello realizzato dall’americana DeLorean Motor, in produzione dal 1981 al 1983. Era fortemente caratterizzata dalle portiere ad ali di gabbiano e dalla carrozzeria in acciaio inossidabile non verniciato. Prodotta in 9.200 esemplari, è divenuta celebre in tutto il mondo – come accennato – per l’apparizione nella trilogia cinematografica “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis, nella quale veniva usata dal Dr. Emmett “Doc” Brown come base per la macchina del tempo da lui ideata. Disegnata da Giorgetto Giugiaro, era mossa da un V6 di 2,85 litri da 130 cv e 208 Nm di coppia che lavorava in abbinamento a una trasmissione manuale a 5 rapporti o automatica a 3 marce. Gran parte della struttura derivava dalla Lotus Esprit; le sospensioni anteriori erano a quadrilatero, le posteriori multilink. Scattava da 0 a 100 km/h in 8,8 secondi. Un tempo, se venisse effettivamente adottato il 3.5 SC di derivazione Lotus, destinato a essere sbriciolato dalla futura, “nuova”, DMC 12.