Chiamatela pure avant-premiere. Definitela serenamente ricerca stilistica. Attribuitele senza timori il ruolo di vettura laboratorio. Fate ciò che volete. A patto che la realizziate quanto prima! Dopo averla svelata in occasione del Salone di Ginevra, far attendere il 2015, data prevista per il debutto di Alfa Romeo 4C Spider, è dannatamente crudele…
È la versione scoperta della raffinata coupé a trazione posteriore del Biscione. Con la “sorella” a tetto rigido condivide il noto 4 cilindri 16V di 1.742 cc a iniezione diretta di benzina sovralimentato mediante turbocompressore, collocato centralmente e forte della fasatura variabile sia lato aspirazione sia lato scarico. Portato a 240 cv e 35,7 kgm – in origine eroga 235 cv e 34,6 kgm –, nonché alleggerito di 22 kg rispetto allo standard, beneficia del cosiddetto effetto scavenging (leggi l’approfondimento tecnico) e lavora in abbinamento a una trasmissione a doppia frizione a 6 rapporti e al selettore Alfa D.N.A. che, alle modalità di marcia tradizionali (Dynamic, Natural e AllWeather) aggiunge la configurazione Race.
Nonostante l’irrigidimento del telaio monoscocca in carbonio – necessità portata in dote dalla configurazione open air – il peso della vettura è inferiore a 1.000 kg. Superiore di circa 100 kg a 4C coupé. Il rapporto peso/potenza passa così da 3,73 a 4,17 kg/cv. Un risultato degno di considerazione, ottenuto anche grazie alla sostituzione del classico lunotto in vetro con un prolungamento in plexiglas e poliestere della carrozzeria. Radicalmente rivisto l’impianto di scarico. Alle due uscite tonde tradizionali collocate alle estremità dell’estrattore subentra una soluzione centrale a doppio stadio con terminali in titanio e carbonio realizzati dallo specialista sloveno Akrapovic. Impianto corredato di valvola elettroattuata con tecnologia wireless per adattare sia il sound sia i valori di retropressione in base a due setup.
Rispetto alla coupé non variano lunghezza e interasse. Un componente con valenza sia estetica sia funzionale è il roll-bar rivestito in carbonio. Le fibre composite vengono utilizzate anche per la parte superiore del parabrezza e la cella dell’abitacolo. Rispetto alla versione chiusa, infine, cambiano radicalmente i proiettori, ora “sotto lente” – ovvero carenati da una superficie in plexiglas – e dal design più convenzionale.