Esiste, non esiste, arriva, non arriva. Dopo la diffusione in rete delle prime immagini di WRX STI, versione più performante della recentemente rinnovata berlina nipponica, Subaru dipana ogni dubbio svelando la veste definitiva della vettura in occasione del Salone di Detroit.La nuova STI, che esteticamente sembra gemella della rivale Mitsubishi Evo X, ha confermato le indiscrezioni. È infatti mossa non dal 4 cilindri boxer 2.0 turbo a iniezione diretta di benzina da 268 cv e 35,7 kgm di coppia, al debutto con WRX 2014 in occasione del Salone di Los Angeles, bensì da un’unità identica per frazionamento e tecnologia di sovralimentazione, ma portata a 2,5 litri onde erogare 304 cv a 6.000 giri/min e 40,1 kgm a 4.000 giri. Valori non distanti dal precedente modello, accreditato di 300 cv e 41,5 kgm in virtù di un 4 cilindri boxer 2.5 turbo twin-scroll anch’esso alimentato a benzina. Condiviso con WRX e simile al passato anche il sistema di gestione del propulsore SI-Drive che permette di selezionare tre diverse mappature influenzando la quantità di benzina iniettata nei cilindri, l’anticipo d’accensione e la fasatura della distribuzione. Le opzioni, nello specifico, sono Sport, condizione di utilizzo a piena potenza, Sport Sharp, che prevede una maggiore reattività della farfalla a controllo elettronico dell’acceleratore, e Intelligent, cui consegue un’erogazione lievemente “ovattata”, adatta sia al contenimento dei consumi sia ai fondi a bassa aderenza.Se rispetto al passato la scocca risulta più rigida e leggera, nulla muta sotto il profilo della trasmissione: è disponibile unicamente la collaudata unità manuale a 6 rapporti. Analogo discorso per il sistema di trazione, secondo tradizione integrale permanente e forte di tre differenziali autobloccanti: anteriore di tipo elicoidale, posteriore Torsen e centrale meccanico a lamelle gestito elettronicamente che ripartisce la coppia tra avantreno e retrotreno in funzione del fondo stradale e dello stile di guida. Analogamente al vecchio modello, è possibile optare per diverse regolazioni del bloccaggio, spaziando dalle varianti automatiche, che privilegiano la distribuzione dei kgm verso l’asse anteriore o posteriore, alla gestione manuale, caratterizzata da 6 step incluso il blocco totale.Rientra sempre nell’ottica dell’adeguamento del comportamento della vettura allo stile di guida la facoltà di scegliere, come in passato, fra 3 soglie d’intervento del controllo di stabilità e trazione, passando dalla modalità ordinaria alla configurazione Traction Mode, meno invasiva ma pronta a intervenire in caso di situazioni d’emergenza, e, infine, Off Mode, in cui l’unico ausilio al guidatore è rappresentato dall’Abs, non disattivabile. Quest’ultimo definito Super Sport, ovvero dotato di un sensore di accelerazione laterale che ripartisce la forza frenante tra lato interno ed esterno della curva onde assicurare il mantenimento della stabilità durante le decelerazioni a ruote sterzate. Nessun rispetto della tradizione per quanto riguarda l’interasse, maggiorato di 25 mm rispetto al passato; analogamente a WRX 2014. Una scelta tecnica sempre più gettonata, come dimostrano la nuova Mini e, tra le supercar, Porsche 911 serie 991.Non cambia lo schematismo delle sospensioni, McPherson all’avantreno e a bracci multipli al retrotreno con molle elicoidali e ammortizzatori telescopici. Questi ultimi rivisti però nella taratura in funzione di un irrigidimento che porti in dote il ribassamento dell’assetto. Confermato, infine, l’impianto frenante Brembo, composto da dischi autoventilanti sui quali agiscono pinze anteriori a 4 pistoncini e posteriori a 2 pompanti. La nuova STI saprà tornare ai fasti di un tempo? Un aiuto potrebbe venire dall’agonismo. Si vanno infatti diffondendo rumors che vorrebbero la vettura nipponica destinata a costituire la testa di ponte del rientro della Casa delle Pleiadi nel Mondiale Rally (WRC).