E’ passato mezzo secolo dalla nascita del marchio AMG e da allora sono cambiate molte cose. Nei primi tempi i due soci fondatori (Aufrecht e Melcher, la terza lettera della sigla è l’iniziale di Grossaspach, città di origine di Aufrecht) lavoravano tra le mura di un ex mulino. Oggi il marchio è entrato nell’orbita Mercedes e dallo stabilimento di Affalterbach esce una gamma in continua espansione e che oggi conta ben 56 proposte. La bandiera di AMG è oggi nelle mani della Mercedes-AMG GT, declinata con quattro livelli di potenza (476 , 522, 557 e 585 cv per le versioni base, S, C e R) e due carrozzerie, Coupé e Roadster. Proprio la Mercedes-AMG GT C Roadster è forse quella che meglio incarna lo spirito del marchio, una vera supercar fruibile nell’uso di ogni giorno, che fa sangue ma senza rinunciare a classe ed eleganza. Rispetto alla normale AMG GT, la C mostra gli artigli con un kit estetico specifico di cui fanno parte, tra le altre cose, i fascioni paraurti ridisegnati. La Mercedes-AMG GT C non si limita a fare più scena e offre agli amanti della guida chicche come il differenziale a slittamento limitato a controllo elettronico, il retrotreno sterzante e una taratura di base più rigida per le sospensioni adattive. Il prezzo della Mercedes-AMG GT C Roadster è di 173.800 euro, cifra che comprende anche gli abbaglianti automatici, la telecamera posteriore, i sensori di parcheggio, il navigatore e un telo coprivettura.
LATO B DA URLOSe la GT C sembra meglio piantata sulla strada rispetto alla versione base è soprattutto per merito della carreggiata posteriore ampliata di 57 mm e dei parafanghi posteriori di conseguenza più spallati, che regalano un’aria più atletica a una linea già di suo mozzafiato. Facendo un giro perlustrativo sono mille i dettagli che catturano l’attenzione, dalle nervature che solcano il muso alla mascherina che sembra volersi mangiare la strada, dalle feritoie sulle fiancate agli scarichi, che movimentano un lato B scultoreo.
Anche l’abitacolo ha un notevole potere ipnotico e non solo in virtù dei sedili sportivi con rivestimento Nappa, riscaldabili e regolabili elettricamente. In un contesto realizzato con cura e che denota grande attenzione per i dettagli, spicca soprattutto la massiccia consolle centrale, con pomelli e manettini vari, che danno al ponte di comando un’aria molto professionale.
A mantenere tutte le promesse fatte dalla carrozzeria e dagli arredi pensa poi il motore, l’ormai noto V8 4.0 biturbo a 32 valvole e iniezione diretta di benzina che in questo allestimento eroga 557 cv e dispone di 680 Nm di coppia. La velocità massima di 316 km/h è un dato che probabilmente interessa solo gli habitué delle autobahn mentre più stuzzicante per noi italiani è il dato di 3,8 secondi nello scatto 0-100 km/h, ottenuto per merito anche dell’efficienza del cambio a doppia frizione AMG Speedshift DCT a sette marce.
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La Mercedes AMG GT C Roadster è una macchina che ama mostrare i muscoli e mette subito le cose in chiaro anche con il pilota, non solo con i passanti che restano sistematicamente a bocca aperta al suo passaggio. Il cofano chilometrico e il mobiletto centrale ingombrante sembrano messi lì apposta per ricordare al guidatore che sotto la scocca in alluminio c’è… tanta roba. In un quadro simile il posto di guida è piuttosto arretrato e senza molto spazio per il braccio destro, cosa che comunque si nota solo quando si devono gestire i comandi più arretrati sul tunnel. Per il resto la triangolazione tra seduta, pedaliera e volante rasenta la perfezione, quali che siano i gusti di chi guida o la sua struttura fisica. La capote, che si ripiega in pochi secondi al semplice tocco di un pulsante fino a 50 km/h, non crea alcun problema: io sono alto 182 cm e sopra la testa ci sono ancora alcune dita di spazio.
Giusto il tempo di avviare il motore e si ha subito una chiara idea di chi sia il protagonista della scena. Il motore 4.0 biturbo, che è assemblato a mano e firmato da un singolo addetto secondo la filosofia “one man, one engine”, è la vera star della Mercedes-AMG GT C. Il suo sound è cupo e profondo, come spesso accade ai V8, con un timbro però particolare, più da muscle car d’Oltreoceano che non da sportiva squillante all’europea. L’impressione che dà è di essere possente e di avere sempre una riserva di potenza infinita da cui attingere a piacimento.
LISCIA O GASSATA?La GT C Roadster è eclettica e sa cambiare pelle quando si agisce sul manettino delle modalità di guida, che regola in un colpo solo tutta l’elettronica di bordo, compresi gli ammortizzatori a smorzamento variabile e adattivo AMG Ride control. In Comfort digerisce bene anche i rallentatori, nonostante i pneumatici ribassati 265/35 R19 e 305/30 R 20, e offre cambiate dolci, per una progressione senza strappi. In Sport l’assetto si fa sostenuto e l’elettronica tende a tenere il motore più su di giri, con le eventuali cambiate più rapide, per una guida più allegra. Il passaggio a Sport + aggiunge un po’ di ulteriore pepe, per una condotta a tratti esaltante, mentre il setting più estremo si ha con Race, che sposta l’asticella delle centraline ancora più in alto, direi quasi inutilmente in ambito stradale. In pratica, comunque, è come se si avessero a disposizione quattro auto in una, con l’aggiunta di un quinto set up Individual personalizzabile e di regolazioni dirette dell’assetto. Senza dimentciare la possibilità di intervenire anche manualmente su una valvola che rende la colonna sonora dello scarico ancora più coinvolgente.
Complice anche l’asse posteriore con sterzatura attiva, la GT C Roadster percorre le traiettorie con una scioltezza e una precisione che hanno dell’incredibile. I limiti di tenuta e di stabilità sono inavvicinabili su strada aperte al traffico, mentre l’esuberanza del motore arriva a chiamare in causa il controllo della trazione quando si stuzzica l’acceleratore. Insistendo con il piede destro è impressionante come la progressione della GTC C Roadster sembri non finire mai, con una spinta che resta impetuosa anche quando si viaggia a oltre 200 km/h. Solo sopra i 250 km/h emerge una leggero alleggerimento dello sterzo ma la sensazione di controllo rimane totale, con la macchina che fila dritta come un fuso. Restando nei limiti del Codice della Strada italiano, invece, la GT C Roadster trotterella serena e si rivela una sportiva decisamente comoda. Con i finestrini abbassati qualche vortice c’è ma alzando i vetri l’aria e i rumori restano fuori dall’abitacolo. Con la capote in posizione, poi, la scoperta di Stoccarda fa un salto di qualità definitivo e non si pone troppo lontana dai livelli di comfort di una normale berlina. Certo costicchia ma ha anche una ricetta unica nel panorama delle supercar.