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Bimota Tesi H2, abbracciami ancora

Bimota entra nell'orbita Kawasaki e presenta la Tesi H2, che rispolvera l'esclusivo schema di sospensione anteriore che abbraccia la ruota anteriore con uno spettacolare forcellone.

Le indiscrezioni secondo cui Kawasaki avrebbe presto acquistato una quota rilevante del pacchetto azionario Bimota circolavano da tempo. Ora, sotto i riflettori di EICMA 2019 è stato ufficialmente celebrato il matrimonio tra il colosso di Akashi e la piccola factory riminese. Kawasaki ha rilevato il 49,9% del capitale di Bimota, che manterrà la sua sede in Italia e conserverà la sua precisa identità industriale. A testimoniarlo è la primogenita della coppia giappo-riminese, la Bimota Tesi H2, che debutta in anteprima mondiale proprio al Salone di Milano.

UNA SOLUZIONE UNICA

La Bimota Tesi H2 è figlia di Pierluigi Marconi, lo stesso ingegnere che progettò la prima Tesi del 1991. Come la sigla lascia intuire, la moto nasce attorno al motore sovralimentato da 240 cv della Kawasaki H2, che dona alla Tesi H2 anche l’impianto elettrico e i sistemi di controllo. Qui l’attenzione è però tutta per la ciclistica, che riprende il celebre avantreno privo di forcella telescopica. Al suo posto c’è un sistema che scompone l’azione sterzante e quella ammortizzante e che ha come componente di spicco uno spettacolare forcellone d’alluminio, che comanda un ammortizzatore posto curiosamente accanto a quello posteriore, alle spalle del motore. Questo schema garantisce leggerezza, un accentramento delle masse, uno scarso affondamento in frenata e la possibilità di variare l’altezza da terra tramite un eccentrico. La linea è molto particolare e dominata da appendici aerodinamiche in carbonio, che rendono la moto molto stabile in velocità. Le prime consegne sono previste già nella primavera del 2020.

 

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