Senna e Prost. Difficile trovare una rivalità più grande nella storia della Formula 1. Impossibile, forse. Talento, determinazione, voglia di vincere fuori scala per entrambi. Con l’aggiunta di un “ingrediente” esplosivo: aver corso per la stessa squadra; per due stagioni.
Probabilmente, se fossero nati a 15 anni di distanza uno dall’altro, ognuno di loro avrebbe vinto più GP e più mondiali. Invece, tra i due ci sono 5 anni di differenza: è del 1955 Prost, era del 1960 Senna. In quei 5 anni c’è il tempo, per Prost, per affermarsi come uno dei migliori piloti, se non il migliore (o comunque uno dei più vincenti), della prima metà degli anni Ottanta. E il tempo, per Senna, di ambire a soffiargli il primato. Un’occasione che per il brasiliano si concretizza al 100% nel 1988, quando diventa compagno di Prost, appunto, alla McLaren.
Il team di Ron Dennis è nel periodo di massimo splendore e già prima dell’inizio della stagione è chiaro che il titolo Piloti è l’unico in discussione: il team di Woking, infatti, si aggiudica 15 gare su 16.
A coordinarne le attività in pista è un messicano che risponde al nome di Joaquín Ramirez, per tutti, semplicemente, Jo. Lo ha intervistato Tom Clarkson per F1 Beyond the Grid e qui vi riportiamo la parte relativa appunto alla rivalità storica tra Senna e Prost. A Jo la parola.
I punti in comune
“Senna e Prost erano diversissimi, ma avevano anche molte affinità. Una, su tutte: entrambi sembravano non fare mai fatica. Tutto veniva loro in maniera estremamente naturale. Vi racconto questa di Prost, per farvi capire. Se, per esempio, Mansell faceva segnare un tempo di 1’17”3, Prost usciva e faceva 1’17”2. E se per caso Nigel scendeva ulteriormente, Alain era capace di tirare giù ancora quel mezzo decimo, decimo che serviva.
Io gli chiedevo: «ma perché diavolo non butti giù direttamente mezzo secondo, se ce l’hai. La sua risposta? Faccio quello che serve». Non per niente lo chiamavano tutti il Professore. Era così preciso e tecnico da essere incredibile. Se trovava il setup perfetto per i propri gusti, era imbattibile persino per Ayrton. Il problema è che il setup perfetto lo raggiungi, forse, il 30% delle volte.
Le differenze tra i due
“Senna invece era molto più istintivo. Se la macchina non era a posto, a un certo punto Ayrton diceva «ok lasciate la macchina così com’è, ci penso io. Mi adatto io all’auto».
I giochetti psicologici
“Sia Senna sia Prost erano estremamente sicuri dei propri mezzi. E propensi ai giochetti psicologici. Mi ricordo che una volta Alain, al Paul Ricard, fa il proprio giro di qualifica: è subito il più veloce in pista. Torna ai box e si mette in jeans e maglietta. Io gli urlo: «Che diavolo stai facendo, hai ancora tre treni di gomme!». La sua risposta? «Se Ayrton fa un tempo migliore del mio, beh allora merita la pole. Questo è il massimo che posso fare». Immaginatevi a quel punto Ayrton quanta rabbia agonistica avesse dentro. Quale voglia di dimostrare la sua maggiore velocità. Cosa che ovviamente quel giorno non gli riuscì. La scena si ripetè poi in Portogallo, a parti invertite.
Dalla sfida allo scontro
“Tra Senna e Prost la rivalità è fortissima fin dal primo momento, ma a Imola nel 1989 il rapporto precipita. Il motivo? Senna viola l’accordo preso prima della partenza proprio con Prost (non superarsi dopo la partenza). Da lì in poi è un’escalation, con sospetti reciproci su tutto. Senna a un certo punto si convinse che davamo il materiale migliore al compagno; cosa che non era assolutamente vera”.
Il campione affermato. Da battere
“Quando Senna arriva in Formula 1, Prost è giù un campione affermato (nel 1984, anno di debutto di Ayrton, Prost è vicecampione del mondo per mezzo punto, dietro a Niki Lauda e, nel 1985 e 1986, è Campione del Mondo), un punto di riferimento. Senna lo mette subito nel mirino. Capisce che se vuole diventare il numero uno, il pilota da battere è Prost, e infatti non si cura di Piquet, Mansell (di cui potete leggere il racconto del suo giro da pole position a Silverstone nel 1990), Rosberg.
Ogni test, ogni qualifica, ogni volta che mettevamo le ruote in pista, Senna voleva sapere quali molle, quali alettoni… Tutto, della macchina di Prost. Così facendo, però, è arrivato al punto non solo di batterlo, ma di infliggergli distacchi abissali.
Per farvi capire il livello della competizione, a Spa e a Monaco Alain è sempre andato fortissimo. Bene, una volta, a qualifiche finite (non ricordo onestamente se a Spa o a Monaco, ma in occasione di una delle due gare), con Ayrton clamorosamente più veloce di Alain, persino Prost è venuto da me con i fogli della telemetria per cercare di capire come il suo rivale fosse riuscito a stampare un tempo così incredibilmente veloce”.
Immagini prese da http://grandpriximages.co.uk/