fbpx

Swank, il rally dei due mondi

Professionisti e amatori, concentrati sulla classifica oppure propensi solo a divertirsi, lo Swank Rally ha unito e fatto convivere pilori di tutti i livelli, che in Sardegna hanno guidato le loro moto tassellate assecondando le proprie capacità, la preparazione fisica (in alcuni casi pressoché assente) e il proprio spirito, che fosse più o meno competitivo

«Numero 387 fermo per seconda foratura. Ripariamo e proseguiamo su asfalto per la risacca 487, 384, 726, 464, 423».
«Numero 373 fermo a fare il bagno».
«Siamo alla seconda prova speciale» con foto di bruschette.
«434, mi sono fermato per mangiare».
«Pausa ad Alghero numeri 455, 442, 511».
«632 e 371 sosta ad Alghero in compagnia di uno straniero».
«Ricchioooo siamo avanti 200 metri!».
«Attenzione tra km 220-230 abitante incazzato per il transito delle moto…».
«Salve, i numeri 328. 513. 556 fanno il giro turistico, grazie».
(Numeri di gara di fantasia).

Sembrano messaggi di una chat di amici in vacanza, invece sono le testimonianze del gruppo WhatsApp dei partecipanti allo Swank Rally di Sardegna 2021, l’evento motociclistico che, per primo, ha saputo unire due mondi opposti: agonismo e dilettantismo. Partita con il prologo dal Crossodromo Ciglione di Malpensa – un mito per gli appassionati – la manifestazione si è spostata con una tappa quasi tutta in off road fino a Genova e da lì, dopo aver raggiunto l’isola in traghetto con tutta la ciurma dei piloti insieme con le loro moto di tutti i tipi, di ieri e oggi, con un divertente mix tra pseudo-rottami, arzille nonnette e gioielli ufficiali, la carovana della gara ha poi proseguito per altre tre giornate intense con tappe tra i 200 e i 300 chilometri, contraddistinte anche da prove speciali cronometrate, impegnative e divertenti allo stesso tempo, che ognuno ha vissuto a modo suo, in alcuni casi con opzione di scelta tra percorsi hard o soft. Insomma, per tutti, o poco meno.

moto enduro fuoristrada rally
Lo stile vintage rivive nella moto e nella livrea di questa enduro.

Il mito anni Ottanta

Ideato da Renato Zocchi, ex crossista e tra i pionieri dakariani italiani, e diventato campionato del mondo insieme con la Paris-Dakar e il Rally dei Faraoni, il Rally di Sardegna, primo raid organizzato fuori dal continente africano, ha portato avanti il mito degli anni Ottanta e oggi Swank è un concetto di rally fondato su uno spirito tra il goliardico, lo stiloso e il romantico, caratterizzato da prove speciali auto-cronometrate dai partecipanti: un bello spirito, quello di stilare la classifica affidandosi all’onestà sportiva dei partecipanti che a fine sessione segnavano materialmente il proprio tempo sulla lavagna. Un mare di risate e non si saprà mai se qualcuno ha barato…

Ora è diverso: la classifica è effettiva e ufficiale, ma il bello è che se uno non vuole ammazzarsi di fatica partecipa nella categoria Experience che sostanzialmente… significa che fai un po’ quello che vuoi tu, ci vediamo all’arrivo. O direttamente in albergo, o addirittura l’indomani mattina alla partenza. Tutti insieme, sia lungo il percorso sia ai ristori, con professionisti come Alex Salvini, Franco Picco e Alessandro Botturi, allo Swank Rally 2021 hanno partecipato anche amatori e appassionati, magari alla prima esperienza off road, avvicinati dallo stesso spirito unificante. E il concetto lo riassumono bene le parole del pilota di Lumezzane, ex dakariano e vincitore dell’Africa Eco Race (due edizioni consecutive) che, in sella alla Yamaha Ténéré 700, si è portato a casa il titolo della terza edizione dell’evento: «Vincere è sempre bello, ma i valori di questo evento sono altri».

moto nave enduro rally
Le moto sul traghetto durante il trasferimento in Sardegna. Ph Alessio Scaccabarozzi

E ancora…
«Aspettando la scopa, questi mi vogliono dare una multa per targa piegata» foto con auto della polizia.
«Numero 415, avrei bisogno di farmi vedere dall’ortopedico per la spalla… brutta caduta. Sono riuscito a raggiungere il punto di arrivo».
«Salve, i numeri 381, 318, 876 fanno un giro turistico, grazie».
«Abbiamo le gambe sotto il tavolo».
«Numeri 499 e 989 continuano su asfalto, ma il problema sembra risolto».
«Targa ritrovata».
«Non è vero. Targa ancora smarrita».
«Ritrovato lo zaino del 453».
«507, 704, 639, 519 fermi a Seneghe causa caduta del 797, che non può più andare in moto per caviglia dolorante».
«Taaac» foto con gambe in mare.

Tecnologia e nostalgia

Se il tassello era obbligatorio, infatti, non lo era per niente tenere (per chi non puntava alla classifica) costantemente d’occhio l’orologio. Su moto da enduro moderne o vintage, supportati dalla tecnologia o spinti da una carica nostalgica, che si siano sfidati o solamente fatti compagnia, presi in giro reciprocamente o supportati in caso di bisogno, i 158 partecipanti hanno navigato sia con roadbook sia con navigatori GPX, guidando (volendo) sullo stesso percorso e superando le medesime prove speciali e prendendo comunque i tempi, anche se solo quelli della categoria Rally rientravano nella classifica ufficiale. 

moto fuoristrada bosco pilota
Ottavio Missoni su Honda XL600, primo classificato della categoria R1 Vintage.

Altre chicche tratte dalla divertentissima chat, estrapolate da un nostro partecipante infiltratosi come ospite di Motor Bike Expo, partner dello Swank:
«I numeri 342 e 763, se li vedete fuori traccia è perché stanno facendo foto».
«Buongiorno, qualcuno ha trovato chiave moto con portachiavi Pirelli giallo?».
«Numero 463 non parte, moto KO».
«Qualcuno ha uno specchio retro pieghevole che avanza? Pago bene + free drink».
«I finished to repair my bike just now… impossible to eat».
«lo sono a letto con intossicazione alimentare, spero di partire domani. Buonanotte motards».
«Grazie di cuore ai tre piloti che si sono fermati dopo la mia caduta al km 3 della SS, la moto è finita nel burrone… sono riuscito a tornare indietro per finire la speciale ma mi si è rotta la clavicola».

Condivisione

Dai messaggi della chat traspare lo stato d’animo che ha accompagnato tutte le persone che hanno partecipato all’evento: un approccio al rally che caricava, stimolava ed emozionava, coinvolgendo i piloti in uno spirito cameratesco fatto di complicità, spensieratezza e solidarietà. La sera era normale ritrovarsi, confrontarsi e magari chiedere consigli ai professionisti, spinti da un desiderio di condivisione che ha reso l’atmosfera rilassata, non improntata sull’agonismo e sul cronometro. E dove, sui tempi, si contava sull’onestà di ogni singolo partecipante, visto che nessuno controllava se la trascrizione era precisa al secondo o al minuto. E, dopo un’esperienza così, come non fidarsi dei compagni di avventura? 

moto fuoristrada pilota
Alessandro Botturi, vincitore dello Swank Rally 2021, su Yamaha Ténéré 700.

«Numero 628 e 758 sosta spuntino».
«Fate presto».
«Al km 71 c’è una persona che vi ferma, non sappiamo il motivo. Stiamo arrivando. Prendete asfalto alla vostra destra e raggiungere il percorso!».
«Angry farmer blocking access at this point. Near Chilivani».
«One angel in the assistance have this for me please? I have one but in my bag with the organisation» mostrando la leva del cambio rotta.s
«Manetta & Forketta arrivati a destinazione».
«Ciao a tutti e divertitevi».
«Arrivato adesso al molo. Qua è la nave?».
«Hai il costume, mi hanno detto…».
«Un grazie all’organizzazione per lo splendido tracciato, e una lode di merito al mio Saltafoss per avermi portato fino alla fine anche stavolta».

Articoli correlati
Emiliano Malagoli concede il bis alla BMW Berlin Marathon
Disabilità e moto, quando l’impossibile diventa possibile
Dirigibile Goodyear, l'emozione di sorvolare Milano