Sostanza. Questa è la parola che doveva essere scritta su tutti i muri dello stabilimento Royal Enfield quando hanno deciso di dar vita alla Himalayan. Una moto essenziale che ha come scopo quello di permettere a chiunque di viaggiare in lungo e in largo. L’attitudine per il viaggio della piccola maxi enduro indiana parte proprio dal nome, infatti ci troviamo davanti a una delle poche moto in grado di affrontare, senza particolari problemi dovuti alla mancanza di ossigeno, una delle montagne più alte del mondo. Se invece andare a scalare le montagne in Asia meridionale non fa per voi, tranquilli, la Royal Enfield Himalyan promette anche di essere un’ottima compagna per qualsiasi tipo di viaggio e soprattutto per qualsiasi tipo di pilota. Certo è che a guardarla, questa Royal Enfield la voglia di avventura la fa proprio venire. In fondo, ogni giorno si può vivere una piccola avventura, anche senza allontanarsi troppo dalla città. Come quella che ho affrontato io prendendomi un giorno e mezzo per fare un po’ di esplorazione. Da Milano a Esine, un piccolo paese nel Bresciano con due sole regole da rispettare: viaggiare in autostrada solo all’andata, il ritorno tutto in statale, ovviamente esplorando ogni strada sterrata che mi trovavo davanti, per vedere fin dove arrivava. Anche questa, in fondo, è avventura.
Così sono partito in sella a una monocilindrica raffreddata ad aria da 411 centimetri cubi, 24,3 CV, 32 Nm e 5 marce. Qualche numero? La forcella ha un’escursione di 200 mm mentre il monoamortizzatore è dotato di leveraggio (cosa per nulla comune in questo segmento di prezzo) e ha una corsa di 180 mm. Serbatoio da 15 litri (5 sono di riserva), ruota anteriore da 21 pollici e posteriore da 17 con 120 mm di larghezza. Per finire un peso in ordine di marcia dichiarato di 199 kg.
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Ergonomia
Una volta in sella si capisce subito che questa Himalayan è una moto pensata per tutti. Gli 800 mm della seduta fanno si che anche i meno alti riescano a toccare a terra senza particolari problemi. Anche se chi è un po’ più alto potrebbe desiderare una distanza sella – pedane leggermente maggiore per avere le gambe un po’ meno piegate. I comandi sono tutti facilmente raggiungibili, fatta eccezione per la leva della frizione che è un po’ distante dal manubrio e per il freno posteriore che si trova un po’ in alto. Una scelta dettata dall’attitudine off road della moto che non disdegna affatto la guida in piedi. Infatti quando ci si alza sulle pedane la posizione non è per niente male. La moto è abbastanza stretta e il manubrio non si trova troppo in basso. L’unico appunto che mi sento di fare riguarda le tabelle laterali e il telaio che tendono ad allargare un po’ le gambe appena sotto la sella.
Comfort
La prima parte della nostra prova è stata caratterizzata da vari chilometri autostradali e devo riconoscere il lavoro che è stato fatto per la protezione dall’aria. Guardando il cupolino e pensando al mio metro e ottanta di altezza non mi sarei mai aspettato di avere il casco così ben protetto. La protezione per le spalle è praticamente inesistente, ma nulla di così eclatante e dato che la velocità massima che può raggiungere l’Himalayan sono circa 130 km/h, posso garantirvi che le probabilità di scendere con le spalle doloranti per l’aria sono decisamente basse… Restando in tema autostrada sottolineo anche la buona stabilità della moto con le valige laterali da 26 litri (optional) installate. Stabilità che lascia spazio a qualche ondeggiamento quando si supera la velocità limite consigliata con le valige di 110 km/h.
Più in generale il comfort a bordo è ottimo, infatti, a dispetto delle dimensioni contenute la Royal Enfield Himalayan sfoggia una buona abitabilità. Potendo scegliere mi sarebbe piaciuto avere una sella leggermente più ampia nella zona del raccordo con il serbatoio e un’imbottitura un filo più sostenuta. Segnalo anche qualche vibrazione sulle pedane, segnalazione a cui però va fatta un po’ di “tara” visto che non avevo montato i gommini. Credo che possa bastare installarli per ridurre il tasso di vibrazioni. Chiudo il paragrafo dedicato al comfort riservando un apprezzamento per il navigatore turn by turn sviluppato in collaborazione con Google che, nel corso della nostra prova, si è rivelato molto utile e abbastanza semplice da usare. Prima di proseguire vi riporto anche le impressioni dei passeggeri che ho avuto modo di portare con me. I quali hanno gradito lo spazio a disposizione una volta in sella, ma avrebbero preferito qualche vibrazione in meno nelle zone della sella e delle pedane.
Ciclistica
In un viaggio non possono certo mancare le curve e nel misto la Royal Enfield Himalayan non si nasconde. Certo, non aspettatevi un comportamento da naked o da sportiva perché, come è giusto che sia per una moto di questo genere, non troverete nulla di tutto questo. L’anteriore da 21” predilige una guida rotonda e discese in piega graduali mettendo comunque in mostra una buona agilità e una facilità di guida disarmante. A riprova del fatto che stiamo parlando di una moto pensata per tutti. Il punto debole della ciclistica, se così vogliamo chiamarlo, è il freno anteriore che non brilla in quanto a potenza frenante. Non sono rare le situazioni nelle quali si potrebbe desiderare un po’ più di mordente. Le sospensioni che sono più orientate verso il comfort, che risulta ottimo, ma nonostante questo non disdegnano la guida più sportiva, offrendo sempre un buon sostegno.
Motore
Passiamo ora al motore che grazie alla sua semplicità si presenta come un fedele compagno di viaggio. Semplicità che permette dei costi di gestione bassissimi e che consente di fare delle eventuali riparazioni senza troppe difficoltà, e soprattutto, in quasi tutte le parti del mondo. Se volessimo fare un paragone con il mondo delle auto potremmo dire che questa Himalayan è la Land Rover Defender (quella originale) delle moto moderne. Ti dà l’idea – e forse questa idea non è così lontana – che si possa aggiustare a colpi di martello e rimettere insieme con il filo di ferro. Entrando più nello specifico, i 24,3 CV disponibili vengono distribuiti in maniera abbastanza omogenea per tutto l’arco di erogazione con il picco massimo a 6.500 giri, appena prima della zona rossa. Nei percorsi più veloci e scorrevoli devo ammettere che avrei preferito avere a disposizione la sesta, giusto per poter viaggiare a 130 km/h a un regime leggermente inferiore e più rilassato. Infine, segnalo anche un leggero effetto on/off, soprattutto quando si usano prima, seconda e terza marcia.
Un po’ di offroad
Prima di tirare le conclusioni ho deciso di riportarvi brevemente anche quelle che sono state le mie sensazioni in fuoristrada. Ad avermi colpito maggiormente è stata senza ombra di dubbio la risposta del motore. Nonostante non ci troviamo di fronte a un concentrato di coppia e potenza, una volta messa la seconda si riesce – accarezzando la frizione – ad avere sempre a disposizione una buona trazione. Buone anche le sospensioni che pur essendo abbastanza morbide non arrivano mai a fondo corsa. Una caratteristica che avvantaggia i meno esperti soprattutto quando si affrontano tratti molto sconnessi a velocità relativamente basse.
Conclusioni
Eccoci arrivati alla fine della nostra prova. Dopo circa 500 chilometri non posso che riconoscere la polivalenza di questa Royal Enfield Himalayan. Non parliamo di una moto che stupisce per raffinatezza tecnica o per prestazioni, su questo siamo d’accordo. Ma la facilità e l’intuitività con cui si passa dal tragitto autostradale al fuoristrada è veramente da lode. L’obbiettivo di Royal Enfield di realizzare una moto di sostanza, adatta a qualsiasi viaggio e a qualsiasi pilota è stato centrato in pieno. Credo che la semplicità che sta alla base del progetto Himalayan la rendano la moto perfetta per chi ha intenzione di girare il mondo – nel vero senso della parola – e anche per chi si approccia al mondo delle due ruote e non vede l’ora di viaggiare in lungo e in largo. Chiudo con la media dei consumi che al termine della nostra prova si attesta attorno ai 27.1 km/l. Viene quasi da dire che, oltre a essere adatta a qualsiasi tipo di pilota, questa Himalayan è adatta anche a qualsiasi tipo di portafoglio.