Li vediamo nel nostro giardino (chi ce l’ha) o nei campi. Sono dappertutto e non a caso la pianta che li genera è considerata una pianta infestante. Stiamo parlando del dente di leone il cui nome corretto è tarassaco russo, e che tutti ricordiamo perché almeno una volta nella vita, durante la stagione dei pollini, lo abbiamo “soffiato”, esprimendo un desiderio. Bene, il desiderio più grande oggi è che questa pianticella possa aiutare i costruttori di pneumatici a realizzare gomme maggiormente eco-compatibili. Pare, infatti, che dal liquido lattiginoso e appiccicaticcio che fuoriesce dallo stelo del dente di leone sia possibile ricavare gomma naturale.Secondo la recente ricerca sul dente di leone, frutto di una collaborazione tra Bridgestone e diversi operatori di settore all’interno del Centro di ricerca e sviluppo per l’agricoltura dell’Università dell’Ohio, grazie alle sue caratteristiche quasi identiche a quelle dell’albero della gomma (Hevea brasiliensis), potrebbe essere una risorsa rinnovabile e commercialmente percorribile per produrre pneumatici ecosostenibili di alta qualità. I test tecnici effettuati sulle performance di questa gomma naturale nei laboratori Bridgestone ad Akron e a Tokyo sembrano sostenere tale ipotesi, mentre per una sperimentazione su larga scala bisognerà attendere il 2014.Il dente di leone sembra non essere destinato alla solitudine in questo duro lavoro, Bridgestone sta andando da tempo alla ricerca di altre piante in grado di produrre gomma naturale che permetta di rimpiazzare la gomma sintetica. Sarebbe sicuramente un bel passo verso pneumatici realmente green.