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Caterham Seven 620 R

La track car inglese scatta da 0 a 96 km/h in 2,8”, come una Lamborghini Aventador, ma è più leggera di oltre 1.000 kg e più economica di quasi 270.000 euro. Mossa da un 4 cilindri 2.0 Ford da 314 cv sovralimentato mediante compressore volumetrico, pesa poco più di 500 kg

È quanto di più simile a una motocicletta a quattro ruote esista sul mercato, a parte forse la Ariel Atom. Essenziale connubio di telaio, motore e sospensioni, senza diavolerie elettroniche ad appannare il rapporto tra guidatore e vettura. Nata da un’intuizione di Colin Chapman nel 1957 ed evolutasi attraverso 4 generazioni, Seven, abbandonata e in parte rinnegata da Lotus, è stata rianimata da Caterham a partire dagli anni ‘70 ed è tuttora in produzione nella configurazione S3. Ultima delle immortali, al festival della velocità di Goodwood 2013 si è presentata  in un’inedita veste estrema.

620 R è mossa da un 4 cilindri in linea Ford Duratec di 2,0 litri sovralimentato mediante compressore volumetrico, in grado di erogare 314 cv e 30,3 kgm di coppia. Sovralimentazione sinora riservata da Caterham esclusivamente a R600 Superlight, modello destinato alle competizioni, oppure appannaggio delle decine d’interpretazioni su base Seven realizzate artigianalmente nel Mondo. Basti pensare, ad esempio, a Irmscher 7 oppure a Raw Stricker Supercharged, forte di un compressore centrifugo Rotrex.

L’ultima nata in casa Caterham raggiunge i 249 km/h e scatta da 0 a 96 km/h (60 mph) in 2,8”, eguagliando un “giocattolo” da 700 cv e 1.575 kg come Lamborghini Aventador e andando a sostituire, nel cuore degli appassionati del marchio inglese, la Superlight R500. Quest’ultima mossa da un’unità Ford aspirata d’analoga cubatura e accreditata di “solo” 267 cv e 24,5 kgm a fronte di un peso di 506 kg. Valori cui consegue un rapporto peso/potenza di 1,89 kg/cv! Semplicemente stratosferico, sebbene destinato a essere infranto dalla 620 R: si vocifera, infatti, di una massa poco superiore a 500 kg.

Caratterizzata da un sistema di raffreddamento specifico e da condotti d’aspirazione dedicati, 620 R non tradisce l’impostazione tradizionalista delle Seven serie S3, caratterizzate dallo schematismo delle sospensioni a ruote indipendenti all’avantreno, con bracci triangolari sovrapposti, e ad assale rigido De Dion al retrotreno, con bracci longitudinali superiori e inferiori. Soluzione meno ricercata rispetto a quanto previsto per le “sorelle” CSR, forti di sospensioni posteriori a ruote indipendenti e ammortizzatori anteriori tipo push rod.

Oltre alla trasmissione sequenziale a 6 rapporti, mutuata da Superlight R500, e al differenziale autobloccante, la track car inglese può contare sul generoso ricorso al carbonio: plancia, sedili a guscio e pannelli delle portiere sono integralmente in fibre composite. Costa 49.995 sterline (57.900 euro) e in futuro verrà realizzata una versione S con componentistica meno ricercata e prezzi più popolari.

Se Colin Chapman, da incallito progettista di auto da corsa, si era stancato dell’arcaica “vetturetta”, temendo che potesse in qualche modo offuscare l’alone di eccellenza tecnologica e avanguardia che si sforzava di legare al marchio Lotus, non altrettanto si può dire delle centinaia di adepti che Seven annovera tuttora nel Mondo. La 620 R, infatti, è la più veloce Caterham stradale mai realizzata, ma non la Seven più “cattiva” di sempre. L’inglese Dax, ad esempio, dedica alla propria Rush un V8 Ford da 4,6 litri in grado di erogare 330 cv e 45,7 kgm di coppia, mentre l’australiana Elfin sfrutta per MS8 Clubman un V8 GM di 5,7 litri, forte di 333 cv e 47,5 kgm. Elogio della follia.

 

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