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Citroën Cactus

La Casa francese continua la sua inarrestabile corsa verso concetti anticonformisti. Dopo aver stupito lanciando la gamma DS e rivoluzionato con Picasso l’idea di monovolume ora è tempo di rivoluzione

Cactus è un nuovo tassello che si inserisce nella articolata scacchiera di prodotti di Citroën; dalla concept presentata la scorsa stagione al salone di Francoforte al prodotto finito il passo è breve. Così facendo chi si aspettava le inevitabili rinunce estetiche e tecnologiche tipiche del percorso di industrializzazione non potrà far altro che gridare al miracolo. Cactus è innanzitutto una C4, riprogettata, svuotata dell’abitacolo tradizionale e grazie a ottimi architetti di interni, ristrutturata pro comfort e design. Proprio quest’ultimo è cardine del progetto estetico e non solo.

In soli 4,16 metri, per un’altezza di 1,48 metri e una larghezza di 1,73 metri c’è tutta l’innovazione di Citroën che riesce in un colpo solo a ridurre il peso di ben 200 kg rispetto all’omologa versione “tradizionale” di C4,il rispetto delle prestazioni garantite da ben quattro motorizzazioni disponibili al momento del lancio, ridotti consumi, un’abitabilità sorprendente e una piattaforma multimediale di ottimo livello.

Faccia da SUV.  L’altezza da terra e le soluzioni tecniche ed estetiche introdotte lasciando intendere che la metropoli e i soliti specializzati nelle manovre di parcheggio non sono più un problema. Cactus protegge le zone a rischio – spigoli e fiancate – con un innovativa squadra di cuscinetti in materiale termoplastico – Airbump – in grado di ridurre i danni procurati da eventuali micro urti tipici della vita cittadina. Senza dimenticare gli indispensabili fascioni in materiale plastico non verniciato che rivestono passaruota, i battitacco e le superfici inferiori anteriori e posteriori. Nulla è lasciato al caso, nemmeno le scelte cromatiche che a mio avviso premiano le varianti più brillanti.

Downsizing dove?  Notoriamente è sinonimo di rinunce; nel caso di Cactus il problema non si pone. Le motorizzazioni vedranno due varianti a benzina da 1.200 centimetri cubi a tre cilindri con potenze da 82 a 110 cavalli, mentre sul fronte del diesel il millesei sarà declinato nelle potenze di 92 e 100 cavalli. Soprattutto si parla di consumi per la versione a gasolio BlueHDi nell’ordine dei 3,1 litri per 100 con un emissione di anidride carbonica di 82 grammi al chilometro.

Originale dentro e fuori. Accomodarsi all’intero dell’abitacolo regala buone sensazioni; mi piacciono i sedili quasi realizzati in un unico elemento per annullare la distanza tra guidatore e passeggero. La plancia di comando è votata all’essenzialità, pochi comandi a vista e gli altri racchiusi in un moderno touch screen “tablet” da 7 pollici incastonato in  prossimità del volante. Interessante l’idea di spostare l’airbag del passeggero nella zona alta del parabrezza lasciando quindi ampio spazio per creare un vano porta oggetti molto capace.

A questo punto manca solo la prova finale, quella del pubblico che si confronterà con Cactus e i suoi prezzi che secondo le prime indiscrezioni dovrebbero essere allineati se non inferiori alla classica C4.

 

 

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