Tradizionalmente le fiere automobilistiche hanno – fra le altre – la non secondaria funzione di far sognare il pubblico e gli operatori del settore. Un risultato che si ottiene attraverso l’esposizione di prototipi che appaiono effettivamente tali. Che sono, cioè, lontanissimi da un futuro produttivo, tanto che con ogni probabilità non lo raggiungeranno mai. Per le sue soluzioni stilistiche, la concept Alpine A390_β sembrerebbe uno di questi, eppure prefigura un’auto di serie il cui debutto è annunciato per l’anno prossimo.
La nuova forma della sportività
Di fatto, la Alpine A390_β anticipa una sterzata che porta il brand sportivo del gruppo Renault a ridisegnare il suo futuro partendo proprio da questa fastback. Un inedito nella storia del marchio. E neanche a dirlo si tratta di una full-electric. Al pre-show che ha anticipato il debutto della concept al Salone dell’Auto di Parigi (14-20 ottobre), è stato proiettato un video che raffrontava le riprese onboard effettuate in pista con una leggera A110 e quelle di un prototipo marciante della A390_β. Lo scopo era di documentare che traiettorie e velocità delle due vetture coincidevano, e di fugare ogni dubbio sul fatto che la futura A390 di serie offrirà qualità di guida da sportiva vera.
Alpine A390_β: soluzioni che impressionano
La Alpine A390_β poggia su ruote enormi, nodali per l’equilibrio estetico di una vettura che, per dimensioni, una A110 potrebbe contenerla al suo interno: davanti ci sono pneumatici 265/35 R22 e dietro 315/30 R23, specificamente sviluppati da Michelin per questa vettura.
La carrozzeria ha linee elaborate, con molte originali soluzioni volte all’ottimizzazione aerodinamica. Addirittura l’elemento che supporta la fanaleria di coda può estendersi di 80 mm assieme al diffusore, così da passare dalla configurazione standard a quella long-tail, che riduce la resistenza all’aria. Naturale che l’efficienza e l’autonomia siano al primo posto. Al di là degli effetti speciali, sappiate che la vettura nasce sulla piattaforma Ampere medium del gruppo Renault, opportunamente personalizzata.
Dietro, effetto neve
Antony Villain, Direttore del Design di Alpine, sottolinea la duplice anima degli interni della Alpine A390_β. Un ambiente in cui il nero che domina nella parte anteriore e nel pavimento (realizzato in carbonio e silicio riciclati) “si contrappone al bianco immacolato della neve”. Bianco che contraddistingue la zona posteriore, dove il prototipo offre due sedili le cui forme, raccordate ai pannelli laterali, ricordano dei rilievi innevati. D’effetto anche il cristallo triangolare che costituisce la chiave di contatto e si incastra al centro del volante. Elemento, quest’ultimo ispirato a quelli delle vetture di Formula 1. Supporta vari comandi, fra i quali il pulsante OV (overtake) che riprende quello visto anche nella Alpine A290 e che serve a liberare tutta la potenza disponibile.
Sentirsi piloti
Ispirata alle monoposto anche la poltrona del guidatore, che può reclinarsi passando dalla posizione standard a quella semi-sdraiata, nel qual caso vengono adattate anche le relazioni con pedaliera e volante (il quale si restringe). Al confronto, le portiere con apertura elettrica ad armadio e prive di montante centrale appaiono quasi una trovata ordinaria. La strumentazione, poi, è un salto nel futuro, ma non è detto che la Alpine A390_β di serie non riproporrà qualcosa di simile: le informazioni vengono visualizzate su tre sottili lamine di vetro collocate in successione oltre il volante, con un effetto 3D simile a un’olografia.
Trimotore per essere più efficace
Nessun dato relativo alla potenza Alpine A390_β è stato per ora dichiarato, e lo stesso vale per le caratteristiche della batteria. Di certo c’è che il powetrain consta di tre motori, due posteriori e uno anteriore, sviluppati internamente da Alpine. Tale configurazione consente di avere la trazione integrale, esplicitamente definita “non permanente”. Qui la logica è quella di ripartire la spinta fra gli assali – potendo anche gestirla singolarmente fra le ruote posteriori – per migliorare la dinamica della vettura. E, infatti, la Casa parla di Active Torque Vectoring, un sistema che fra le curve consente di compensare l’inerzia, favorire l’equilibrio e ottimizzare la percorrenza.
Sportiva, ma con classe
D’altronde Sovany Ang, Direttrice Prestazioni Prodotto del brand transalpino, sottolinea che la Alpine A390 è un’elettrica rivolta agli “amanti dell’auto che cercano la sportività di una A110”. Il paragone con l’agile biposto, nel cui futuro c’è una versione EV, è un elemento chiave. A farle eco, il CEO di Alpine Philippe Krief rimarca che la A390_β è stata “progettata come una A110 a 5 posti”. La Alpine A390 di serie nascerà in Francia nello stabilimento di Dieppe, con motori forniti dall’impianto di Cléon e batterie assemblate a Douai: è il cosiddetto “ciclo breve” che favorisce la sostenibilità.
Alpine A390_β: cosa resterà?
Dato che il 2025 è praticamente domani, viene da chiedersi quanto la fastback Alpine nella sua veste definitiva assomiglierà alla A390_β. La risposta ufficiale è “all’85%”. Cioè moltissimo, ma la Casa specifica che la percentuale si riferisce alla carrozzeria, mentre per gli interni si punterà verosimilmente su un’impostazione meno ardita. L’obiettivo finale resta comunque quello delle linee guida del progetto: creare un’auto capace di coniugare qualità di guida e prestazioni al top di categoria con la versatilità necessaria nell’uso di tutti i giorni. Alpine lo riassume nel concetto di “Racing car in a suit”, un’auto da corsa in abito elegante.