Didier Pironi, venticinque anni fa
Il 23 agosto 1987, nell’Isola di Wight, si compiva il destino di un pilota pieno di talento e ambizione. Oscurato, forse fin troppo, dal mito-Villeneuve
Francese fino al midollo a dispetto delle chiare origini italiane, Didier Pironi se n’è andato dopo avere vissuto molte volte. Tra acqua e asfalto, coerente con le proprie passioni. Con un sorriso che mai è stato aperto fino in fondo: il broncio, Didier, lo portava nel proprio animo.
La Renault di Prost è muro e rampa di lancio verso il dolore. La Ferrari è una marionetta che si spezza in due, vola più alta degli alberi a bordopista e ricade pesante. Le gambe di Didier, una poltiglia. Il pilota è cosciente in mezzo ai rottami. Sangue, shock, paura che la benzina prenda fuoco. I colleghi si fermano, non possono che dargli conforto e aspettare i soccorsi. Nelson Piquet vomita: dalla tuta di Pironi fuoriescono ossa e grida di dolore.