LA PRIMA FERRARI NON SI CHIAMA FERRARI
Dall’ultima alla prima, ed eccoci alla Auto Avio 815 del 1940. Per raccontarne la genesi occorre però fare un piccolo passo indietro. Nel 1937 la Scuderia di Enzo Ferrari costruisce la mitica e invincibile Alfetta 158. Nel 1938, però, la Scuderia Ferrari viene sciolta, perché il Drake si trasferisce a Milano: è nominato Direttore di Alfa Corse. Dopo appena un anno e mezzo – il 6 settembre del 1939 – Enzo Ferrari lascia l’Alfa Romeo. La Casa milanese, pensando di poterne limitare l’ascesa, gli impedisce per quattro anni di usare il nome Ferrari in associazione alle competizioni.
Errore. Non solo non si può pensare di tarpare le ali a un uomo così, ma se ci si prova si rischia di farsi “male”. Ed è quello che puntualmente accade, perché Enzo Ferrari, da quel momento in avanti, ha un solo obiettivo: battere l’Alfa Romeo con un’auto da lui costruita. E questa macchina è proprio la Auto Avio 815 del 1940. La vettura in realtà viene penalizzata dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, ma le basi sono gettate. Finito il conflitto, ecco la prima Ferrari. È la 125S del 1947, spinta da un 12 cilindri a V. Nel 1948 giunge la prima affermazione alla Mille Miglia e nel 1949 quella alla 24 Ore di Le Mans.
Da antologia le stagioni 1951, 1952 e 1953 (con la 125 F1): nel ’51 Ferrari fa suo il primo Gran Premio valido per il Campionato del Mondo di Formula 1. Nel 1952 è già Campione del Mondo con Alberto Ascari; un successo bissato nel ’53. Un trionfo al quale lavora a testa bassa, con il massimo dell’impegno e con uno stile imprenditoriale durissimo, ma che gli farà dire, nel 1951: “La mia gioia si mescola alla lacrime, perché io ho ucciso mia madre”, riferendosi ovviamente all’Alfa Romeo.